Alcol e giovani: quanti ragazzi bevono?

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Alcol e giovani: quanti ragazzi bevono?

07-09-2015 - scritto da Cinzia Iannaccio

Tra i ragazzi diminuisce l'uso di alcolici, aumenta quello dei superalcolici.

Un fenomeno da non trascurare, lo sballo giovanile con l'alcol.

Alcol e giovani: quanti ragazzi bevono?

Le vacanze appena concluse, le passeggiate sul lungomare piene di locali dove bere aperitivi e cocktail, ma anche le cronache locali e nazionali ci parlano di giovani e giovanissimi dediti all'alcol e a sostanze psicotrope (spesso purtroppo in abbinamento). I riflettori su questo tema si accendono in caso di drammatici incidenti stradali e questa estate anche per alcuni episodi legati ad alcol e pasticche di ecstasy.

Tali fatti sembrano cozzare contro le statistiche italiane (ed europee) che vedono diminuire negli ultimi anni l'uso e l'abuso di alcol da parte di ragazzi e ragazze tra i 15 ed i 34 anni, come è emerso dallo studio Consumi di bevande alcoliche nei giovani in Italia dal 2000 ad oggi, promosso dall’Osservatorio Permanente Giovani e Alcool.

Ad analizzare bene i dati però ci si rende conto che la situazione è molto più complessa di quanto possa "ottimisticamente" pensare nel leggere le cifre in diminuzione, come ha spiegato anche la dott.ssa Sabrina Molinaro coordinatrice del gruppo della Sezione di epidemiologia e ricerca del CNR:

"Sono diminuiti i consumatori di vino e birra, ma tra i maggiorenni è aumentato il consumo di aperitivi alcolici e superalcolici (ndr l'happy hour è ormai un trend) .Il tasso è più alto nei maschi tra i 25 ed i 35 anni, e nelle giovani ragazze tra i 18 ed i 25 anni. [....] Gli episodi di ebbrezza e di ubriachezza, pur interessando in particolar modo i 18-24enni, mostrano un aumento tra i 25-34enni, mentre risultano diminuiti i giovani 15enni. Altro risultato di rilievo è il decremento del binge drinking, ovvero il bere 5 o 6 bicchieri di alcol in breve tempo, in una stessa occasione: i giovani che lo hanno fatto nell’ultimo anno, in particolar modo le femmine minorenni ed i maschi maggiorenni, sono diminuiti”.

Ma questo decremento non deve far abbassare la guardia: cosa c'è di ottimistico nel "contare" le cifre dei giovani bevitori? Senza considerare  la conferma di studi scientifici su come la tendenza ad ubriacarsi (non a bere moderato) e ad usare cannabis ed altre sostanze stupefacenti vadano a braccetto: non si tratta di certo di un qualcosa da sottovalutare.

E' buona cosa inoltre che il "bere responsabile" sia un concetto diffuso e compreso in questa fascia d'età, ma la messa in pratica continua ad essere altra cosa. Pensiamo ad esempio ad un altro dato: l'imbarazzo che provano i giovani "non bevitori" sempre documentato dalle indagini epidemiologiche. Questo significa che la strada da fare è ancora lunga.

Non posso poi sorvolare su un altro aspetto che si evince da questi dati: anche noi ex -giovani, quando uscivamo, potevamo incappare in qualche sbronza o ritornare alticci dopo una serata tra amici, in discoteca o al pub. Oggi, sempre secondo le dichiarazioni dei protagonisti raccolte negli studi epidemiologici, spesso si esce solo con l'intento di bere ed ubriacarsi. Del resto in questo caso lo "sballo" è legale ed economico. Purtroppo per i nostri figli.

L'alcolismo così come era inteso nel passato esiste ancora, ma ha subito un'evoluzione specie nelle modalità di approccio e nell'età in cui si comincia a bere di cui bisogna tener conto da subito.

 

Chi è interessato può approfondire queste tematiche anche nel sito dell'Osservatorio Giovani ed Alcol 

Foto: Pixabay 

 

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A cura di Cinzia Iannaccio, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2007, blogger, specializzata nel settore della salute e del benessere.
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