Una guida al mondo dei farmaci

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Una guida al mondo dei farmaci

25-09-2015 - scritto da Angela Nanni

Farmaci allopatici, omeopatici, integratori alimentari, generici: le informazioni per orientarsi e assumerli consapevolmente e senza rischi per la salute.

Conoscere i farmaci è importante per usarli al meglio.

Sappiamo proprio tutto sui farmaci e su come si devono utilizzare? Sappiamo qual è la differenza tra omeopatici e allopatici? Sappiamo perché è importante, per non dire fondamentale, l’aderenza alla terapia? Probabilmente no. E allora ecco una piccola ma importante guida per capire i farmaci, qual è la loro classificazione, cosa sono i cosiddetti farmaci equivalenti o “generici”, se hanno la stessa efficacia di quelli di marca o “branded”, per comprendere le possibili interazioni, la differenza tra farmaci e integratori alimentari, tra rimedi omeopatici e allopatici ecc.

Perché conoscere i farmaci che si hanno nell’armadietto è solo il primo ma fondamentale passo per utilizzarli al meglio e senza rischi per la salute.

 

 

ALLOPATIA E OMEOPATIA

Quando un disturbo mina lo stato di salute si può ricorrere principalmente o alla medicina allopatica o a quella omeopatica.

Con il termine allopatia si intende la medicina tradizionale occidentale, quella cioè che cerca di curare un sintomo annullandolo: il medico si sforza di capire i sintomi che contraddistinguono la malattia del paziente e poi somministra dei farmaci sintomatici, capaci di annullare il sintomo, pur non riuscendo sempre a curarne o individuarne la causa.

La medicina omeopatica, invece, basa tutte le sue teorie sul concetto che similia similibus curantur ovvero, mentre per la medicina tradizionale la salute identifica il perfetto funzionamento del corpo umano, quella omeopatica per salute intende l’equilibrio fra mente, corpo e spirito e quindi la malattia rappresenta uno squilibrio energetico dell’organismo che può essere risolto somministrando dei rimedi (di solito ottenuti da piante, minerali ed estratti animali) che provocano, in un soggetto sano, i sintomi riscontrati in quello malato. La somministrazione di questi rimedi  ad alta diluizione (maggiore è la diluzione maggiore è la capacità del rimedio di agire in profondità nell’organismo) agiscono stimolando le normali difese immunitarie dell’individuo, promuovendo un naturale processo di guarigione.

La medicina omeopatica, viste le teorie su cui si basa, per il fatto di promuovere l’autoguarigione, si presta sicuramente al fai-da-te, anche se bisognerebbe comunque sempre rivolgersi a un omeopata almeno ad inizio terapia, poiché ogni disturbo prevede la risoluzione attraverso molteplici rimedi e il più adeguato si può individuare solo dopo attenta analisi delle caratteristiche individuali del soggetto da curare.

La medicina allopatica, infatti, tende a individuare dei protocolli terapeutici che devono poter essere validi per tutti gli individui con una certa malattia (tutti i pazienti con ulcera e Helycobacter pylori nello stomaco, per esempio, per guarire assumono antibiotici e farmaci che bloccano l’eccessiva protezione acida dello stomaco), mentre per l’omeopatia una cura per essere valida deve essere modellata sul paziente, e per farlo è indispensabile parlare con il paziente stesso e stabilire quali perturbazioni fisiche e mentali hanno determinato l’insorgenza di malattia.

