Al mare in vacanza nonostante l’incontinenza urinaria femminile

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Al mare in vacanza nonostante l’incontinenza urinaria femminile

10-06-2013 - scritto da Cinzia Iannaccio

Gli ausili utili a vivere una vacanza "normale" nonostante l'incontinenza urinaria

Incontinenza urinaria: consigli per una vacanza senza imbarazzi

Al mare in vacanza nonostante l’incontinenza urinaria femminile I problemi legati all’incontinenza urinaria femminile sono essenzialmente riconducibili all’ambito sociale e alla qualità della vita. Spesso avere una perdita involontaria di pipì seppur minima o non essere in grado di trattenerla allo stimolo improvviso induce ad uscire poco, ad evitare la palestra, il prendere in braccio un nipotino o semplicemente andare al mare e/o in vacanza.

Eppure delle soluzioni ci sono, l’importante è affrontare l’incontinenza nel modo giusto. Stabiliamo prima di tutto che non è una malattia, ma un sintomo di un qualcosa che non va e che nella maggioranza dei casi può e deve essere curato. E’ necessario farlo, anche perché si tratta du una condizione che col passare del tempo può peggiorare (fatta esclusione della momentanea incontinenza che può capitare dopo il parto, ma per la quale non guasta anche una minima riabilitazione).

Circa le vacanze con l’incontinenza urinaria la Fondazione Italiana Continenza ha redatto una serie di opuscoli e promosso la divulgazione di consigli pratici, su come cioè affrontare il viaggio o la giornata in spiaggia senza ansie ed imbarazzi. In commercio ad esempio esistono dei pannolini specifici in grado di offrire una grande assorbenza (anche degli odori eventuali) ed una vestibilità (anatomicità) spesso equivalente a quella degli assorbenti per il ciclo mestruale (dipende dall’incontinenza, se di tipo lieve o se abbondante).

C’è poi la biancheria intima di tessuto idrorepellente ed assorbente o si possono utilizzare pannoloni a mutandina e/o a cintura: nulla che sia visibile con il costume da bagno o che al peggio non sia copribile con un pareo o un pantaloncino. Ideali questi mezzi anche per viaggi più o meno lunghi.

Ci sono poi altri dispositivi, ritenuti minimamente invasivi che vanno inseriti nell’uretra dalla stessa donna e gettati immediatamente prima di fare la pipì in bagno. In caso di prolasso si può utilizzare anche un “pessario” (raramente) in modo temporaneo o permanente. Nei casi più gravi si può far ricorso anche al cosiddetto catetere a intermittenza (necessario per programmare lo svuotamento delle urine) da applicare autonomamente secondo dettagliate indicazioni dello specialista, o quello a permanenza. Il medico vi consiglierà l’ausilio più indicato al vostro caso.

Per non rischiare di imbrattare le lenzuola dell’albergo è possibile acquistare anche biancheria da letto idrorepellente, proprio come quelle per i neonati. Viaggiare con questi aiuti è dunque possibile, fermo restando che tali soluzioni non servono a risolvere il problema, a guarire, ma solo a migliorare la qualità della vita in attesa di un intervento decisivo (farmacologico, riabilitativo, chirurgico, di elettro o neurostimolazione) atto all’eliminazione totale dell’incontinenza urinaria femminile.

Foto: Flickr
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A cura di Cinzia Iannaccio, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2007, blogger, specializzata nel settore della salute e del benessere.
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