Tumore del colon: l'esperto risponde (prima parte)

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Tumore del colon: l'esperto risponde (prima parte)

01-12-2015 - scritto da Francesca Morelli

Fattori di rischio, alimentazione, diagnosi e nuove tecnologie: l'oncologo risponde alle principali domande sul tumore del colon.

Prevenzione, diagnosi e cura del tumore del colon-retto.

Tumore del colon: l'esperto risponde (prima parte)

È il 4° tumore più frequente negli uomini e il 3° nelle donne: colpisce così, indifferentemente e senza fare distinzioni di sesso, il tumore del colon. Raro prima dei 40 anni, più diffuso intorno o dopo i 60 anni, il tumore del colon-retto ha il suo picco di incidenza intorno agli 80 anni di età. In Italia si registrano ogni anno all’incirca 20 mila nuovi casi tra i maschi e circa 17 mila nuovi casi tra le femmine.

Un tumore, quello del colon-retto, che ha fatto recentemente parlare di sé, a gran voce, dopo il dibattito nato attorno alla cancerogenicità di un consumo eccessivo e per altro già noto di carni rosse e raffinate, che rappresentano il maggiore fattore di rischio alimentare per l’insorgenza di questa problematica intestinale.

Abbiamo fatto il punto su prevenzione, diagnosi e cura con il dottor Antonio Facchiano, oncologo molecolare.

 

1) L’OMS ha recentemente inserito le carni rosse e i prodotti trattati quali pancetta, prosciutto, wurstel e salsicce tra gli alimenti potenzialmente a rischio per lo sviluppo di alcuni tumori, fra cui anche quello del colon retto. Quali consigli dare alla popolazione carnivora circa il consumo delle amate bistecche?

Il consiglio è certamente quello di agire con buon senso, evitando di cadere nella facile trappola degli estremismi, tenendosi invece informati sui progressi della conoscenza. Il cibo non è solo l’espressione di una necessità alimentare fisiologica, ma è anche fonte di piaceri, alcuni dei quali raccontano la "storia" di usi e culture millenari tramandati nel tempo; il cibo rappresenta anche una risorsa economica rilevante. In particolare, il piacere del gusto ha un peso significativo nella dieta e nella tradizione alimentare; regimi dietetici percepiti come “non gustosi” o troppo restrittivi vengano spesso rifiutati o seguiti solo parzialmente. Escludere del tutto un alimento dalla dieta potrebbe inoltre avere anche importanti effetti collaterali, privando cioè l’organismo di principi nutrivi necessari, specie in fasce particolari della popolazione, come i bambini, gli anziani, i malati.

L’OMS ha recentemente ribadito quanto aveva già indicato nel 2002, invitando cioè ad un consumo ridotto della carne rossa a favore di una dieta mediterranea, i cui benefici sono stati anche al centro di molti dibattiti nel corso di EXPO 2015.

Questo non significa abolire del tutto la carne dalla nostra dieta, ma piuttosto limitarne il consumo a 1-2 volte a settimanaacquisendo proteine da alimenti vegetali negli altri giorni. Inoltre andrebbe prestata attenzione anche alla modalità di cottura e trattamento della carne, limitando ad esempio il consumo di carne cotta “alla griglia” o affumicata. È infatti noto da molto tempo che questi trattamenti o le "bruciature" cui viene sottoposto l’alimento determinano l’accumulo di prodotti di combustione, gli idrocarburi policiclici, che sono dannosi per la salute.

 

2) Ancora una volta si ribadirebbero i benefici derivanti da una dieta vegetariana, di alcuni alimenti in particolare. Fra questi l’olio di oliva, promosso da uno studio italiano e al cui consumo si assocerebbe una riduzione del rischio di tumore del colon. Quali sono gli agenti protettivi di questo alimento e in quale misura introdurlo nella dieta?

Diversi studi hanno ormai definitivamente dimostrato gli effetti benefici e salutistici dell’olio extravergine di oliva, correlabili soprattutto alla presenza di alcuni polifenoli, del tirosolo e idrossitirosolo in particolare, due derivati dall’oleuropein con importante attività antiossidante, e che fanno dell’olio di oliva un alimento con un’alta capacità di neutralizzare i radicali liberi.