Per quanto riguarda le diciture presenti sulle confezioni di rimedi omeopatici, è bene sottolineare che in etichetta solitamente è presente un numero seguito da lettere: la cifra indica il numero di diluizioni cui è stata sottoposta la sostanza iniziale (7, 9, 15, 30, ecc.), mentre le lettere denotano il metodo utilizzato:

  • CH (diluizione centesimale secondo il metodo di Hahnemann)
  • DH (diluizione decimale secondo il metodo di Hahnemann)
  • K (diluizione secondo il metodo di Korsakov)
  • LM o 50M (diluizione cinquanta millesimale)

Le basse diluizioni (2-7 CH, 6-30 K, 06-09 LM) si utilizzano soprattutto per affrontare i disturbi nella loro fase acuta; le medie diluizioni (15-30 CH, 200-1000 K, 012-018 LM) vengono utilizzate per la gestione dei disturbi cronici, mentre le diluizioni più potenti  (200 CH, 1000 CH,10000 K, 024-030 LM)  di solito si riservano per le  malattie mentali e psichiche.

 

FARMACI DI SINTESI E SOSTANZE NATURALI

La medicina tradizionale intenta la cura essenzialmente attraverso l’uso di farmaci ovvero sostanze di sintesi: molto spesso cura anche con l’ausilio di sostanze naturali, ma il principio di cura è sempre quello di ricerca e annullamento dei sintomi. Per fare un esempio,  un’infiammazione si può curare con un antinfiammatorio di sintesi come l’acido acetilsalicilico (la comune Aspirina) o con un rimedio a base di artiglio del diavolo.

 

 

LE DIVERSE CLASSI DI FARMACI

I farmaci di sintesi attualmente in commercio in Italia vengono divisi in due classi in base alla rimborsabilità, la classe A e la classe C:

  • la fascia A comprende tutti quei farmaci che il cittadino non paga (anche se può pagare il ticket) perché considerati essenziali per la salute in quanto curano malattie croniche come l’ipertensione o il diabete o gravi malattie temporanee come l’ulcera, una bronchite e via dicendo; tutti questi farmaci sono acquistabili solo dietro presentazione di ricetta medica
  • i farmaci in fascia C non vengono invece rimborsati dal sistema sanitario nazionale, sono cioè a totale carico del cittadino, e costituiscono una classe molto eterogenea di farmaci, si possono acquistare solo dietro presentazione di ricetta medica e si possono acquistare, così come quelli di fascia A, solo in farmacia
  • ancora, i farmaci senza obbligo di prescrizione ( i cosidetti OTC) sono tutti quei farmaci che si possono acquistare senza la presentazione della ricetta medica e che in Italia sono commercializzati sia dalle farmacie che dalle parafarmacie. Gli OTC sono farmaci che nella maggior parte dei casi possono essere usati senza particolari rischi, perché negli anni ne è stata accertata la facilità d’uso e la sicurezza d’impiego e si prestano alla cura di disturbi lievi e transitori
  • infine, fra i farmaci di libero acquisto oltre agli OTC ci sono anche i SOP: sono anch’essi farmaci senza obbligo di prescrizione e quindi liberamente acquistabili, ma a differenza degli OTC non possono essere pubblicizzati

 

FARMACI DI MARCA E GENERICI

Con la dicitura farmaci generici si intendono quelle confezioni che riportano il nome del principio attivo del farmaco senza un nome commerciale di fantasia; è possibile immettere in commercio un generico quando scade il brevetto del prodotto originale e il prezzo più basso del generico è giustificato dal fatto che le ditte che lo producono non hanno investito soldi nella ricerca per produrlo. Uno dei vantaggi del prezzo più basso è che questo potrebbe incentivare e migliorare l’aderenza alla terapia da parte dei pazienti.

I farmaci generici contengono il principio attivo responsabile dell’effetto farmacologico alla dose e nella medesima preparazione farmaceutica del farmaco originale, ma hanno una bioequivalenza che può differire in misura compresa fra il 15 e il 20%.  Cosa significa? Che le concentrazioni del farmaco generico nel sangue raggiungono livelli analoghi a quelli del farmaco “di marca”, con una variabilità che non va sotto l’80-85%. Tale parametro, però, non influisce sull’azione e l’efficacia terapeutica del farmaco.

La purezza del principio attivo, invece, deve essere del tutto paragonabile a quella del farmaco originale; il generico può contenere eccipienti diversi rispetto al farmaco originale, ma qualunque essi siano non devono alterare in alcun modo l’assorbimento del farmaco.

