Allergeni alimentari in tracce: le soglie di pericolosità
Uno studio britannico rivela qual è la dose minima di allergene necessaria a scatenare una reazione allergica alimentare.
Le soglie di pericolosità dei principali allergeni alimentari.
“Può contenere tracce di...” è una espressione che chi è allergico a qualche alimento si ritrova spesso a leggere. Di solito, per sicurezza, se l’alimento contenuto in tracce è proprio quello a cui si è allergici si preferisce eliminare quel prodotto dalla propria lista della spesa, per evitare ripercussioni sulla propria salute o reazioni allergiche indesiderate.
Recentemente però uno studio inglese ha tracciato una via percorribile verso la definizione delle soglie di pericolosità degli alimenti, con l’obiettivo a lungo termine di stabilire nuove linee guida europee per il settore alimentare e di garantire sulla base di evidenze scientifiche maggiore sicurezza a tutti i consumatori.
Sino ad oggi, infatti, i livelli di pericolosità degli alimenti non erano ancora stati determinati, anche a causa del fatto che la pericolosità di un alimento è molto soggettiva e può variare a seconda del soggetto e della gravità dell’allergia.
Proprio per questo le leggi e le normative attualmente in vigore (come il Decreto Legislativo 8 febbraio 2006, n.114 successivamente modificato dalla Direttiva 2007/68/CE della Commissione Europea del 27 novembre 2007) non fissano soglie di pericolosità per le regole di etichettatura (fatta eccezione per i solfiti e l’anidride solforosa, che devono essere segnalati se presenti in una concentrazione superiore a 10 mg/kg o 10mg/l).
Il nuovo studio, pubblicato nel 2015 sulla rivista scientifica "Journal of Allergy, Asthma and Clinical Immunology" con il titolo “How much is too much?: Threshold dose distributions for 5 food allergens” (cioè “Quanto è troppo? Soglie di distribuzione per 5 allergeni alimentari”) ha individuato le quantità minime necessarie per scatenare una reazione allergica nei cinque principali allergeni:
- nocciole
- pesci
I ricercatori, coordinati dalla dottoressa Clare Mills, hanno monitorato le allergie alimentari di oltre 400 soggetti che avevano accettato di partecipare al progetto Euro Prevall.
Secondo i dati raccolti, durante la somministrazione degli allergeni in piccole quantità, la quantità minima per scatenare reazioni allergiche in una piccola percentuale di soggetti (10%) varia da:
- un minimo di 1,6 milligrammi fino a un massimo di 10,1 milligrammi di nocciole
- per il pesce, questa soglia è stata raggiunta a 27,3 milligrammi
- per i gamberetti a 2 grammi e mezzo
Lo studio, come detto, ha l’obiettivo a lungo termine di aiutare a stabilire le soglie di pericolosità rendendo più precise le indicazioni sui prodotti e garantendo maggiore sicurezza ai consumatori.
Foto: Wikimedia Commons
A cura di Patrizia Frattini aka Rockcopy, copywriter e Giornalista pubblicista iscritta all'Albo dal 2012, da anni attiva (anche, ma non solo) nel settore dell’informazione scientifica e divulgativa.
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