Anoressia e bulimia: no grazie

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Anoressia e bulimia: no grazie

17-02-2010 - scritto da Viviana Vischi

Un’iniziativa contro i disturbi alimentari degli adolescenti e un’agghiacciante scoperta: l’anoressia corre sul web. E’ il mondo clandestino del “pro Ana”

Lotta ai disordini alimentari come anoressia e bulimia

20/11/2006 - In Italia, secondo l’ultimo rapporto Eurispes, circa due milioni di giovani tra i 12 e i 25 anni soffrono di disturbi del comportamento alimentare: i più comuni sono l’anoressia e la bulimia, e possono essere talmente gravi da dominare in maniera ossessiva tutte le azioni quotidiane.
Per sensibilizzare i ragazzi e i loro genitori sui disturbi del comportamento alimentare e sulle loro conseguenze, il Moige (Movimento Italiano Genitori), con il contributo del Ministero della Solidarietà Sociale, promuove la campagna informativa e di prevenzione “Alimentare l’autostima: disordini alimentari togliete il disturbo”. Una mostra itinerante, ospitata all’interno di un bus, visiterà le scuole medie di 12 province italiane: Milano, Como, Bologna, Pescara, Isernia, Bari, Taranto, Salerno, Avellino, Caserta, Napoli, per concludersi il 7 dicembre a Roma. L’iniziativa mira a promuovere una cultura della corretta alimentazione e di una sana immagine corporea, che è certamente diversa da quella presentata dai media. Già, i media. Sono loro, con il loro carico di veline e letterine, la principale “fonte” di modelli sbagliati perchè enfatizzano la magrezza, la corsa al fitness e la dieta all’ultima moda come valori socialmente importanti. E gli adolescenti, che già vivono una fase critica, in cui devono fare i conti con cambiamenti del corpo spesso difficili da accettare, ci cascano.
Nella nostra società i disturbi alimentari sono ancora molto sottovalutati dall’opinione pubblica. Anche all’interno delle famiglie può esserci un’“incuranza”, più o meno volontaria, o per mancanza di informazioni o per paura di essere colpevolizzati dell’insorgenza della malattia della figlia o del figlio. Bulimia e anoressia sono spesso accomunate da una condizione di segretezza: come in una sorta di dipendenza, sia il rifiuto del cibo sia l’ingordigia diventano dei potenti alleati, tanto da essere custoditi come tesori e, a poco a poco, chi ne soffre comincia a pensare che senza di loro non sarebbe più niente.
Non è raro che qualche ragazza venga “iniziata” all’anoressia o alla bulimia per imitazione, magari di un’amica che si mette a dieta e dispensa consigli sulle tecniche per non sentire i morsi della fame o su come vomitare subito dopo aver mangiato e riempirsi di lassativi in modo che le persone intorno non se ne accorgano. Ma il “sistema di contagio” più nuovo e preoccupante, perché difficilmente controllabile, è la rete. L’anoressia e la bulimia viaggiano sul web, e viaggiano più veloce di quanto si possa pensare.
Su internet prolifera un mondo sotterraneo e clandestino, fatto di ragazze bisognose di aiuto, la cui realtà è distorta da falsi miti e da una cultura dell’estetica spinta all’eccesso. Il loro obiettivo è identico e agghiacciante: diventare magre “oltre le ossa”. Basta digitare qualche parola chiave per entrare nel loro universo. Si chiamano pro Ana e pro Mia, dove Ana sta per anoressia e Mia per bulimia: sono siti, blog, chat, community o forum (quasi sempre privati) dove si dispensano consigli deliranti su come diventare anoressiche e bulimiche doc. Naturalmente si tratta di spazi illegali, ma per ognuno che viene oscurato, un altro nasce in poco tempo.
Per queste ragazze, Ana (o Mia) non è una malattia ma una vera filosofia, una dea a cui sacrificare la propria vita. Le sue adepte predicano il dimagrimento oltre ogni limite e si offrono di iniziare le principianti. Se qualcuna dà segni di cedimento, le altre la incoraggiano ad andare avanti perché mangiare è la sconfitta suprema, il cibo è sporcizia, solo Ana è purezza.
Il movimento pro Ana è nato negli Stati Uniti ed è stato importato in Italia a partire dal 2003. Si tratta di una vera e propria comunità, quasi una setta segreta, che cerca di perpetrare la definizione di un concetto di identità anoressica. Identità che ha addirittura un Credo e un segno distintivo: un braccialetto da comprare su internet, rosso per le anoressiche, blu per le bulimiche, da portare sul braccio sinistro.


A cura di Viviana Vischi, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico.
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