Secondo la legge, nel prescrivere un farmaco il medico è tenuto ad informare il paziente dell'eventuale presenza in commercio di un medicinale equivalente. Per qualsiasi situazione in cui, secondo lo stesso medico, il paziente non debba ricorrere al farmaco generico, sulla ricetta dovrà essere precisato che il farmaco prescritto è "non sostituibile". Se la dicitura "farmaco non sostituibile" non compare sulla ricetta, il farmacista è obbligato a informare il paziente dell'esistenza del medicinale equivalente ad un prezzo più basso.

 

 

L'AUTOMEDICAZIONE VA PRATICATA CON CRITERIO

Anche quando si ricorre all’automedicazione è importante ricordare alcuni concetti fondamentali:

  • l’automedicazione è appropriata solo in presenza di disturbi lievi e transitori
  • non assumere farmaci a caso di fronte a sintomi non ben identificabili
  • evitare di assumerne diversi farmaci contemporaneamente in quanto i diversi principi attivi contenuti nei farmaci possono interagire, a volte anche in maniera imprevista fra di loro
  • evitare gli alcolici che possono a loro volta interagire con i principi attivi dei farmaci assunti
  • consultare sempre il medico se il farmaco si assume in gravidanza o allattamento o quando si somministra ad un bambino o a un soggetto anziano

 

L'INTERAZIONE TRA FARMACI

Non è affatto superfluo ricordare che l’assunzione anche solo di un OTC da parte di un paziente in politerapia può costituire un serio rischio per la salute: secondo rilevazioni statiche, le persone anziane, anche quelle in buona salute, sono esposte a più di otto diverse prescrizioni mediche nell’arco di un solo anno: questo aumenta il rischio di reazioni avverse, ovvero effetti collaterali, che sono tanto più probabili quanti più farmaci si assumono e quanto più avanzata è l’età di chi li assume. Per questo anche quando si acquista un farmaco di libera vendita è sempre bene avvertire il medio e/o il farmacista su tutti i farmaci che si stanno assumendo per escludere la possibilità di interazione e per evitare l’insorgenza di problemi di aderenza alla terapia.

Può succedere, per esempio, di assumere dietro prescrizione medica un farmaco per tenere a bada la sintomatologia che si accompagna alle vertigini; ma se il paziente acquista, nello stesso periodo, di sua iniziativa, un antistaminico da banco, per tenere a bada un improvviso e fastidioso prurito, deve essere informato che il sintomatico delle vertigini può ridurre l’efficacia dell’antistaminico e viceversa.

Quando si assumono più farmaci, inoltre, è bene sapere se è meglio assumerli al mattino o alla sera, a stomaco vuoto o pieno: se non si rispettano queste semplici indicazioni si parla di scarsa aderenza alla terapia.

 

 

FARMACI E INTEGRATORI ALIMENTARI

Con l’allungamento della vita media e la maggiore aspettativa di vita è molto cambiato il concetto di salute e di benessere: non si va dal medico solo per curare una malattia, ma spesso si richiede un confronto anche per capire come si può migliorare o mantenere nel tempo inalterato il proprio stato di salute. Forse proprio in virtù di questa mutata concezione dello stato di salute vi è stato negli ultimi decenni un forte aumento nel consumo di integratori alimentari, ovvero non farmaci, ma sostanze naturali o di sintesi che secondo la definizione del Ministero della Salute sono prodotti alimentari destinati ad integrare la comune dieta e che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive, quali  vitamine e  minerali, o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico, in particolare, ma non in via esclusiva, aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibre ed estratti di origine vegetale, sia monocomposti che pluricomposti, in forme predosate.

