Angelica: una pianta davvero “angelica”

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Angelica: una pianta davvero “angelica”

02-01-2014 - scritto da Gabriele Peroni

Proprietà e impieghi dell'Angelica e facili preparazioni per il trattamento dei disturbi mestruali, dispepsie, emicranie e antispastiche

Angelica: una pianta davvero “angelica”
Nome scientifico: Angelica sylvestris L.
Famiglia: Apiaceae
Nomi volgari: angelica, angelica selvatica, angelica silvestre, erba angelica
Etimologia: Angelica, dal greco “ánghelos” = angelo,per le proprietà medicinali del genere; sylvestris, dal latino “silvestris” derivato da “silva” = selva, con riferimento all’ambiente di crescitaAngelica sylvestris cresce nei boschi umidi e nelle forre tra 0 e 1600 m in tutto il territorio nazionale; fiorisce da giugno a luglio.
Angelica archangelica L., da noi solo coltivata e molto raramente e dubbiosamente inselvatichita, ha le medesime proprietà della specie spontanea, ma più accentuate.

STORIA E TRADIZIONI

Narra un’antica leggenda nordica che un angelo, inviato dal cielo, apparve in sogno ad un contadino indicandogli una pianta capace (la sola capace!) di fermare l’epidemia di peste che imperversava sulla regione.
Con la saggezza pratica, caratteristica dei contadini, l’uomo raccolse la pianta e con il succo confezionò on medicamento che in breve lasso di tempo debellò il morbo.
Nel ricordo dell’angelico consiglio e delle angeliche prestazioni del fitoterapico, la pianta fu dedicata al celeste inviato.

Dioscoride prescrive l’enolito della radice per contrastare il veleno inoculato dai ragni chiamati “phalangi”, ma anche per provocare il mestruo, per promuovere il parto e per “purgare le donne di parto”.
Il medico greco consigliava la radice cotta ai tisici, e, con qualche dubbio, scriveva: “dicono alcuni che bevendosi ogni due, over tre volte nel vino la sua radice, è salutifera nella pestilenza, et preserva da quella che, chi se la beve”.

Mattioli, in armonia con i suoi contemporanei, la ritiene "calida et secca nel principio del terzo ordine", aperitiva, disseccativa e risolutiva. La ritiene valida contro i veleni, a prevenire la peste, a guarire la tosse causata da raffreddamento permettendo l’espettorazione del catarro, “conferisce à gli umori flemmatici, et viscosi” .
Il decotto, in acqua o vino, era consigliato, dal senese, per cicatrizzare le ulcere interne e sciogliere il sangue.
La radice mangiata fortificava lo stomaco e restituiva l’appetito perduto.
Ancora, Mattioli consigliava le preparazioni di angelica per fortificare il cuore; e di applicare, sui morsi dei cani rabbiosi, e delle vipere, l’empiastro di angelica, ruta e miele.

A partire dal XVIII e durante il XIX secolo l’angelica fu meno usata in farmacia, soprattutto vennero impiegate le radici, sottoforma di vini medicati, sciroppi e rosolii nelle dispepsie, nelle flatulenze e nelle malattie dello stomaco in genere.

Fino a pochi anni fa, la medicina popolare usava le foglie fresche, applicate in empiastro, sulla fronte per combattere le emicranie e i dolori mestruali; il macerato dell’infuso in alcol dava un liquido impiegato come vulnerario; l’infuso e, a volte, il decotto della radice, dal profumo e gusto aromatico, era bevuto come tonico digestivo.

I cauli e le guaine fogliari erano conditi e consumati come verdura; le foglie più giovani erano mescolate alle insalate; i giovani getti e le foglie novelle erano aggiunti alle minestre di verdure.
I ragazzi usavano gli steli cavi per farne cerbottane, il ricordo è lasciato in alcuni nomi vernacoli.

PROPRIETA’ E IMPIEGHI

Dell’angelica si impiegano le radici e i frutti.
Le radici del primo anno sono raccolte da agosto a ottobre; spezzate, pulite ed essiccate rapidamente; stagionate per due o tre giorni e conservate in sacchetti di tela.
Le radici sono più ricche di principi attivi se la pianta non ha fiorito.

