Gli indici che predicono l’infarto, e non solo

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Gli indici che predicono l’infarto, e non solo

03-07-2014 - scritto da Dr. Mario Lizza



Gira sul web questo post: "La ricerca ha dimostrato che se mangi sano, non bevi, non fumi, non ti droghi e fai sport… muori lo stesso". Incredibile ma vero! Il destino è uguale per tutti, come descritto anche nella famosa poesia “’A livella” di Totò (muorto si' tu e muorto so' pur'io)!

Volendo parlare razionalmente, ci sono delle vitali domande da porsi: quando arriverà la "livella"? e come ci arriverò a quel momento? E in fondo che cos’è la salute? Ivan Illich scriveva che la salute non è un fattore biologico ma "un compito, la capacità di adattarsi ad un ambiente che cambia - entro certi limiti, evidentemente -, di crescere, di invecchiare, di guarire quando si è malati, di procreare, di soffrire, di vivere senza angoscia, di guardare tranquillamente in faccia alla malattia…". Allora, come far crescere la nostra capacità di adattamento, come stimolare le capacità di auto-guarigione di ciascuno, come vivere senza angoscia, come invecchiare in buona “salute”, con una buona qualità di vita, ecc.?

È ben risaputo che molto spesso malattie, problemi e disfunzioni sono dovuti ad abitudini sbagliate, siano esse alimentari sia esse di vita. "È la nostra natura il vero medico delle nostre malattie" tanto per citare il solito, sfruttatissimo Ippocrate. La prima considerazione è su uno dei principali fattori di rischio per la nostra salute, il peso corporeo. Dire che una persona pesa 70 kg non significa nulla: i 70 kg vanno valutati soprattutto in riferimento all’altezza, poi al sesso, alla massa magra (principalmente i muscoli), alla densità ossea, alla razza.

Indice di Massa Corporea (IMC) o Body Mass Index (BMI)
Uno degli strumenti più pratici e molto semplici per stabilire se il proprio peso è adeguato è l’Indice di Massa Corporea o IMC (BMI o Body Mass Index per gli anglosassoni), utilizzato già 200 anni fa, dal matematico belga Adolphe Quetelet (1796-1874). E’ un parametro molto utile e veloce per ottenere una valutazione generale, un giudizio sul proprio peso corporeo. Esso mette in relazione con una semplice formula matematica l'altezza con il peso del soggetto. Operativamente l'IMC si calcola facendo il rapporto tra il peso, espresso in chilogrammi, e il quadrato dell'altezza, espressa in metri.

Esempio: persona con altezza di 1,70 m e peso di 68 kg

imc

Da questo semplice calcolo o formula emerge un numero, un indice che ci permette di classificare il soggetto in un'area di peso che può essere: grave magrezza - sottopeso – sovrappeso di varia gravità -obesità di grado lieve (se può essere lieve un’obesità!), medio, alto.

tabella1

L'intervallo di normalità dell’ IMC (18,5 - 25 kg/m2) è abbastanza ampio proprio in funzione delle differenze legate al sesso e alla struttura fisica della popolazione. Il calcolo del BMI non tiene infatti conto della maggiore massa muscolare dell'uomo e del giovane rispetto alla donna e all'anziano, né tanto meno delle differenze riguardanti la massa ossea.

Rexford Ahima e Mitchell Lazar dell’università della Pennsylvania (2011), ritenendo che l’indice di massa corporea sia ormai uno strumento obsoleto e non in grado di rispondere alle complesse relazioni dell’era contemporanea tra peso corporeo e stato di salute di un individuo, scrivono: "L’indice non riflette accuratamente la proporzione tra muscoli e tessuto grasso nel corpo, e non tiene conto del genere e delle differenze di razza tra le persone. Inoltre l’accumulo di grassi in alcune aree del corpo sembra dannoso, mentre in altre appare poco pericoloso", mettendo in risalto come chi abbia un Bmi normale possa comunque avere problemi di salute legati ad una dieta povera e poco bilanciata.

Dopo queste osservazioni sono stati costruiti altri indici più complessi con ulteriori parametri da calcolare, come la misura dei cosiddetti ormoni dell’adipe, miochine e citochine, che potrebbero servire a predire il rischio associato a obesità e sindrome metabolica.

