Meteorismo e disturbi digestivi: ecco le regole d'oro per combatterli

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Meteorismo e disturbi digestivi: ecco le regole d'oro per combatterli

04-09-2013 - scritto da Paola Perria

Acidità di stomaco e gonfiore sono spesso figli delle nostre cattive abitudini, ma si può rimediare

Il meteorismo e il mal di stomaco possono diventare un ricordo seguendo qualche semplice regola di buon senso

Meteorismo e disturbi digestivi: ecco le regole d'oro per combatterli Chi è che non si è trovato alle prese con disturbi digestivi come meteorismo, acidità di stomaco, magari colite o gastrite? Non parliamo di quelle indigestioni occasionali che in genere seguono la canoniche abbuffate delle feste, quando si mangia e si beve sempre troppo, finendo per stare male. Piuttosto ci riferiamo a quei malesseri che ormai sembrano colpire sempre più soggetti giovani (neppure i bambini sembrano esserne immuni), senza cause apparenti.

Il generico mal di stomaco, il senso di bruciore a livello epigastrico, la difficoltà e la lentezza della digestione, problemi di stitichezza alternata a diarrea, infatti sono altrettanti segnali che un certo equilibrio, nel nostro corpo, si è rotto. Molte persone si recano dal medico e si sottopongono a tutti gli esami e gli accertamenti che in genere si prescrivono per la diagnosi delle malattie del tubo digerente, senza, però arrivare a scoprire la causa del loro malessere.

In questi casi si parla sempre di gastrite nervosa, di colite spastica, di generica dispepsia da stress. E l'unica cura per questo genere di sintomi (perché tali sono), è la prescrizione di qualche farmaco anti-acido da assumere all'occorrenza, che, alla lunga, finisce per esacerbare l'irritazione degli organi digestivi. Che fare? Bé, il gonfiore addominale, il non riuscire a digerire i cibi in modo corretto, potrebbe stare ad indicare che non siamo più capaci di ascoltare il nostro corpo e le sue esigenze.

Rallentare i ritmi, questa è la prima soluzione. Mangiare è un piccolo rito, riscopriamo il piacere di sederci a tavola e consumare i nostri pasti con la necessaria calma, magari svegliandoci un po' prima al mattino o modificando i nostri tempi di lavoro. Masticare lentamente ogni boccone, dedicare il giusto tempo ad ogni pietanza, "sentendo" pienamente il gusto dei cibi e fermandoci quando ci sentiamo sazi, ma non pieni, è una buona abitudine da recuperare, che in troppi abbiamo perso, o mai avuto.

Anche la scelta degli alimenti è cruciale. Preferiamo ciò di cui conosciamo la provenienza, siano frutti, ortaggi o carni, pesce e formaggi. Acquistiamo prodotti freschi e di stagione, possibilmente a km zero. Componiamo i nostri menù in modo che siano bilanciati e non eccediamo mai nei condimenti, nei grassi, nel sale e negli zuccheri. Scegliamo gusti neutri e gradevoli al palato, alterniamo cibi cremosi o brodosi a cibi crudi o da "sgranocchiare", e non ceniamo mai troppo tardi, a ridosso dell'ora di andare a dormire.

Questo favorirebbe tutti i disturbi del tubo digerente, soprattutto il reflusso gastroesofageo. Cerchiamo di evitare di mangiare per motivi che non siano la necessità di nutrirci e il piacere di condividere il cibo con i nostri cari. Quindi la noia, la rabbia, l'insoddisfazione, la paura, la tristezza, la frustrazione, non siano scuse per affogare nel cibo. Esso ci serve per sostentarci e per gratificarci, ma non è una panacea di tutti i mali. Se restituiamo al cibo il suo valore, se mangiamo con piacere e lentamente, se ci alziamo da tavola grati per l'energia che abbiamo assimilato, pian piano anche il meteorismo, il gonfiore, l'acidità, spariranno.


Foto| via Pinterest

A cura di Paola Perria, Giornalista pubblicista iscritta all'Albo dal 2009, Master I livello in Gender Equality-Strategie per l’equità di Genere con tesi sulla medicina di genere.
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ATTENZIONE: le informazioni che ti propongo nei miei articoli, seppur visionate dal team di medici e giornalisti di ForumSalute, sono generali e come tali vanno considerate, non possono essere utilizzate a fini diagnostici o terapeutici. Il medico deve rimanere sempre la tua figura di riferimento.



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