Informarsi sulla PMA, Intervista alla dr.ssa Mattei, Centro Melloni di Milano

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Informarsi sulla PMA, Intervista alla dr.ssa Mattei, Centro Melloni di Milano

03-06-2013 - scritto da fecondazioneassistita

PMA e pubblico Registro Nazionale: cos'è, a cosa serve, come consultarlo

Procreazione medicalmente assistita: come consultare il Registro Nazionale istituito presso l'Istituto Superiore della Sanità

La coppia infertile può informarsi sulle tecniche di PMA praticate nei diversi centri italiani e conoscere gli esiti e la resa dei cicli di PMA consultando il pubblico Registro Nazionale istituito presso l'Istituto Superiore della Sanità. La Dr.ssa Mattei, intervenuta di recente al seminario annuale sulla PMA sponsorizzato da Ferring, ci spiega che cos'è il Registro e che tipo di informazioni e dati qualitativi e quantitativi si possono consultare.

1. Quante coppie fanno ricorso alla procreazione medicalmente assistita in Italia, è un fenomeno costante, in aumento o in diminuzione?

E’ un fenomeno in costante aumento. Ogni anno aumenta il numero delle coppie che si sottopongono a trattamenti di fecondazione assistita di primo e di secondo livello.
Nel 2010 le coppie che hanno fatto ricorso alle tecniche di primo livello sono state più di 19.000, mentre più di 44 mila hanno fatto ricorso a tecniche di fecondazione assistita di secondo e terzo livello.

2. Quanti bambini nascono ogni anno in Italia grazie alle tecniche della procreazione medicalmente assistita?

Secondo la Relazione Ministeriale del 28 giugno 2012, consultabile all’indirizzo http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1788_allegato.pdf , nel 2010 sono nati più di 12.000 bambini grazie alla procreazione medico assistita. Nel Registro Nazionale sono riportati i dati riferiti ai nati a seguito del ricorso delle tecniche di primo livello, che fondamentalmente sono le tecniche di inseminazione intrauterina –IUI, che prevedono l’introduzione del liquido seminale all’interno della cavità uterina, e quelli nati a seguito del ricorso alle tecniche di secondo e terzo livello, sia a fresco che da scongelamento, che sono le tecniche di fertilizzazione maggiore, vale a dire la fecondazione in vitro e il trasferimento dell’embrione.

3. Sono dati sensibilmente diversi da quelli registrati nei paesi del Nord Europa?

I dati non sono così diversi però sono difficilmente paragonabili. I dati che abbiamo dal registro europeo raccolti in 19 paesi risalgono al 2008, quindi con una discrepanza di due anni rispetto a quelli raccolti in Italia. Il registro del 2008 dimostra che i cicli europei sono stati complessivamente più di 350.000; nel 2010 in Italia sono stati realizzati nel totale circa 91.000 cicli per IUI e FIVET.

4. Quali sono le probabilità di riuscita di entrambe le tecniche?

Diciamo che mentre per le tecniche di primo livello abbiamo dal 12 al 14% di resa in termini di gravidanza, per quanto riguarda le tecniche di secondo livello la resa è senz’altro maggiore, diciamo che si modula tra un 22 e il 30% e ovviamente però all’interno di questo % sussiste una graduatoria legata fondamentalmente all’età materna.

5. E quali sono i principali fattori che determinano un esito favorevole?

Il principale tra tutti è l’età dell’ovocita e quindi ovviamente l’età materna. Purtroppo l’affluenza alle tecniche sta interessando sempre più le fasce più alte di età e questo penalizza la tecnica qualunque essa sia, perché l’età dell’ovocita e quindi la senescenza ovocitaria è il primo grosso aspetto che dà una sicurezza sull’eventuale successo riproduttivo della coppia. Anche la patologia che sottende la sterilità gioca un ruolo notevole, nel senso che una endometriosi che accerchia il livello pelvico in maniera severa, è quella che dal punto di vista prognostico, indipendentemente dall’età della donna, ha esiti meno felici.

6. Qual è l’età della ricerca del primo figlio?

Si sta spostando sempre più avanti l’età della ricerca del primo figlio, stiamo arrivando oltre i 35 anni.

7. Come può la coppia ottenere delle informazioni sui centri che praticano la PMA?

In Italia esiste una grossa poliedricità di centri autorizzati alla PMA ubicati nel nord, nel centro e nel sud Italia e sono tutti presenti nell’elenco del Registro Nazionale Procreazione Medicalmente Assistita istituito presso l’Istituto Superiore della Sanità Istituto Superiore di Sanità: Registro Nazionale Procreazione Medicalmente Assistita - Centri in Italia

8. Che cos’è il Registro Nazionale della Procreazione Medicalmente Assistita?

E’ un Registro ufficiale che fornisce i dati sulle attività svolte dai centri di PMA pubblici, privati e convenzionati sia per il primo, secondo e terzo livello di PMA. Ogni anno questi dati vengono presentati e commentati nella Relazione annuale della Ministro della Salute al Parlamento per quanto riguarda le normative sulla legge sulla PMA, secondo la legge 40/2004.

