Acne secondaria a farmaci e terapie

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Acne secondaria a farmaci e terapie

15-06-2015 - scritto da Viviana Vischi

Alcuni farmaci e alcune terapie possono favorire la comparsa di acne. Cosa fare in questi casi?

Farmaci e acne: tra gli insospettabili alcune pillole anticoncezionali.

Acne secondaria a farmaci e terapie

L’acne non è solo una questione ormonale. Esistono numerosi fattori che possono scatenare la comparsa di brufoli o aggravare una condizione preesistente e tra questi assumono particolare rilievo i farmaci: non tutti certamente, ma molti di quelli usati anche per patologie comuni o come abituali integratori.

In questo caso si parla di acne iatrogena – una forma di A. vulgaris - dovuta appunto ad alcune terapie mediche capaci di rendere più sensibili i follicoli piliferi all’accumulo di sebo e quindi di sviluppare foruncoli di varia entità. Dunque che fare? Il primo step è sicuramente quello di capire quante e quali sono le sostanze farmacologiche che hanno tali effetti collaterali e valutarne la presenza nel nostro vissuto quotidiano: alcune sono veramente insospettabili!

 

E’ il caso ad esempio di alcune pillole anticoncezionali, come quelle a base di solo progestinico, utile ad esempio durante il periodo di allattamento o per quelle donne che non possono assumere anticoncezionali combinati (estrogeni + progestinici) per i rischi correlati alla tromboembolia.

Più in generale, concordano molti esperti, i contraccettivi orali rappresentano la causa più comune di acne iatrogena (e non solo): questo perché ogni volta che c’è un cambiamento più o meno repentino dei livelli ormonali – seppur terapeutici - la pelle può risentirne e dare il via a brufoli e dintorni.

Alla lunga questi medicinali possono avere un effetto curativo sull’acne stessa, lo sappiamo bene, ma è importante conoscere questo possibile effetto collaterale: quando si inizia o si smette di prendere la pillola, l’organismo ha bisogno di adattarsi al nuovo assetto di ormoni e l’acne può impiegare alcuni mesi per iniziare a regredire. E’ dunque importante avere pazienza o valutare con il proprio medico delle strade alternative. Con i farmaci a base di ormoni l’effetto collaterale dell’acne è sempre reversibile (non le eventuali cicatrici).

 

Un particolare rilievo in materia di brufoli e farmaci lo assumono i corticosteroidi, data l’alta incidenza di utilizzo. Stiamo parlando di antinfiammatori steroidei (cortisone-prednisone) utilizzati sotto forma di compresse, iniezioni, spray, inalazioni, creme o gel impiegati per tantissime patologie come:

  • rinite allergica
  • BPCO (bronco pneumopatia cronico ostruttiva)
  • malattie infiammatorie intestinali croniche (morbo di Crohn e colite ulcerosa)
  • sclerosi multipla
  • reumatismi
  • dolori muscolari e/o alle articolazioni

 

Altri farmaci che possono provocare o aggravare i brufoli sono:

  • alcuni antidepressivi (amineptina)
  • stabilizzatori dell’umore (litio)
  • sedativi e ipnotici
  • antiepilettici
  • tetracicline (antibiotici)
  • vitamine B1, B6, B12, D
  • ormoni tiroidei
  • iodio
  • integratori alimentari a base di alghe, o contenenti androgeni
  • mezzi di contrasto
  • farmaci antitumorali come il Tarceva (erlotinib) o l’erbitux  (cetuximab)

 

In campo oncologico va sottolineato come l’acne possa essere un effetto collaterale anche della radioterapia. Non è sempre presente, molto dipende dal tipo di cute e dall’area trattata e può manifestarsi solo dopo qualche seduta. Anche in questo caso comunque si tratta di effetti transitori.

 

L’acne iatrogena, ovvero dovuta a farmaci può definirsi temporanea e reversibile nella maggioranza dei casi: quando si sospende il medicinale, i brufoli scompaiono. Chiaramente, non sempre si possono sospendere questi farmaci, laddove si assumano per patologie croniche, ma spesso esistono delle alternative da concordare con il proprio medico curante.

Più in generale, quando si tratta di medicinali, occorre sempre valutare il rapporto rischio-beneficio ed evitare il fai-da-te, sia per quanto riguarda l’assunzione di un farmaco che la sua sospensione. Meglio sempre chiedere al proprio medico curante specialista

Categorie correlate:

Malattie e disturbi della pelle




A cura di Viviana Vischi, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico.
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ATTENZIONE: le informazioni che ti propongo nei miei articoli, seppur visionate dal team di medici e giornalisti di ForumSalute, sono generali e come tali vanno considerate, non possono essere utilizzate a fini diagnostici o terapeutici. Il medico deve rimanere sempre la tua figura di riferimento.



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