Primo bimbo italiano, nasce da ovocita vitrificato

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Primo bimbo italiano, nasce da ovocita vitrificato

06-11-2013 - scritto da Cinzia Iannaccio

Donna con tumore si sottopone a vitrificazione degli ovociti: ora è mamma

Un bimbo nonostante un tumore alle ovaie, ecco come

Primo bimbo italiano, nasce da ovocita vitrificato Un tumore e la successiva terapia non precludono più la possibilità di avere un bambino. Ormai la tecnologia e la ricerca scientifica offrono alle donne delle soluzioni possibili. L’ultimo successo al riguardo è stato quello che ha visto venire al mondo lo scorso 26 ottobre a Milano, il primo bambino italiano, grazie all’utilizzo di un ovocita congelato, con la tecnica definita di “vitrificazione”.

Non si tratta di una metodica nuovissima, è bensì convalidata e di recente è stata riconosciuta come standard ottimale in caso di conservazione della fertilità in donne oncologiche, dalle varie società scientifiche internazionali.

La storia inizia nel 2008 con la diagnosi di un tumore alle ovaie: la giovane paziente accetta di sottoporsi al prelievo degli ovociti con lo scopo di crioconservarli, per una futura gravidanza, consapevole di come le necessarie terapie oncologiche del caso avrebbero potuto renderla sterile. Il tutto avviene in un Laboratorio “Genera”, a Roma, una delle prime strutture al mondo ad utilizzare la tecnica della vitrificazione dell’ovocita. A distanza di 5 anni, stabilita la guarigione della donna dal tumore alle ovaie è stato possibile fecondare gli ovociti criopreservati ed impiantare nell’embrione nell’utero della paziente, ora neomamma.

Ma in cosa consiste questa tecnica particolare? La 'vitrificazione' è semplicemente una delle metodiche di crioconservazione degli ovociti, la tecnica più avanzata, più innovativa in praticità e sicurezza. Si effettua dopo il prelievo degli ovociti stessi, in seguito a stimolazione ormonale e per determinate condizioni patologiche: nel caso di tumore, di interventi chirurgici invasivi alle ovaie o di endometriosi grave.

Di recente abbiamo parlato anche di un altro caso australiano in cui addirittura la gravidanza post tumore è stata possibile grazie alla conservazione di “tessuto” ovarico. Successi del genere rappresentano una speranza di più per una qualità della vita migliore oltre la malattia. Non credete anche voi?

Foto: Flickr

A cura di Cinzia Iannaccio, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2007, blogger, specializzata nel settore della salute e del benessere.
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