La droga contiene principalmente ostenolo e ostolo (cumarine); bergaptene, angelicina, imperatorina, isoimperatorina, ossipeucedanina, fellopterina, ostrutolo, byakangelicina, angelato, xantotossina, psoralene, isopimpinellina (furanocumarine); archangelicina, 2’-angeloil-3’-isovaleril vaginato (diidrofuranocumarine); β- fellandrene, α-pinene, δ-3-carene, limonene, p-cimene, mircene (monoterpeni); α-copaene, germacrene D, β-bisabolene (sesquiterpeni); archangeleone (flavonoide); lattoni macrociclici; acido clorogenico, acido caffeico, vari acidi grassi, acidi fenolici, steroli.

Alla radice sono riconosciute proprietà espettoranti, bechiche, eupeptiche, gastrotoniche, digestive, carminative, antispastiche, antimicrobiche intestinali ed emmenagoghe.

I frutti (comunemente ma erroneamente chiamati semi) sono raccolti da agosto a settembre, essiccati al sole, setacciati e imballati in sacchetti di tela. Ai frutti sono riconosciute proprietà digestive e carminative.

La tintura madre è preparata dalla macerazione delle radici, sino ad ottenere una gradazione finale di circa 60°. Alla preparazione sono riconosciute proprietà eupeptiche, antispastiche, emmenagoghe.

Trova le maggiori applicazioni nel trattamento dei disturbi mestruali, particolarmente in presenza di spasmi uterini; nelle dispepsie con spasmi e fermentazioni,anche di origine epatica e pancreatica; negli spasmi gastroenterici, nelle emicranie da stress, nell’asma da sforzo e come coadiuvante nelle vasculopatie periferiche.
Chi scrive usa con ottimi risultati angelica T.M. nei gonfiori causati da aria nella pancia e nelle flatulenze provocate da stitichezza e da conseguenti fermentazioni intestinali.

Recenti studi hanno messo in evidenza una significativa attività calcioantagonista degli estratti di angelica.
Estratti di angelica hanno, altresì, dimostrato ottime proprietà antinfiammatorie e analgesiche, inibendo gli enzimi COX-1 e 5-LO.
Principi attivi come xantotossina e imperatorina, isolati da angelica, sono in grado di inibire la crescita di alcuni tumori.

Le preparazioni di angelica sono controindicate in gravidanza e nei pazienti affetti da ulcera gastrica o duodenale.
In soggetti particolarmente sensibili si sono notate reazioni di fotosensibilizzazione con eritemi cutanei, dovute alle furanocumarine e a un’eccessiva esposizione solare.
Non sono conosciute interazioni di angelica con farmaci.
Angelica è largamente impiegata in liquoreria.

ALCUNE PREPARAZIONI

Uso interno

Polvere (radice): 2-4 g al dì, lontano dai pasti, come emmenagogo.
Infuso (radice) 2%: 2-3 piccoli bicchieri al dì, prima dei pasti, come aperitivo; dopo i pasti come digestivo.
Infuso composto (angelica radice 20 g, arancio amaro scorze 20 g, finocchio frutti 20 g, ginepro galbuli 20 g, liquirizia rizoma 40 g, maggiorana sommità 20 g, melissa sommità 20 g menta piperita foglie 20 g): 3-5% due volte al dì dopo i pasti, oppure al bisogno, contro le dispepsie con acidità di stomaco.
Vino (6% di radice e 4% di frutti): 2-3 piccoli bicchieri al dì, prima dei pasti, come aperitivo; dopo i pasti come digestivo.
Infuso (frutti) 5%: 2-3 tazze al dì, nelle cattive digestioni e nelle aerofagie.
Tintura madre: 30-40 gocce, 2-4 volte al dì, nel trattamento di dispepsie anche di origine epatopancreatica associate a flatulenza e spasmi, gastroenterici e dell’apparato respiratorio, asma, spasmi uterini, emicranie da stress.


Gabriele Peroni
Categorie correlate:

Fitoterapia ed erbe officinali




Gabriele Peroni
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