CHERATOPLASTICA

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CHERATOPLASTICA

16-09-2011 - scritto da siravoduilio

CHERATOPLASTICA

La cheratoplastica è un intervento chirurgico di tipo oculistico: consiste in un trapianto corneale o, meglio, in un innesto di cornea





. Si esegue quando le terapie a base di farmaci non consentono più allacornea di guarire o quando quest'ultima si è indebolita troppo e, quindi, rischia di rompersi spontaneamente.
Ad esempio, è necessaria la cheratoplastica quando sull'occhio c’è stato un taglio profondo, quando la cornea è stata colpita da un’infezione grave che ha creato ulcerazioni profonde oppure se la cornea presenta una sua propria patologia primitiva (distrofie corneali ed ectasie). Sono, quindi, diverse le ragioni per cui la cornea può essere diventata opaca (non ultima la formazione di cicatrici): per recuperare la vista bisogna restituire trasparenza alla superficie oculare posta davanti all'iride mediante una vera e propria sostituzione di tessuto (che si preleva da un donatore).
Esistono fondamentalmente due modi di procedere chirurgicamente una volta che si siano curate infezioni e infiammazioni. In un primo caso viene sostituita tutta lacornea, cioè tutti gli strati della superficie oculare: si tratta della cheratoplastica perforante (trapianto tradizionale). Nel secondo caso, invece, si mantiene lo strato più interno e più importante della cornea (cioè il complesso membrana di Descemet-endotelio): l'intervento prende allora il nome di cheratoplastica lamellare.
Il trapianto lamellare della cornea permette di sostituire solo gli strati patologici con strati equivalenti prelevati da una cornea sana di un donatore. Tale tecnica consente di lasciare in sede gli strati corneali sani. Il trapianto lamellare della cornea consente di ottenere gli stessi risultati del trapianto a tutto spessore, ma con una ripresa funzionale molto più rapida e minori complicanze (si riduce il rigetto immunologico). Le nuove tecniche possono essere applicate al trattamento delle più comuni malattie della cornea: il cheratocono, le distrofie corneali e le opacità corneali da infezioni virali (erpetiche) oppure batteriche e da traumi. La possibilità di sostituire solo alcune parti della cornea è data dalla caratteristica della struttura corneale a strati. Questa tecnica permette quindi di sostituire solo gli starti irreversibilmente danneggiati dal processo patologico. Le tecniche definite profonde permettono, in caso di scompenso corneale, secondario ad altro intervento chirurgico di poter sostituire solo gli strati profondi della cornea come l’endotelio corneale, spesso responsabile della perdita della trasparenza corneale.

Alcune malattie corneali, che provocano gravi diminuzioni della vista in pazienti di giovane età (quali, ad esempio,
il CHERATOCONO), risparmiano l'endotelio corneale. Queste patologie possono beneficiare della cheratoplastica lamellare perché lasciando in situ lo strato corneale più importante - responsabile della trasparenza della cornea - si impedisce che questo possa andare incontro a reazioni di rigetto o impoverimento progressivo come accade nel trapianto tradizionale. La cheratoplastica lamellare è un intervento che si esegue da molti anni, ma i risultati che si ottengono oggi (con la nuova tecnica di aereodissezione) consentono ottimi recuperi della vista, al contrario di quanto avveniva prima.
La cheratoplastica perforante è la forma di trapianto più frequente che, se mal eseguita, può portare all'insorgenza di un astigmatismo irregolare. Si effettua asportando dall'occhio del donatore (da cadavere) la porzione di cornea da sostituire, con l'ausilio di particolari trapani cilindrici e cavi (di varie dimensioni in base alle esigenze del momento). Generalmente si asporta un tessuto del diametro di 8,25 mm, sebbene nel ricevente si sia creato lo spazio per tessuto corneale del diametro di 8 mm (questa procedura tiene conto dei processi di cicatrizzazione e appunto di retrazione cicatriziale della cornea del donatore). Il tessuto del donatore può anche essere conservato in apposite soluzioni e ad adeguate temperature (fino a 4-5 giorni). Ultimamente sono stati messi a punto dei nuovi metodi di sutura antitorsione, in modo da impedire che la nuova cornea possa ruotare attorno al proprio asse.
La tecnica DALK è una soluzione chirurgica indicata per i pazienti con cheratocono o con opacità corneali profonde ma con endotelio sano (l’endotelio è il sottilissimo strato cellulare che corrisponde alla superficie interna della cornea).
In pratica, con una tecnica chiamata “big bubble”, è possibile staccare con una bolla d’aria l’endotelio dallo stroma e sostituire quest’ultimo lasciando intatto il primo: si tratta di un trapianto corneale parziale subtotale.

Quando viene rimossa la sutura?

La sutura può essere lasciata in sede anche per diversi anni se non genera problemi.
Normalmente non viene rimossa prima che sia passato un anno dall'intervento.
La sutura consente di controllare gli astigmatismi postoperatori che possono essere elevati, e si modificano durante la guarigione. Per questa ragione talvoltà può essere indicato aggiungere o rimuovere dei singoli punti, o ridistribuire la tensione delle suture già esistenti.

Gli astigmatismi corneali possono essere studiati con precisione con i topografi corneali computerizzati:
È riportata la rappresentazione dei risultati di un esame.
La rimozione della sutura viene eseguita ambulatorialmente, non è dolorosa, e richiede la semplice somministrazione di un collirio anestetico.
Generalmente viene applicato un bendaggio fino al giorno successivo.
 



Un caro saluto
Prof.Duilio Siravo
siravo@supereva.it
http://drsiravoduilio.beepworld.it
Cell.:3385710585
PROF.DOTT. DUILIO SIRAVO
http://drsiravoduilio.beepworld.it



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