Ulcera: 6 cose da sapere
L’ulcera è una ferita dentro lo stomaco, ma perché si forma e come si previene?
Non tutte le ulcere sono uguali, a ciascuna la sua cura.
L’ulcera è una piccola ferita, o abrasione, che si forma all’interno dello stomaco o del duodeno (il primo tratto dell’intestino tenue), a livello di mucosa. Per varie ragioni questo rivestimento del nostro principale organo della digestione – che per natura è bello resistente – si indebolisce, diventa più sottile, si irrita e si erode. Un’ulcera peptica non curata può persino perforarsi con dolori molto forti e versamento di sangue.
Ma perché il nostro stomaco può ulcerarsi, e quali sono i fattori di rischio principali? Proviamo a fare un po’ di chiarezza in sei punti.
1) TUTTI POSSONO AMMALARSI DI ULCERA
La “storia” eziologica di questo disturbo comune – si stima che una forbice del 6-15% della popolazione occidentale ne abbia sofferto almeno una volta nella vita – è abbastanza interessante. Fino agli anni ottanta del secolo scorso si attribuiva tutta la colpa ai cibi e allo stress. Successivamente alcuni ricercatori australiani individuarono nella mucosa gastrica dei malati di ulcera un batterio – l’Helicobacter pylori – e le cure si concentrarono nella sua eliminazione. Trattandosi di un batterio, per curare un’ulcera peptica si somministra dunque l’antibiotico in grado di debellarlo. Tuttavia, in moltissimi casi né un cambio drastico nella dieta, né la terapia antibiotica, sono risultati risolutivi.
Alleviare i sintomi di un’ulcera significa soprattutto rinforzare la mucosa gastro-duodenale in modo da ridurre l’effetto erosivo e irritativo dei succhi digestivi, in particolare l’acido cloridrico.
Ma come? Ci sono persone che si ammalano ma se fanno il test del sangue per rilevare la presenza dell’Helicobacter pylori questo risulta negativo, che non mangiano cibi speziati, che non fanno uso o abuso di antinfiammatori e analgesici (anche questi farmaci da banco sono tra i grandi accusati di favorire le ulcere). E quindi? La risposta è che se questa ferita nella mucosa peptica è un sintomo, forse la causa va ricercata altrove, il che comporta una terapia non standard ma personalizzata.
Esistono, quindi, ulcere idiopatiche, di causa sconosciuta, e bisogna scendere a compromessi con questa verità.
2) OCCORRE TEMPO PER STABILIRE LA DIETA GIUSTA
Non ci sono cibi da eliminare del tutto e altri da consumare senza problemi per chi soffre di ulcera peptica. Quello che fa male ad un paziente, può risultare indifferente ad un altro. Ecco che, quindi, per regolarsi occorre tempo, pazienza e osservazione delle proprie reazioni. Molti medici prescrivono gli antiacidi o inibitori della pompa protonica per un certo tempo, al fine di ridurre la produzione di acidi digestivi irritativi. Questa non è una soluzione, ma solo un modo per alleviare il sintomo principale dell’ulcera che è il forte bruciore. Ma la terapia d’elezione dovrebbe essere rappresentata dal cibo, perché l’organo di cui parliamo di cibo si occupa, ovvero della sua riduzione a chimo, una poltiglia che verrà ulteriormente demolita in sostanze più semplici a livello intestinale.
Ma quali cibi togliere e quali inserire nella nutrizione? I gastroenterologi non concordano su questo, quindi si va un po’ per tentativi. Ci sono, per fortuna, alcuni punti fermi: alcool, caffeina e cibi grassi andrebbero ridotti al minimo. E smettere di fumare è un imperativo per i tabagisti con disturbi infiammatori al tubo digerente.
Tuttavia la regola aurea è la seguente: non mangiare ciò che ti fa male.
3) LO STOMACO VUOTO NON VA BENE, ANZI, FA MALE
Ciò non si traduce in un “liberi tutti” che comporta lo sdoganamento del cibo a tutte le ore, naturalmente. Significa che è utile non lasciar trascorrere troppo tempo tra un pasto e l’altro perché altrimenti i succhi gastrici “dell’acquolina” - che in chi soffre di gastrite e ulcera peptica sono prodotti in abbondanza - non trovando oggetto contro cui accanirsi, si accaniscono contro la mucosa.
Quindi può risultare di sollievo concedersi degli spuntini light tra un pasto e l’altro, scegliendo alimenti lenitivi, come ad esempio una bella banana.
4) MAI MANGIARE PRIMA DI ANDARE A LETTO
Anche questa è una regola aurea di comprovata efficacia. Cenare e subito dopo andare a letto rallenta il processo digestivo, il che mantiene elevati i livelli di acidità dello stomaco. È la ragione per cui lo stesso errore non dovrebbe essere compiuto da chi soffre di reflusso gastroesofageo
5) NON AVERE PAURA DEI CIBI CI
Chi soffre di ulcera, e quindi sperimenta sintomi come, appunto, l’acidità di stomaco e il bruciore, è portato a credere che eliminando i cibi acidi (agrumi, pomodori, fragole ecc.), risolverà il problema, In realtà non è così che funziona.
Tutti i cibi una volta giunti nello stomaco diventano acidi, mutano il loro pH a contatto con i succhi digestivi.
Quindi il rischio è quello di favorire cibi che sulla carta sono basici (alcalini) o neutri, a sfavore di altri con pH acido e mangiare malissimo. Perché in realtà la vitamina C (acido L-ascorbico) contenuto in alimenti come kiwi, arance o peperoni crudi non è più corrosiva per la mucosa dello stomaco di un piatto di pasta bianca, inoltre ha un ottimo effetto antinfiammatorio e rinforzante del sistema immunitario.
Possiamo, però, bilanciare i pasti introducendo un po’ di tutto. Anche perché di tutto abbiamo bisogno.
Anche in questo caso, poi, è importante procedere per prove ed errori, e osservare le reazioni nostre (che sono del tutto individuali, non possiamo basarci sulle esperienze altrui) e vedere che succede.
6) NON SOPRAVVALITARE LO STRESS
La verità è che non esistono evidenze scientifiche che mettono in diretta correlazione i livelli di ansia e di stress con la possibilità di ammalarsi di ulcera. Questo non significa che faccia bene vivere perennemente stressati, ma che non si deve sovrastimare il ruolo che questa condizione ha sulla salute dello stomaco. Allo stress ci si può adattare più o meno bene, ma non è detto che una cattiva gestione porti necessariamente ad una malattia fisica. È un po’ come banalizzare il problema.
Se l’ulcera è idiopatica è molto più probabile che all’origine ci sia una debolezza congenita della mucosa gastrica, indipendentemente da ciò che mangiamo, o da quanto siamo ansiosi.
Lo stile di vita però incide, solo che non per tutti allo stesso modo. Per alcuni il sollievo arriva con più relax e un rallentamento dei ritmi, per altri con una dieta leggera e sfiammante, per altri ancora con più attività fisica. Per chiosare sdrammatizzando: a ciascuno la sua ulcera, e ad ogni ulcera la sua cura.
Foto | via Pinterest.com
Fonte | nytimes.com
A cura di Paola Perria, Giornalista pubblicista iscritta all'Albo dal 2009, Master I livello in Gender Equality-Strategie per l’equità di Genere con tesi sulla medicina di genere.
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ATTENZIONE: le informazioni che ti propongo nei miei articoli, seppur visionate dal team di medici e giornalisti di ForumSalute, sono generali e come tali vanno considerate, non possono essere utilizzate a fini diagnostici o terapeutici. Il medico deve rimanere sempre la tua figura di riferimento.