Colon irritabile: e se fosse sensibilità al glutine?

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Colon irritabile: e se fosse sensibilità al glutine?

13-09-2016 - scritto da Paola Perria

Dolore e gonfiore addominale possono essere sintomo di una sensibilità al glutine dei cereali.

Non solo celiachia, il 40% dei casi di colon irritabile è "colpa" del glutine.

La sindrome del colon irritabile colpisce una percentuale di adulti situata tra il 10 e il 20% (se ci riferiamo all’Europa). Peccato che questa condizione di sofferenza, caratterizzata da sintomi come crampi, spasmi e dolori addominali, gonfiore e meteorismo, flatulenza, alitosi, stitichezza ostinata alternata a episodi di diarrea, sia troppo spesso del tutto trascurata e sotto diagnosticata, quindi non curata.

Le persone che soffrono di intestino irritabile celano il loro disagio persino a loro stessi, considerando questo “segnale” forte e chiaro di difficoltà dell’apparato digestivo come una sorta di male inevitabile con cui convivere. Eppure, talvolta, le soluzioni sono, o sarebbero, a portata di mano, a partire da una semplice modifica della propria dieta.

Parliamo in particolare del glutine, quella sostanza proteica contenuta in molti cereali, tra cui il comune frumento, che conferisce alle farine quella caratteristica consistenza ed elasticità che ne permette la lavorazione.

 


 

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La pasta, il pane, le torte, la pizza, i grissini o le fette biscottate, i dolcetti e le sfogliate che tanto amiamo e che consumiamo ogni giorno, sono tutti derivati del frumento ricchi di glutine, e a questi dobbiamo aggiungere anche i derivati di cereali come il farro, l’orzo, l’avena ecc. Contengono glutine anche le birre di malto d’orzo e di grano, e molti prodotti industriali tra cui le carni lavorate in cui sia stato aggiunto, ad esempio, del pane grattugiato.

 

Insomma, il glutine è una sostanza che entra nella nostra dieta quotidiana in concentrazioni spesso considerevoli, tali da crearci dei problemi senza che neppure ce ne rediamo conto.

Un po’ tutti conosciamo qualcosa della celiachia, una malattia autoimmune cronica e molto seria (ma anch'essa sottovalutata!) che è provocata proprio da una intolleranza permanente al glutine. Per il celiaco i cereali e i derivati che contengono glutine sono un veleno, che intossica il loro organismo e determina una sequenza di sintomi invalidanti tra cui perdita di peso e malassorbimento, anemia, perdita dei capelli, dolori addominali continui e molto forti, cefalea e dermatiti, nei bambini blocco della crescita, deficit mnemonici e irritabilità, disturbi della sfera riproduttiva ecc.

 

Se la celiachia è una malattia con tratti specifici, esiste, però, anche un tipo di intolleranza, o meglio, di sensibilità al glutine che può insorgere in qualunque momento della vita con sintomi molto simili a partire proprio dalla sindrome del colon irritabile. Perché accade questo? La sensibilità ad una sostanza alimentare in genere insorge quando si eccede nel suo consumo, e quando vi è, naturalmente, anche una certa predisposizione. Una dieta troppo ricca di carboidrati raffinati derivati dalle farine di frumento (soprattutto bianche) e povera di fibre e di antiossidanti (come quelli contenuti in frutta verdura), può generare a livello intestinale una sorta di sovraccarico, e quindi di rigetto.

L’eccesso di glutine non riesce più ad essere metabolizzato correttamente e il sistema immunitario reagisce provocando una infiammazione delle mucose del colon, con i sintomi di dolore, gonfiore e difficoltà nell’evacuazione.

 

Chi soffre di sindrome dell’intestino irritabile, si ritrova sempre con la pancia gonfia e dolorante, difficoltà nell’evacuazione con emissione di muco e talvolta sangue, e ha una dieta ricca di cereali e derivati (ovvero consuma molta pasta, molto pane e pizze, molti dolci e prodotti farinacei), allora può provare ad eliminare per un certo periodo di tempo tutti i prodotti alimentari che contengono glutine, sostituirli con alternative "free" e stare a vedere cosa accade.

 

Se i sintomi regrediscono l'intestino risponde bene, allora significa che può esserci una certa sensibilità al glutine e che bisogna dare il tempo all'organismo di “disintossicarsi”. Questo non vuol dire che non si potrà mai più mangiare una pizza in compagnia, perché a differenza della celiachia la sensibilità al glutine è reversibile. Bisognerà solo astenersi per un certo periodo e poi reintrodurre gradualmente piccole dosi di alimenti contenenti questa proteina in modo da permettere all’organismo di assimilarla al meglio.

Al momento della reintroduzione, il consiglio è quello di scegliere cereali integrali, se possibile, e di non eccedere mai nelle dosi, evitando, quindi, di inserire in un solo pasto troppi cibi derivanti dal frumento o comunque contenenti glutine (incluso il seitan, prodotto veg simile alla carne, derivato proprio dalla lavorazione del glutine del grano).

 

Leggi anche:

Colon irritabile: i consigli pratici

Pancia gonfia, quando la colpa è delle emozioni

Intestino: il "secondo cervello"



A cura di Paola Perria, Giornalista pubblicista iscritta all'Albo dal 2009, Master I livello in Gender Equality-Strategie per l’equità di Genere con tesi sulla medicina di genere.
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