Cibi fritti, un rischio per il cuore

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Cibi fritti, un rischio per il cuore

17-03-2015 - scritto da Cinzia Iannaccio

Fritture: l’abuso aumenta il rischio di insufficienza cardiaca.

Studio scientifico conferma: consumare cibi fritti fa male alla salute.

Cibi fritti, un rischio per il cuore

Lo sapevamo già da tempo: mangiare cibi fritti con regolarità non è un toccasana per la salute, anche se non si fa in fast food, ma a casa cambiando ogni volta l’olio per la cottura. Ora è arrivata l’ennesima conferma scientifica che correla tale “vizio” alimentare ad un deciso aumento del rischio di insufficienza cardiaca: pensate, stiamo parlando del 68% in più!

A stabilire il tutto, uno studio su vasta scala l’Health Study Physicians che ha analizzato i dati di oltre 15.000  uomini di 66 anni come età media: per ben 3 anni sono stati somministrati ai volontari dei questionari circa la loro alimentazione settimanale e sono stati eseguiti dei follow –up a distanza di tempo. Dopo 10 anni, numerosi i casi di insufficienza cardiaca riscontrata. Questa patologia comporta una ridotta funzionalità del muscolo cardiaco che non riesce più a pompare abbastanza sangue in tutto l’organismo e rappresenta una delle più importanti cause di morte al mondo: tra le sue complicanze infatti troviamo infarto, ictus, insufficienza renale e/o epatica.

Di fatto questo lavoro pur non dimostrando un diretto rapporto di causa-effetto, tra il consumo di fritti e la malattia cardiaca,  suggerisce come concreto atto di prevenzione evitarne l’abuso.

Gli esperti spiegano infatti che il consumo di ciambelle, pollo, cipolle o pesce fritti non fanno bene non tanto per il tipo di cottura, ma perché sono alimenti grassi ed ipercalorici: conducono direttamente sulla strada del sovrappeso, se non dell’obesità, dell’ipertensione, dell’ipercolesterolemia e conseguentemente delle malattie cardiovascolari. Questo non significa abolire totalmente i cibi fritti, ma semplicemente di non farne un’abitudine quotidiana o anche solo settimanale!

Senza dimenticare che chi è avvezzo a questo tipo di alimentazione -come ha documentato lo studio- abitualmente consuma più proteine animali, con maggiori quantità di carne rossa e cibi trasformati, a scapito di frutta, verdure (e legumi) che invece sono “alimenti amici del cuore”.

Lo studio è stato presentato in questi giorni in un congresso dell'American Heart Association.

Foto: Flickr

 



A cura di Cinzia Iannaccio, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2007, blogger, specializzata nel settore della salute e del benessere.
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