Allergici al lavoro?

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Allergici al lavoro?

07-01-2015 - scritto da Laura C.

In molti casi le allergie si sviluppano o sono aggravate dall’ambiente lavorativo frequentato, in questi casi si parla di allergopatie di origine professionale.

Quali sono gli allergeni più comuni nei luoghi di lavoro e come prevenire le allergie

Allergici al lavoro? Se anche al lavoro siamo soggetti a ripetuti starnuti, ostruzione nasale, difficoltà respiratoria, bruciore e arrossamento degli occhi o eczemi, non significa che siamo allergici al lavoro ma molto probabilmente siamo affetti da un’allergopatia di origine professionale.

Niente di cui spaventarsi, si tratta di una comune allergia scatenata da particolari sostanze la cui presenza è predominante nel luogo di lavoro. Infatti le allergie non derivano soltanto da fattori genetici ma possono insorgere anche come conseguenza dalla continua e consistente esposizione ad un agente allergizzante. Questa condizione tuttavia causa notevoli disagi e influisce sulla qualità della vita del lavoratore ma anche degli studenti. Si stima che ogni anno in Europa vengano persi 100 milioni di giorni di lavoro e di scuola, ciò incide negativamente sull’economia ma anche sulla crescita professionale e personale.

Per gli allergici alla polvere, uffici e aule scolastiche rappresentano una vera e propria minaccia per la salute. Nella maggior parte dei casi infatti, si tratta di ambienti ricchi di polvere a causa delle pulizie sommarie che vengono eseguite, della scarsa ventilazione e dell’eccessivo riscaldamento degli ambienti.

La polvere è solo uno dei numerosi allergeni con i quali i lavoratori possono entrare in contatto a seconda della professione svolta. Allevatori e veterinari, ad esempio sono maggiormente esposti ad allergeni di origine animale, contenuti nelle urine, nella saliva, nel pelo e nelle feci degli animali, mentre gli agricoltori, i giardinieri, ma anche i cuochi, i fornai e gli operai di industria tessile sono esposti principalmente ad allergeni di origine vegetale che derivano quindi dalle piante, come le graminacee, la parietaria, l’olivo e il cipresso. Gli allergeni vegetali non si trovano soltanto nei pollini ma anche nei semi, negli steli e nel legno.

Gli allergeni che derivano da funghi (muffe e lieviti) e da batteri possono generare sensibilizzazione nei lavoratori delle industrie farmaceutiche e alimentari.

Numerosi sono infine le attività e i settori lavorativi con alto rischio di esposizione ad allergeni di origine chimica: cosmetologi, giardinieri, parrucchieri, imbianchini, biotecnologi, agricoltori, estetisti, lavoratori delle industrie farmaceutiche e della ceramica.

Qualora un cambio della mansione lavorativa sia impossibile, la prevenzione è fondamentale e si basa sull’adozione di accorgimenti utili al fine di ridurre al minimo l’esposizione con l’allergene, come ad esempio il miglioramento delle condizioni igienico-ambientali, l’adozione di apposite maschere in ambienti molto polverosi e l’uso di guanti o creme barriera nei casi di manifestazioni allergiche cutanee.
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A cura di Laura C., Dottoressa in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, redattrice medico-scientifica dal 2013.
 

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ATTENZIONE: le informazioni che ti propongo nei miei articoli, seppur visionate dal team di medici e giornalisti di ForumSalute, sono generali e come tali vanno considerate, non possono essere utilizzate a fini diagnostici o terapeutici. Il medico deve rimanere sempre la tua figura di riferimento.



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