Calvizie, come combatterla con l’autotrapianto

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Calvizie, come combatterla con l’autotrapianto

13-06-2016 - scritto da Viviana Vischi

Dalla Società Italiana di Tricologia, le avvertenze da conoscere per sottoporsi all'autotrapianto senza rischiare la salute.

Perdita dei capelli? L'autotrapianto è un'ottima soluzione. Con prudenza però.

Calvizie, come combatterla con l’autotrapianto

L’autotrapianto è la soluzione chirurgica più immediata ed efficace per risolvere definitivamente il problema della calvizie e diradamento dei capelli. Tanto negli uomini che nelle donne. Fondamentale dunque la scelta del chirurgo e della struttura cui affidarsi, per non incappare in spiacevoli disavventure. Specie quando di mezzo c’è la salute.

Spiega la dottoressa Tatiana Amati, tricologa membro del Sitri (Società Italiana di Tricologia):

In Italia nel 2014 i trapianti di capelli eseguiti sono stati 4mila, come rivelano le indagini di mercato compiute dagli organismi di settore, di cui la maggior parte eseguiti su uomini in età compresa tra i 30 e i 65 anni. E’ di fondamentale importanza sia il ruolo delle cure post operatorie, che delle terapie di mantenimento della propria chioma.

Aggiunge ancora la tricologa:

Per l’autotrapianto di capelli esistono due tecniche, applicabili a seconda dei casi e delle aspettative del paziente. La prima è la tecnica STRIP o FUT che consiste nell'escissione di una losanga prelevata chirurgicamente dalla nuca e contenente fino a un massimo di 4000 unità follicolari a seconda della densità per centimetro quadrato e della lunghezza. Poi c’è la FUE, che prevede l'estrazione delle singole unità follicolari senza necessità di prelievo chirurgico sulla nuca. Con la prima si recuperano molte unità follicolari da impiantare in una sola seduta, ed è il chirurgo a consigliare al paziente l’una o l’altra.

Per la dottoressa Amati è opportuno ribadire inoltre chiaramente che:

L’autotrapianto è un’operazione chirurgica vera e propria che presuppone la partecipazione di più figure professionali: oltre al chirurgo, un anestesista e almeno quattro infermieri professionisti specializzati in chirurgia della calvizie che si occupano della separazione e conservazione delle unità follicolari. Solitamente, a rinfoltire le aree più diradate, basta una sola seduta: ciò dipende dalla densità per centimetro quadrato dell’area donatrice.

Insomma l'autotrapianto di capelli, pur essendo la soluzione migliore nei casi di calvizie conclamata, richiede l’adozione di una serie di cautele per poter dare massimi risultati. Anche perché le false promesse in questo settore abbondano, ed è opportuno non caderne vittima. Occorre in primis saper distinguere gli imbonitori, gli improvvisati, dai veri professionisti, ovvero i medici specializzati in chirurgia delle calvizie che da anni dedicano costantemente la propria carriera ad approfondire le conoscenze e le nozioni in tale settore. Imbonitori e persone prive dei titoli e degli idonei requisiti che colpiscono prevalentemente sul web:

Un mondo che può rivelarsi insidioso, specialmente in riferimento a quei siti – e sono molti - dove si promettono grandi risultati a costi bassissimi, comprensivi di trasferta, vitto e alloggio in strutture site all’estero, Turchia, Nord Africa e Paesi Arabi in particolar modo, che spesso non applicano ai pazienti neanche le terapie post-operatorie.

E’ dunque necessario prestare moltissima attenzione a questo fastidioso fenomeno, onde prevenire per tempo il rischio di trovarsi a disagio in ambienti privi delle professionalità e delle adeguate condizioni igienico-sanitarie, e di doversi poi sottoporre a interventi correttivi al proprio rientro in Italia, con ulteriore aggravio di costi e spese mediche, con gravi rischi di veder messa in pericolo la propria immagine.

Categorie correlate:

Capelli, caduta dei capelli




A cura di Viviana Vischi, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico.
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