A letto con l’influenza? Colpa dei geni

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A letto con l’influenza? Colpa dei geni

17-02-2010 - scritto da Viviana Vischi

La risposta dell’organismo all'influenza è nel DNA. Una volta scoperti i geni coinvolti, sarà possibile studiare i farmaci più efficaci per ogni tipo di paziente

La risposta all'influenza è nel patrimonio genetico dei pazienti

13/11/2006 - C’è chi fa al massimo qualche starnuto, c’è chi invece è costretto a stare sotto le coperte per una settimana. Perchè l’influenza non colpisce tutti allo stesso modo? Colpa dell’ambiente malsano, dei troppi colleghi con cui condividiamo l’ufficio o di un temporale che ci coglie alla sprovvista? Macchè, è tutta colpa dei geni: è il DNA che determina il modo in cui il nostro organismo reagisce ai virus influenzali. Lo rivelano due ricerche statunitensi condotte nella Southern Illinois University. Finora gli studi sull’influenza avevano puntato l’attenzione sul virus, su ciò che lo rende più aggressivo e pericoloso. I due nuovi fronti di indagine guardano al ruolo che gioca il patrimonio genetico dei pazienti: un’area, questa, finora inesplorata.
Gli studiosi hanno preso in esame sia la tremenda epidemia di Spagnola del 1918 sia la più recente influenza aviaria che ha scatenato il panico in mezzo mondo: i virus non hanno colpito tutti nello stesso modo ma hanno ucciso soltanto alcuni individui, mentre altri si sono salvati. Solitamente i più vulnerabili sono le persone molto anziane o quelle molto giovani. Ma sia durante l’epidemia del 1918, che ha provocato dai 40 milioni di vittime nel mondo, sia durante l’esplosione dell’aviaria, la maggior parte delle infezioni si è verificata nei giovani in buona salute. Cosa è successo? I sistemi immunitari sani hanno prodotto una risposta molto forte, in grado di provocare una seria infiammazione dei polmoni.
Gli esperimenti sono stati condotti su topi infettati con l’influenza del tipo A; le risposte immunitarie sono state più o meno violente a seconda del diverso ceppo di cavie. E’ stata poi messa in rapporto la risposta al virus con il loro patrimonio genetico, con l’obiettivo di identificare i geni che controllano le variazioni nell’infiammazione durante un’influenza. Scoprire quali sono i geni coinvolti potrebbe essere molto utile per identificare le persone più vulnerabili e per selezionare i vaccini e i farmaci più efficaci per ogni tipo di paziente. Rispetto alle pandemie future prospettate dopo la comparsa dell’aviaria, e nel caso in cui le riserve di questi medicinali fossero limitate, si capisce bene l’importanza di poter ottenere questo tipo di informazioni.
Ma a proposito di vaccini antinfluenzali, servono davvero? A mettere in discussione l’efficacia della profilassi a cui si sottopongono ogni anno milioni di italiani è un esperto a livello internazionale, Tom Jefferson, dalle pagine del British Medical Journal. Secondo Jefferson mancano le prove di un effetto davvero protettivo sulla popolazione, soprattutto su anziani e bambini. Riesaminando le varie ricerche sui vaccini lo scienziato ha scoperto che:

- in alcuni casi non sono stati presi in considerazione i ceppi virali in circolazione in quella stagione
- a volte è mancato il controllo, ovvero il confronto tra il gruppo dei vaccinati e quello dei non vaccinati
- spesso non ci sono stati approfondimenti sugli effetti collaterali

Visto che la stragrande maggioranza delle dosi che si vendono ogni anno in Italia sono pagate dal Servizio Sanitario Nazionale, quindi dai cittadini, Jefferson si chiede (e noi ci associamo) se abbia senso continuare con le campagne per arrivare a vaccinare tutti gli over 65, almeno finché non vengano realizzati degli studi più rigorosi.
Categorie correlate:

Malattie, cure, ricerca medica




A cura di Viviana Vischi, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico.
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