BLEFAROSPASMO
Può essere dovuta a un'insufficiente secrezione lacrimale oppure a una congiuntivite cronica.
Il blefarospasmo è una contrazione della palpebra la cui causa ultima è un cattivo funzionamento di un muscolo delle palpebre (il muscolo orbicolare), innervato dal nervo facciale e in stretta connessione con il nervo trigemino che, a sua volta, innerva principalmente la cornea.
Quando la contrazione assume le caratteristiche di un vero e proprio tic nervoso viene detta blefaro-tic ed è spesso associato a movimenti incontrollati del viso e del collo. Perlopiù, queste contrazioni sono passeggere e si verificano in concomitanza con un eccessivo consumo di caffè o di altri stimolanti del sistema nervoso.
È importante ricordare che anche alcuni difetti di vista non corretti possono stimolare l'ammiccamento frequente delle palpebre e alla lunga determinare un blefarospasmo.
Il blefarospasmo quindi è una distonia focale che causa la contrazione involontaria dei muscoli elevatori della palpebra. Può presentarsi in forma lieve, mentre, nei casi più gravi, può provocare di fatto una totale chiusura delle palpebre. Le cause all’origine della patologia non sono state ancora definitivamente accertate. In atto, viene trattata con discreta efficacia,nei casi reiterati e subentranti che creano quindi seri disturbi funzionali, mediante infiltrazioni di tossina botulinica da effettuarsi presso gli ormai numerosi centri specializzati. Putroppo tale terapia non è risolutiva e necessita di essere ripetuta con nuove infiltrazioni, con cadenza minimo trimestrale.
Il blefarospasmo è una malattia caratterizzata dalla chiusura persistente, forzata e involontaria delle palpebre. È una distonia focale cranica. I pazienti affetti da blefarospasmo non hanno malattie oculari e il disturbo della visione è dovuto solamente alla chiusura forzata delle palpebre.
Il blefarospasmo inizia, di solito, gradualmente con la comparsa di un eccessivo ammiccamento e/o di irritazione oculare. In questa fase iniziale il fenomeno può manifestarsi solo in presenza di specifiche condizioni, quali la luce intensa, l'affaticamento e la tensione emotiva. Con il progredire della malattia il fenomeno compare più frequentemente durante la giornata. La condizione di spasmo scompare con il sonno e alcuni pazienti osservano che, dopo un sonno ristoratore notturno, gli spasmi non si presentano per parecchie ore.
L'impegno e la concentrazione possono ridurre la frequenza degli spasmi.
Il blefarospasmo può accompagnare forme distoniche della bocca e/o della mandibola (distonia oromandibolare, sindrome di Meige). In questi casi lo spasmo delle palpebre è accompagnato dal serrarsi della mandibola, dall'apertura della bocca, da smorfie o dalla protrusione della lingua.
Talora si individua una familiarità o l'associazione con malattie organiche, ad esempio nei casi secondari a trauma (meccanico, chimico o termico), quelli che si associano a blefariti, trichiasi, occhio secco, oppure a sclerosi multipla, paralisi cerebrale, sindrome di La Tourette. Quando il blefarospasmo, monolaterale, si associa allo spasmo emifaciale, con movimenti incontrollati del viso e del collo secondari all'irritazione del 7° nervo cranico si può temere un'eziologia tumorale e quindi conviene eseguire una risonanza magnetica del cervello, anche se il più delle volte basta limitare il consumo dei caffè quotidiani o di altri stimolanti del sistema nervoso centrale (ad esempio le droghe cosiddette "leggere"). In questi casi il ricorso a blandi sedativi (benzodiazepine come il Valium®) può giovare, anche se occorre tener presente che taluni farmaci utilizzati in neuropsichiatria (antipsicotici e anti-Parkinson in particolare) possono addirittura provocare, se non aggravare il blefarospasmo. Nella sindrome di Meige (distonia oro-mandibolare), il blefarospasmo è accompagnato da forme distoniche della bocca, con smorfie di apertura e chiusura della mandibola, protrusione della lingua, difficoltà alla deglutizione e alla parola.
In Italia, negli Stati Uniti d'America ed in altri paesi è stato di recente approvato l'uso della tossina botulinica per il trattamento del blefarospasmo e dell'emispasmo facciale. Questa tossina è prodotta, come dice il nome stesso, dal batterio Clostridium botulinum. La tossina agisce sui muscoli indebolendoli, in quanto blocca la trasmissione degli impulsi nervosi dalle terminazioni dei nervi ai muscoli.
Nel trattamento del blefarospasmo dosi minime di tossina botulinica vengono iniettate (con un ago sottilissimo) nello spessore delle palpebre. I punti di inoculazione possono essere leggermente diversi da paziente a paziente a seconda del giudizio del medico.
Sedi di iniezione della tossina botulinica nel trattamento del blefarospasmo. I cerchi neri indicano i punti più frequentemente utilizzati
Generalmente si scelgono due punti sulla palpebra superiore e due su quella inferiore. Quando gli spasmi interessano anche i muscoli intorno all'occhio, è possibile iniettare qualche unità di tossina anche vicino al sopracciglio, al naso, allo zigomo.
I benefici di questo trattamento compaiono da 1 a 14 giorni dopo l'iniezione e permangono per circa 2-4 mesi.
Un caro saluto
Prof.Duilio Siravo
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PROF.DOTT. DUILIO SIRAVO
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