6 motivi per cui i farmaci non sempre funzionano sulle donne

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6 motivi per cui i farmaci non sempre funzionano sulle donne

27-10-2015 - scritto da Cinzia Iannaccio

Effetti collaterali ed efficacia dei farmaci, diversi tra uomini e donne.

Ecco cosa occorre sapere su donne e farmaci.

6 motivi per cui i farmaci non sempre funzionano sulle donne

La medicina si rinnova anno dopo anno con scoperte che riguardano le malattie e i farmaci per curarle. Le innovazioni, e prima ancora le ricerche scientifiche, non possono però più prescindere da una consapevolezza: gli uomini e le donne sono totalmente diversi, non solo dal punto di vista anatomico-sessuale ma anche da quello fisiologico, biologico, funzionale, psicologico, sociale e culturale.

Ormai è noto, infatti, come alcune malattie siano più frequenti e pericolose al femminile piuttosto che al maschile o viceversa: la medicina di genere ha l'obiettivo di studiare queste differenze per indagare le cause e scoprire nuove cure, nell'ottica di quella che parallelamente viene definita farmacologia di genere.

Ciò è particolarmente importante anche per capire come mai alcuni medicinali nelle donne non sempre funzionano o sembrano avere maggiori effetti collaterali.

Ecco alcune cose da sapere al riguardo.

  1. I farmaci testati sugli uomini. Nonostante le donne consumino in media il 40% in più di medicine rispetto agli uomini, pillole, gocce ecc. vengono testate prevalentemente su volontari di sesso maschile. Le donne finora, sono state considerate un pessimo modello di riferimento per ottenere dei risultati stabili e certi, un po' per le fluttuazioni ormonali mensili un po' perchè alcuni medicinali possono avere conseguenze pericolose per il feto in caso di gravidanza. Ne consegue però che tali caratteristiche ed eventualità non sono state studiate appositamente. Troppo spesso si è scoperto che un farmaco era teratogeno solo dopo la sua immissione in commercio e ancora più spesso alcuni farmaci risultano meno efficaci nel genere femminile o con effetti collaterali più intensi/pericolosi. Questo vale per la maggioranza delle molecole in commercio, e anche per alcuni psicofarmaci che sono utilizzati ampliamente nelle donne.
  2. Genere diverso, farmaci di efficacia diversa. Le differenze di genere possono alterare l'assimilazione del farmaco. Un esempio semplice e assolutamente concreto consiste nel fatto che le donne hanno più tessuto adiposo rispetto agli uomini: i medicinali lipofili, ovvero che si sciolgono nei grassi, vi si distribuiscono meglio, sviluppando un'azione terapeutica più adeguata, al contrario di quelli idrofili che invece favoriscono gli uomini caratterizzati da un fisico con maggiore quantità di acqua. Lo stesso dicasi per alcuni enzimi che - a seconda del genere - possono diversificare l'efficacia e la sicurezza dei vari medicinali.
  3. Una questione di peso. Poiché i farmaci sono stati testati sugli uomini (il campione  tipo è quello caucasico, età media 35 anni e 70 kg di peso) e nella maggioranza dei casi il dosaggio è uguale per tutti, si evince come e perché nelle donne solitamente più minute (pesano il 30% in media in meno) si manifestano effetti collaterali più frequenti e di maggiore intensità.
  4. La questione ormonale. Gli ormoni, naturali o di sintesi, come i contraccettivi o quelli assunti per tenere lontani i sintomi della menopausa, possono influenzare l'assunzione di alcuni farmaci, rendendoli più o meno efficaci.
  5. Uomini e donne si ammalano in maniera diversa. Oggi sappiamo che le malattie possono svilupparsi in maniera diversa tra uomini e donne, e per vari motivi, non ancora del tutto noti o chiari, alcuni principi attivi funzionano meglio in un genere piuttosto che nell'altro. Nella depressione ad esempio le donne dimostrano una maggiore risposta alla cura con inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), al contrario degli uomini che invece sembrano avere maggiori benefici dagli antidepressivi triciclici (TCA). Nel genere femminile i betabloccanti sembrano raggiungere una concentrazione più alta a livello ematico e dunque si dimostrano maggiormente efficaci nell'abbassare la pressione alta. Al contrario l'aspirina (acido acetilsalicilico) o aspirinetta o cardioaspirina, che viene prescritta per ridurre il rischio cardiovascolare, ha minore efficacia in tal senso nel genere femminile.
  6. I vaccini. Secondo alcuni studi scientifici, i vaccini comuni, come quello contro l'influenza, la varicella o il morbillo sulle donne sembrano avere un'efficacia protettiva maggiore stimolando una migliore risposta immunitaria. Ciò suggerisce agli esperti la possibilità di usare dosaggi differenti in base al genere maschile o femminile. Al contrario  le donne sembrano avere maggiori reazioni di dolore e infiammazione alla somministrazione.

La consapevolezza sulla diversità, e dunque la medicina di genere, sono acquisizioni recenti nella scienza. Solo nel 1993 infatti la Food and Drug Administration statunitense ha pubblicato linee guida in tal senso, che suggerivano l'inclusione delle donne nelle sperimentazioni dei farmaci oltre che un'osservazione qualitativa di patologie e terapie che prendesse in considerazione le differenze tra uomo e donna. Nel nostro Paese si è arrivati alla medesima esortazione solo molto tempo dopo, nel 2008, con una legge approvata anche dal Consiglio Nazionale di Bioetica. Ma ancora troppi farmaci (la stragrande maggioranza) sono in commercio senza che esista questa differenziazione di genere. La strada da fare è ancora molto lunga.

 

Per maggiori approfondimenti: Società Italiana per la Salute e la Medicina di Genere

Foto: Pixabay



A cura di Cinzia Iannaccio, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2007, blogger, specializzata nel settore della salute e del benessere.
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ATTENZIONE: le informazioni che ti propongo nei miei articoli, seppur visionate dal team di medici e giornalisti di ForumSalute, sono generali e come tali vanno considerate, non possono essere utilizzate a fini diagnostici o terapeutici. Il medico deve rimanere sempre la tua figura di riferimento.



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