Ancora più attiva dell’olio di oliva è la foglia d’insalata; ecco perché il mix di questo vegetale e di un buon cucchiaio di olio crudo fanno di questo piatto "green" un toccasana per la salute.

Altri antiossidanti presenti nell’olio di oliva e altrettanto benefici sono la vitamina E (alpha-tocoferolo), lo squalene, il beta carotene che è un precursore della Vitamina A, e altri caroteni.

 

3) Sono esami antipatici, ma essenziali per prevenire il tumore dell’intestino. Quanto è importante sottoporsi a uno screening gastroenterologico e con quale frequenza? In che cosa consiste e a chi è indicato?

La prevenzione è in ogni caso la migliore difesa. L’educazione alla prevenzione, negli adulti e nelle scuole (magari attraverso una formazione specifica degli insegnanti), dovrebbe diventare parte integrante della nostra cultura e della nostra vita. Anche lo Stato dovrebbe esercitare un ruolo più convinto di guida e di orientamento alla prevenzione. In linea generale lo screening per il cancro del colon prevede come prima tappa un esame molto semplice e per nulla invasivo, ossia la ricerca del sangue occulto nelle feci, consigliata almeno 1 volta ogni due anni alle persone con più di 50 anni.

L’eventuale presenza di sangue non visibile (“occulto”) è la spia della possibile presenza di polipi adenomatosi, forme pre-cancerose che possono sanguinare in maniera nascosta, e dalle quali può originare un tumore invasivo.

Esami più impegnativi sono la colonscopia e la rettoscopia, certamente più lunghi, più invasivi e più costosi, che però vengono eseguiti solo quando la ricerca del sangue occulto esprima un sospetto diagnostico. Accanto all’indubbia invasività di queste tecniche diagnostiche, va detto però che permettono di identificare e asportare lesioni anche molto precoci.

L’identificazione di una lesione è oggi favorita anche dalla colonscopia virtuale, un esame TAC – disponibile già da qualche tempo - che consente la visualizzazione tridimensionale della parete intestinale. Questo esame, costoso ma molto meno invasivo e molto più accettabile per il paziente, si avvia ad essere un possibile esame di screening, entro qualche anno, se ne sarà dimostrata l’efficacia anche nei casi di polipi molto piccoli.

 

4) Diagnosi e cura del tumore del colon-retto: a che punto siamo e dove sta andando la ricerca?

La ricerca e le nuove tecnologie stanno sviluppando tecniche sempre più efficaci verso la diagnosi precoce e terapie efficaci e mirate. La colonscopia virtuale, ad esempio, promette un salto diagnostico di qualità entro i prossimi anni, mentre nuove armi farmacologiche sono già disponibili, fra cui gli inibitori specifici del VEGF e del EGFR

Anche dalla radioterapia ci si aspettano notevoli progressi in un futuro non lontano; per esempio attraverso lo sviluppo dell’adroterapia, una radioterapia ad alta potenza ed estrema precisione, utilizzabile anche a molti centimetri di profondità, quale possibile alternativa alla chirurgia tradizionale.

Si tratta di tecnologie già disponibili, anche in Italia, e in continuo perfezionamento. Esiste però un problema di natura economica, poiché le nuove tecnologie sono molto efficaci, ma altamente costose, e dunque non sempre sostenibili per il Sistema Sanitario Nazionale.

 

Continua a leggere la seconda parte dell'intervista.



A cura di Francesca Morelli, Giornalista pubblicista iscritta all'Albo dal 2014, collaboratrice di testate web di medicina, scienza, salute e benessere specializzate in prevenzione, oncologia, alimentazione, medicina e medicina di genere, pediatria, e-health.

 

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ATTENZIONE: le informazioni che ti propongo nei miei articoli, seppur visionate dal team di medici e giornalisti di ForumSalute, sono generali e come tali vanno considerate, non possono essere utilizzate a fini diagnostici o terapeutici. Il medico deve rimanere sempre la tua figura di riferimento.



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