Slow Medicine: contro l’allergia, meno è meglio
Siaaic e Slow medicine insieme per sostenere un approccio più sobrio alla prescrizione di trattamenti e prestazioni mediche.
Non sempre fare di più significa fare meglio. I consigli per gli allergici.
Sono uno spreco di risorse per tutta la società, non offrono benefici concreti ai pazienti e causano spesso il ricorso a trattamenti ed esami costosi ma inefficaci o inutili: parliamo di prestazioni mediche inappropriate in allergologia, contro cui si è schierata la Siaaic facendo sua una battaglia che Slow Medicine porta avanti per tutte le branche della medicina.
La riduzione degli sprechi in medicina infatti non è soltanto un imperativo etico ma anche dovere civico, in un momento come quelle che stiamo attraversando in cui le risorse a disposizione del Servizio Sanitario Nazionale sono sempre meno. E Slow Medicine è una associazione che promuove una filosofia di riduzione degli sprechi in medicina e promozione della sostenibilità dei sistemi sanitari, per la società e per il paziente.
Il progetto “Fare di più non significa fare meglio”, al quale la Siaaic ha aderito, è partito in America con il nome di “Choosing Wisely”, grazie all’iniziativa di Howard Brody e ad un articolo di lancio della iniziativa su New England Journal of Medicine.
Questo progetto prevede che alcuni professionisti designati in ciascun settore concorrano a stilare una lista di esami diagnostici e trattamenti che non sempre sono necessari o di cui non è dimostrato l’effettivo beneficio. Trattamenti ed esami, dunque, che rappresentano un utilizzo inappropriato delle risorse.
Lo scopo dell’operazione è quello di veicolare a pazienti e medici il messaggio che quando si parla di salute a volte fare meno è anche fare meglio e che non sempre chi prescrive il maggior numero di esami e trattamenti è anche il medico più competente.
Siaaic ha raccolto l’invito di Slow Medicine ed ha istituito un gruppo di lavoro stilando una lista di cinque pratiche ad alto rischio di inappropriatezza.
Ecco quali sono i consigli che l’associazione di allergologia ha diffuso a medici e pazienti:
- Non eseguire test allergometrici per farmaci (anestetici inclusi) e/o per alimenti senza prima avere attentamente valutato una anamnesi e in assenza di sintomi compatibili con reazioni da ipersensibilità
- Non eseguire test per la diagnosi di allergie o intolleranze alimentari che non siano validati (come il Vega test, l’analisi del capello e i vari esami che utilizzano tecniche di biorisonanza)
- Non prescrivere o effettuare esami allergometrici sierologici (IgE totali, IgE specifiche, ISAC) come esami di primo livello o di screening
- Non trattare pazienti sensibilizzati ad allergeni o apteni per i quali non è dimostrata, nel singolo paziente, la correlazione temporale/causale tra l’esposizione e la comparsa dei sintomi. Questa raccomandazione è particolarmente valida per le diete di eliminazione e per l’immunoterapia specifica
- Non formulare una diagnosi di asma bronchiale senza che siano state effettuate scrupolose prove di funzionalità respiratoria (compresi i test di broncodilatazione farmacologica e i test di provocazione bronchiale)
Per maggiori dettagli, è possibile scaricare la scheda riassuntiva completa preparata da Siaaic e Slow Medicine.
A cura di Patrizia Frattini aka Rockcopy, copywriter e Giornalista pubblicista iscritta all'Albo dal 2012, da anni attiva (anche, ma non solo) nel settore dell’informazione scientifica e divulgativa.
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ATTENZIONE: le informazioni che ti propongo nei miei articoli, seppur visionate dal team di medici e giornalisti di ForumSalute, sono generali e come tali vanno considerate, non possono essere utilizzate a fini diagnostici o terapeutici. Il medico deve rimanere sempre la tua figura di riferimento.