Cancro delle ghiandole salivari
I tumori maligni delle ghiandole salivari maggiori
Cancro delle ghiandole salivari
I tumori maligni delle ghiandole salivari maggiori: l'ecografia come primo livello diagnostico strumentaleLa parotide è la sede colpita di gran lunga più frequentemente (80%) mentre la sottomascellare (9%) e la sottolinguale (1%) sono interessate in misura minima. Nella parotide i tumori maligni incidono con percentuali variabili dal 17% al 34%, mentre nella sottomandibolare sono in media il 50% e nella sottolinguale l’85%.
Le neoplasie maligne salivari hanno frequentemente uno sviluppo in forma nodulare a crescita espansiva asintomatica e in un secondo tempo manifestano la loro malignità assumendo aspetti infiltrativi a carico delle strutture adiacenti con la comparsa dei relativi sintomi. La paralisi del nervo facciale, che è il sintomo principale di infiltrazione maligna compare solo nel 14% dei casi di carcinoma parotideo.
I tumori maligni delle ghiandole salivari minori incidono per circa il 10% di tutte le neoplasie salivari.
Le forme maligne rappresentano in media il 50%. La sede più colpita è il cavo orale (64%). Gli istotipi maligni più frequenti nelle salivari minori sono il carcinoma mucoepidermoide (45%) e il carcinoma adenoideo cistico (28%). Anche per queste forme l’aspetto più tipico è un nodulo a lenta crescita sottomucosa che si ulceracentralmente.
La diagnosi clinica è caratterizzata dalla presenza di una tumefazione nodulare, spesso asintomatica a carico delle ghiandole salivari maggiori. Una volta identificata una lesione sospetta è opportuno procedere con un esame citologico mediante agoaspirato eco-guidato e ad una profonda valutazione ecografica e radiologica della neoplasia.
La radiologia standard e la scialografia sono state completamente abbandonate. L’ecografia rappresenta oggi l’esame di scelta come primo livello diagnostico strumentale, consente di praticare un agobiopsia e di effettuare nella stessa seduta anche un esame rapido delle stazioni linfatiche cervicali. Ha lo svantaggio di non consentire lo studio della ghiandola nel suo insieme, in particolare di non visualizzare bene le porzioni al di sotto dell’osso mandibolare. Con l’avvento della RM, questa tecnica ha gradualmente sostituito la TC nella valutazione delle lesioni delle ghiandole salivari per una migliore definizione dei tessuti molli