Tuttavia, personalmente ritengo che già la misura dell’Indice di Massa Corporea da sola possa dirci molte cose, come ben rappresentato dal sottostante grafico ripreso dalla prestigiosa rivista inglese The Lancet (2009).

diminuzione_vita

Nel grafico, avere un IMC di 30 significa avere quasi due anni di vita di meno (ma l’esperienza dice anche di più!).

La circonferenza vita
Un indice molto semplice e utile a quantificare il rischio cardiovascolare in una persona è stato introdotto da oltre 15 anni: la misura della circonferenza vita. Questo indice ci da un’idea delle modalità di distribuzione del grasso corporeo correlata al rischio di patologie cardio-vascolari.

Nei maschi prevale l'obesità di tipo androide (a mela) mentre nelle femmine prevale l'obesità di tipo ginoide o a pera (massa adiposa concentrata nelle anche, nelle natiche, nelle cosce e nell'addome al di sotto dell'ombelico).
Diversi studi hanno dimostrato che l'obesità di tipo androide o a mela (massa adiposa concentrata nel viso, nel collo, nelle spalle e soprattutto nell'addome poco al di sopra o proprio sull'ombelico) si associa a livelli più alti di glicemia, trigliceridi e pressione arteriosa, si associa a russamento notturno e alla sindrome delle apnee notturne (OSAS), altro grave rischio cardiovascolare, non oggetto di questi appunti.

Con un metro morbido da sarto, ecco come si misura.

misurazione_vita

Si ritiene che nell’uomo questa circonferenza non debba superare i 94 cm (livello di attenzione), ma soprattutto non deve superare 102 cm (livello di allarme); nella donna il livello di attenzione è di 80 cm e il livello di allarme 88 cm:

tabella2

Rapporto Vita - Fianchi
Fin dal 2005 alcuni ricercatori norvegesi, dopo aver preso in considerazione 27 mila persone, metà delle quali aveva avuto in precedenza un episodio infartuale, indipendentemente dalla presenza di altri fattori di rischio hanno sostenuto che molto più attendibile, addirittura tre volte più efficace dell’Indice di Massa Corporea per predire un infarto del miocardio (e altri rischi cardiovascolari come l’ictus), è un altro indice, il cosiddetto WHR. Secondo questi autori, l’IMC ha portato ad una sostanziale sottostima della diffusione dell’obesità e dei rischi che comporta.

Il Waist to Hip Ratio (WHR, rapporto vita – fianchi, waist= girovita, hip= fianco, ratio=rapporto) è una misurazione molto semplice. Esprime il rapporto tra la circonferenza della vita e quella dei fianchi e viene utilizzato per valutare meglio la distribuzione del tessuto adiposo nel corpo umano. Questo rapporto ci dice meglio come si distribuisce il grasso corporeo così strettamente correlabile al rischio di patologie cardiovascolari.

Come fare:
• misurare prima la circonferenza della vita 1 cm al di sopra o sull’ombelico
• misurare i fianchi nel loro punto più largo (come da figura).

misurazione_vita_fianchi

• Calcolare il rapporto vita fianchi tramite la seguente formula: WHR = circonferenza vita / circonferenza fianchi

tabella3

Più alto è questo rapporto maggiore è la probabilità che si verifichi un attacco di cuore, rispetto a coloro che presentano un rapporto più basso.
Per tornare a bomba al concetto espresso all'inizio dell'articolo, "La ricerca ha dimostrato che se mangi sano, non bevi, non fumi, non ti droghi e fai sport…" e puoi misurarne i risultati con gli indici illustrati sopra, vivi di più, vivi meglio, e puoi godere di serenità e dei veri, tanti piaceri che la vita ci regala.

MARIO LIZZA
Presidente Società Italiana di Igiene e Medicina preventiva, sezione Abruzzo – Molise
Già direttore medico ASL Pescara
Autore del volume “LA FATICA DI ESSERE SANI” – SEUSi (Soc. Editr. Unitaria Sindacale)
 



Profilo del medico - Dr. Mario Lizza

Nome:
Mario LIZZA
Professione:
Medico specialista attività privata
Occupazione:
Pres. Società Italiana Igiene e Medicina preventiva, sez.Abruzzo–Molise, già dir. medico ASL Pescara
Contatti/Profili social:


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