Varicella nei bambini: incubazione, durata e contagio

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Varicella nei bambini: incubazione, durata e contagio

06-03-2013 - scritto da Cinzia Iannaccio

La varicella, una delle più contagiose malattie dell'infanzia. Scopriamo i suoi sintomi e le terapie

Come riconoscere la varicella nei bambini e come curarla

Varicella nei bambini: incubazione, durata e contagio

La varicella è una patologia tipica dell’infanzia provocata da un virus appartenente alla famiglia degli herpes. E’ una delle cosiddette malattie esantematiche, perché si sviluppa con un esantema (bolle) su tutto il corpo. Inizialmente si assiste a piccole macchioline rosa(tipo lieve puntura di zanzara) che nell’arco di 24-48 ore si diffondono dal viso e dal tronco, fino agli arti e ai genitali, trasformandosi in vescicole piene di liquido (limpido) che poi diventano pustole ed infine croste.

Il tutto è preceduto un paio di giorni prima da una sensazione di stanchezza e qualche linea di febbre, che invece si innalza improvvisamente fino ai 39°C quando arrivano le bolle. Il contagio avviene per via diretta, ovvero toccando le vescicole ed il liquido contenuto, oppure venendo in contatto con il muco nel naso o della saliva del bimbo.

Chiaramente nei bambini scolarizzati il passaggio del virus diventa quasi certo, così come tra fratellini. Soprattutto perché la contagiosità inizia almeno 48 ore prima della comparsa dell’esantema, quando nessuno si aspetta la malattia e perdura fino alla scomparsa delle vescicole a favore della formazione di crosticine.

Tutta questa fase dura in genere una decina di giorni almeno. La febbre alta può persistere anche 5 giorni, per poi diminuire gradualmente in fase di guarigione. Molto più tempo e pazienza ci vorranno invece per far sparire totalmente le croste da tutto il corpo. L’incubazione va statisticamente parlando da un minimo di 11 giorni ad un massimo di 21: se, dopo questo periodo dal contatto con il virus della varicella questa non si manifesta, significa che il contagio non è avvenuto.

La cura? In generale bastaun antifebbrile per tenere sotto controllo la temperatura alta (da evitare nei bambini l’acido acetilsalicilico); per contrastare il forte prurito accompagnato all’esantema (ed evitare che il piccino si gratti provocando infezioni, maggiore contagiosità e cicatrici) molti pediatri consigliano comuni antistaminici, mentre per i ragazzini più grandicelli da qualche tempo suggeriscono anche la somministrazione di antivirali (a base di aciclovir, come quello per l’herpes labiale, essendo un virus della stessa famiglia), a patto che questa avvenga nelle prime 48 ore della malattia, serve a renderla meno aggressiva. Non tutti i medici dei bambini sono però d’accordo con questa soluzione.

Il rientro a scuola? Quando termina la contagiosità, ovvero quando tutte le bolle sono diventate crosticine e non ve ne sono di nuove, quindi dopo circa una decina di giorni; resta il fatto che (potendolo fare) se ci coccoliamo un pochino di più il bimbo almeno fino allo scadere delle due settimane sarà decisamente meglio, non credete?

Foto: Nojhan per Flickr



A cura di Cinzia Iannaccio, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2007, blogger, specializzata nel settore della salute e del benessere.
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