Gonfiore, gas, cattiva digestione: e se fosse colpa della frutta?
La frutta fa bene ma, per evitare fastidiosi imbarazzi intestinali, meglio non esagerare
Scopriamo quanta frutta mangiare e quando consumarla per evitare problemi intestinali
Pesche, albicocche, meloni, prugne, mele e pere: d’estate ci si può davvero sbizzarrire con la frutta ma... quando è troppa è troppa! Rinfrescante, gustosa e indispensabile per un buon equilibrio alimentare, la frutta è una scelta molto valida dal punto di vista nutrizionale, ma dobbiamo comunque tenere conto del suo contenuto di calorie, anche se modesto, e di zuccheri che, benché accompagnati da numerose sostanze protettive (come vitamine, minerali e fibre) sempre zuccheri sono. Quindi, meglio non esagerare. Primo, perchè tutti gli eccessi sono nocivi per la linea; secondo, perchè alcune varietà, o più in generale la frutta troppo matura, tendono a produrre gas nell’intestino, a fermentare e aumentare il gonfiore.
Se tendiamo a soffrire di pancia gonfia e meteorismo, dobbiamo stare attenti a limitare le porzioni di mele, prugne, banane, melone, anguria, kiwi e uva. Se proprio non possiamo farne a meno, scegliamo la frutta un po’ più acerba, che presenta un minor rischio di fermentazione intestinale, e ricordiamo di sbucciarla sempre.
La frutta va consumata a fine pasto o a merenda? Dipende. L’ideale sarebbe mangiarla a colazione e come spuntino di metà mattino o metà pomeriggio, quando lo stomaco è vuoto, condizione che favorisce il massimo assorbimento delle vitamine. Va bene anche all’inizio dei pasti perchè, grazie al suo volume, dona un senso di sazietà e può aiutare a moderarsi a tavola. Se consumata con altri alimenti, invece, rallenta l’intero processo digestivo, di qui effetti imbarazzanti come gonfiore e gas abbondanti e maleodoranti. Solo in qualche caso è consigliato mangiarla dopo i pasti: una fetta di ananas o di papaya alla fine di un pranzo o di una cena proteici, ad esempio, facilita la digestione per la presenza di bromelina e di papaina, due enzimi che favoriscono la demolizione delle proteine.
Le tre, quattro porzioni giornaliere di frutta (da 150 g l’una) e le due di verdura (da 250 g se ortaggi e 50 g se insalata) suggerite dalle linee guida italiane sono un buon riferimento, con la raccomandazione di variare molto le scelte per aumentare la gamma di sostanze protettive.
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A cura di Viviana Vischi, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico.
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