Bimbi a scuola, genitori in ansia

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Bimbi a scuola, genitori in ansia

15-03-2010 - scritto da Viviana Vischi

I consigli del Bambin Gesù di Roma per un anno scolastico all’insegna della serenità, anche per mamma e papà

Manuale di sopravvivenza per il nuovo anno scolastico

26/09/2006 - Un nuovo anno scolastico è cominciato. Accompagnati da timori e curiosità quasi 600 mila studenti siedono per la prima volta sui banchi delle elementari e un esercito di mamme e papà è già in preda al panico: ce la farà il bambino? Gli insegnanti saranno adatti? Lo zainetto sarà troppo pesante? A tranquillizzare i genitori ansiosi ci pensano i medici dell’Ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma, che invitano a “non drammatizzare” e a partecipare il più possibile a questa fase così stimolante della vita dei più piccoli.
Cominciamo dallo zainetto: spesso raggiunge pesi massimi ma – assicurano i pediatri - non causa deformità o deviazioni della colonna vertebrale se viene portato, anche su una sola spalla, per brevi periodi (10-20 minuti al giorno). A proposito di schiena, quante volte da piccoli ci siamo sentiti dire, per poi farlo a nostra volta da genitori: “stai su dritto!”. Inutile sperare che il bambino segua la ramanzina: tanto meglio non assumere una determinata posizione e mantenerla per ore, ma modificarla spesso. L’attività fisica può iniziare già dal mattino, ad esempio raggiungendo la scuola a piedi, per proseguire durante il giorno giocando all’aria aperta. Quando questo non è possibile, è bene che i ragazzi si dedichino allo sport: meglio il nuoto, almeno nei primi anni di scuola.
Passando alle dritte che riguardano la parte più “intima” dell’apprendimento, i pediatri raccomandano di favorire, con parole e comportamenti, la naturale curiosità dei bambini, che imparano imitando i genitori: bisogna che questi si pongano come esempio, manifestando interesse e curiosità, visitando musei, acquari e mostre e scoprendo insieme le cose nuove su libri, internet e dvd. A proposito, recenti ricerche hanno dimostrato che chi ha una piccola biblioteca in casa rende almeno il 15% in più dei compagni di classe…
Nei pomeriggi a casa, il bambino dovrebbe abituarsi a momenti di silenzio, in cui organizzare giochi e attività autonome, e a momenti di attività tranquille che richiedono attenzione e concentrazione. Meglio che lo studio sia preceduto da un po’ di riposo e seguito da giochi e impegni più intensi; il tutto, preferibilmente, sempre agli stessi orari. Per capire e affrontare le prime difficoltà, sarebbe meglio che la condivisione delle nuove esperienze avvenisse quando tutta la famiglia è riunita: non sottovalutando i risultati negativi ma allo stesso tempo non facendo nascere sensi di colpa o di inadeguatezza. I genitori dovrebbero cercare di informarsi sulle attività svolte dagli insegnanti (e non svalutarne mai il lavoro agli occhi del bambino) e apportare eventuali contributi personali e professionali: solo così il piccolo potrà capire che la scuola è parte della società a cui tutti apparteniamo e che, forse, non è neanche così male…


A cura di Viviana Vischi, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico.
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