9. Perché è stato creato e quali sono i suoi obiettivi?

La finalità è quella di monitorare tutta l’attività svolta dai centri PMA secondo le indicazioni dell’art.11 della legge 40/2004, dalle linee guida e dagli emendamenti dati nel 2009 dalla Corte Costituzionale. In base alla legge i centri di PMA inviano annualmente all’Istituto Superiore di Sanità dati relativi all’età delle donne che intraprendono la PMA, alla tipologia della motivazione per cui hanno affrontato il ciclo, al numero dei cicli fatti, agli esiti dei cicli, al tipo di gravidanza, aborto, effetti collaterali; successivamente l’Istituto Superiore della Sanità aggrega i dati per regione, e l’insieme di questi dati costituisce l’oggetto della relazione annuale del Ministro della Salute sulla PMA.

10. Come vengono rese pubbliche le informazioni raccolte nel registro?

I cittadini e quindi le coppie che vorrebbero ricorrere alla PMA possono aver accesso ai dati raccolti dal registro e se sì a quali?
All’Istituto Superiore di Sanità può accedere qualsiasi cittadino, digitando Istituto Superiore di Sanità: Registro Nazionale Procreazione Medicalmente Assistita si accede all’elenco dei centri e alle rispettive tecniche che i vari centri espletano.

Si può consultare anche la relazione ministeriale annuale che riporta tutti i dati sui risultati dei vari cicli, analisi condotte a livello nazionale e regionale e non per singolo centro di PMA. Non esistono dati sulle rese di inseminazione o fivet che sono riferite ad uno specifico centro di PMA, i dati consultabili sono scorporati per regione e poi accorpati nel numero dei pazienti, nel numero dei cicli, numero dei risultati ottenuti, a livello regionale e nazionale. I centri di PMA inseriscono i dati nel registro tramite codice, ma non hanno la possibilità di vedere ed analizzare i dati relativi agli esiti dei cicli inseriti dagli altri centri, possono esaminarli in maniera aggregata.

Del resto non avrebbe senso confrontare le singole rese dei centri perché esse non possono essere paragonabili, in quanto gli esiti favorevoli dei cicli di PMA dipendono innanzitutto dall’età della donna e dalla tipologia della sterilità che presenta la coppia. Se ad un centro si rivolge un’utenza già avanti con gli anni, chiaramente la resa statistica di cicli di PMA sarà notevolmente più bassa rispetto ad un centro frequentato da un parco clienti più giovani.
In Lombardia facciamo circa ¼ di tutta la procreazione assistita italiana ed abbiamo tantissimi pazienti con liste di attesa lunghe, non ci interessa la competizione tra centri, ci interessa crescere in maniera uniforme e portare avanti le tecniche nella maniera migliore possibile .

11. Sussistono, secondo Lei, delle differenze tra i centri o sono uguali ed offrono tutti gli stessi servizi?

Ci sono centri che espletano solo l’attività di primo livello, di inseminazione, e centri che svolgono quelle di primo, di secondo e di terzo livello, dove si manipola anche il maschio, nel senso che si possono fare prelievi direttamente dal testicolo.

12. Anche negli altri paesi europei esiste il Registro e se sì da quanto tempo?

I registri europei hanno una diversa connotazione, ci sono registri che connotano le pazienti già addirittura dagli anni 80’, registri che hanno cominciato come noi in funzione di una legge. In assenza di legge tutti i centri ovviamente avevano le loro registrazioni ma non erano tenuti a renderli disponibili per l’ente pubblico. In Italia il registro è iniziato nel 2004 proprio a seguito della emanazione della legge 40/2004 con cui si è instaurata questa dimensione di valutazione e di controllo, di divulgazione dei risultati delle tecniche di PMA.

13. 121.708 trattamenti svolti nei centri italiani per la PMA tra il 2005 e il 2007, sono pochi o sono tanti rispetto agli altri paesi europei?

Sono tanti, nel senso che se noi consideriamo i cicli europei del 2008, possiamo dire che sono stati fatti 947 cicli per milione di abitante; se consideriamo i dati presentati nella relazione ministeriale del 2010, in Italia sono stati realizzati 377 cicli medio per 100.000 donne in età feconda dove l’età feconda è quella compresa tra 15-49 anni ex ISTAT.
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1788_allegato.pdf

Redazione Network for Health

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