Utilità dei retinoidi nell’acne e non solo

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Utilità dei retinoidi nell’acne e non solo

05-03-2014 - scritto da Angela Nanni

I retinoidi comunemente usati per l’acne si sono rivelati anche degli antitumorali e sono stati rinvenuti anche nei preparati del metodo stamina

 

L’uso dei retinoidi normalmente si associa con la cura per l’acne: per l’acne da lieve a moderata si consiglia come terapia di prima linea un trattamento farmacologico topico, mentre nelle forma più gravi si ricorre alla terapia per via orale. Le linee guida per la cura dell’acne prevedono un approccio multiplo al problema, poiché l’acne riconosce diverse componenti: si consigliano infatti i retinoidi per la cura della parte comedonica, il benzoilperossido per la componente infiammatoria e gli antibiotici per la componente batterica.

I retinoidi sono derivati dell’acido retinoico e quelli comunemente utilizzati sono la tretinoina, l’isotretinoina e l’adapalene: qualunque sia il retinoide utilizzato i tempi di trattamento sono piuttosto prolungati, poiché inizialmente provocano una vera e propria irritazione, addirittura vi può essere un’accentuazione delle lesioni iniziali, con secchezza della cute anche molto pronunciata. L’efficacia terapeutica diventa visibile dopo 1-2 mesi di trattamento quando gli acidi retinoici riescono a regolare, aumentandolo, il turn over dei cheratinociti e riducendo le dimensioni delle ghiandole sebacee: quest’azione favorisce una netta riduzione del sebo e una buona pulizia del follicolo pilo sebaceo, in questo modo si assiste ad una vera e propria espulsione dei comedoni e delle microcisti.

Sul lungo periodo si nota anche un controllo della componente infiammatoria: l’azione esfoliante può essere completata attraverso l’uso di appropriati cosmetici con azione scrubbante e purificante (di solito a base degli acidi della frutta o acido glicolico a dosaggio appropriato); durante la terapia con retinoidi la pelle va opportunamente idratata e protetta dalle radiazioni solari alle quali diventa particolarmente sensibile. Gli acidi retinoidi, però, non trovano impiego solo nella terapia dell’acne, ma sembrano molto efficaci anche nel contrastare due patologie tumorali molto diffuse come il tumore al seno e alla prostata: a sostenerlo uno studio condotto presso l’università la Sapienza di Roma in collaborazione con il Case Comprehensive Cancer Center di Cleveland.

Lo studio in questione ha dimostrato che è possibile provocare un’attivazione del sistema immunitario per poter distruggere le cellule cancerose mediante acido retinoico. Gli autori dello studio hanno coltivato delle cellule cancerose e hanno fatto si che subissero un’infezione virale: in questo modo le cellule sono diventate sensibili all’azione svolta dall’acido retinoico, vi hanno interagito e da questa interazione preferenziale ne è derivata un’apoptosi, ovvero il suicidio selettivo delle sole cellule cancerose; lo studio è estremamente interessante perché offre un sistema selettivo di distruzione delle cellule cancerose.

I retinoidi sono sostanze estremamente interessanti che si ritrovano anche nelle infusioni di cellule staminali usate nel tanto discusso metodo Vannoni o così dovrebbe essere anche se dai campioni analizzati dai Nas negli Spedali Civili di Brescia la realtà è risultata un po’ diversa. Secondo Vannoni, ideatore del metodo Stamina, dopo aver prelevato cellule dal midollo osseo dei propri pazienti, le tratta con acido retinoico ed etanolo e ottiene , in laboratorio dei neuroni. Al momento nessuno è riuscito a replicare un simile risultato, ma nel metodo Stamina dopo due ore di incubazione in acido retinoico queste cellule vengono nuovamente infuse nei pazienti sottoposte a protocollo sperimentale.
 



A cura di Angela Nanni, Farmacista iscritta all'Albo dal 2005 e Redattore medico scientifico freelance.
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