Tutte le sostanze normalmente presenti negli integratori sono indispensabili all’organismo umano, ma a piccole dosi, per questo un eccesso di questi micronutrienti può essere addirittura dannoso per la salute ed è questo il motivo per cui, per salvaguardare la salute dei consumatori, gli integratori alimentari possono essere venduti legalmente solo se riportano la corretta dose giornaliera e l’avvertimento di non superare la dose giornaliera raccomandata. 

Gli integratori alimentari non sostituiscono, in alcun modo, una dieta varia ed equilibrata: se la loro assunzione, quindi, può colmare delle lacune nutrizionali è bene sottolineare come niente è più efficace di una dieta completa di macro e micronutrienti per soddisfare le esigenze dell’organismo. E’ anche vero però, che vi sono dei periodi della vita durante i quali la normale alimentazione, per quanto varia ed equilibrata, non riesce ad assicurare il giusto apporto dei nutrienti richiesti (in gravidanza, in allattamento, ma anche a causa dell’assunzione di farmaci che determinano deplezione di altri nutrienti): in questi casi l’integrazione nutrizionale diventa molto importante per il mantenimento dello stato di salute.

 

 

LA SCADENZA DEI FARMACI E DEGLI INTEGRATORI ALIMENTARI

Sia i farmaci che gli integratori alimentari sulla confezione riportano sempre la data di scadenza; per gli integratori alimentari è anche possibile trovare sulla confezione il termine minimo di conservazione ovvero la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro il”, che significa che il prodotto è sicuramente buono fino a quella data, ma anche se lo si assume dopo non si dovrebbe verificare alcun danno per la salute. Sui farmaci, invece, di solito è indicato il mese e l’anno di scadenza, qualche volta anche il giorno, ma se non compare allora si intende che il prodotto in questione si può consumare per tutto il mese.

La data di scadenza si riferisce sempre al prodotto integro e correttamente conservato: comunque, un farmaco scaduto generalmente non è tossico, ma perde progressivamente la sua efficacia. Secondo Medical Letter, organizzazione no-profit, un medicinale correttamente conservato mantiene, anche dopo la scadenza, il 70-80% della sua efficacia.

Attenzione: farmaci a base di antibiotici come tetracicline o penicilline dopo la data di scadenza possono trasformarsi in prodotti tossici, anche se correttamente conservati.

Dal momento dell’apertura, invece, ogni tipo si medicinale ha una durata diversa prima che diventi inefficace o nocivo, per esempio:

  • le fiale e le siringhe non dovrebbero rimanere aperte per più di pochi minuti
  • le gocce e gli sciroppi non dovrebbero restare aperti per più di uno o due mesi
  • le preparazioni da ricostituire sul momento come gli antibiotici in sciroppo non dovrebbero restare aperti per più di una settimana

Dopo la data di scadenza, in ogni caso, i farmaci non vanno buttati nella spazzatura, ma opportunamente differenziati perché contengono sostanze che possono contaminare l’ambiente se non correttamente smaltite.

 

Per tutte le info ufficiali sulle caratteristiche dei prodotti (RCP) e i fogli illustrativi (FI) dei farmaci autorizzati in Italia, consulta la Banca Dati dell'AIFA.

Le informazioni riportate in questo articolo non hanno alcuno scopo pubblicitario ma semplicemente divulgativo, e non possono in alcun modo sostituire il consiglio di un medico e l’individuazione della terapia da parte sua, così come la prescrizione e somministrazione di farmaci sui pazienti. Se hai dubbi o domande sull'uso di un farmaco, e comunque prima di iniziare, interrompere o modificare in qualsiasi modo una terapia, contatta il tuo medico.

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A cura di Angela Nanni, Farmacista iscritta all'Albo dal 2005 e Redattore medico scientifico freelance.
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ATTENZIONE: le informazioni che ti propongo nei miei articoli, seppur visionate dal team di medici e giornalisti di ForumSalute, sono generali e come tali vanno considerate, non possono essere utilizzate a fini diagnostici o terapeutici. Il medico deve rimanere sempre la tua figura di riferimento.

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Farmacista, Specialista in comunicazione medico scientifica
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