COLLIRI E CONSERVANTI

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COLLIRI E CONSERVANTI

13-12-2011 - scritto da siravoduilio

Sempre più spesso i sostituti lacrimali vengono distribuiti in confezioni monodose per evitare l’uso di conservanti.

I conservanti, infatti, si sono dimostrati irrispettosi nei confronti dei sostituti lacrimali (mantenimento e/o ricostruzione qualitativa del film lacrimale).


  • belzanconio cloruro (sostanza cationica): a concentrazioni superiori allo 0,01% a livello corneale, provoca rottura dei ponti intercellulari dell’epitelio, danno ai microvilli, riduzione delle cellule mucipare. La sua capacità di lesione dello strato lipido ne fa' un nemico della stabilità del film lacrimale.
  • clorexidina (sostanza cationica): molti studi hanno confermato l'esistenza di un processo di allergizzazione da parte dell’occhio posto lungamente a contatto con la clorexidina. La sostanza infatti tende a legarsi facilmente ai depositi lipido-proteico presenti sulle lenti morbide.
  • clorobutanolo (alcali): l’atomo di cloro presente in questo conservante aumenta la solubilità dei lipidi e di conseguenza mina la stabilità dello strato lipidico.
  • timerosal (composto mercuriale): non sono state registrate reazioni tossiche locali. Tuttavia molti pazienti possono manifestare ipersensibilità per la facilità di contatto con questo conservante. Infatti è molto diffuso perché è utilizzato anche in campi diversi dall’oftalmologia e dalla medicina.
Precisato che la garanzia di sterilità è un requisito imprescindibile per i prodotti oftalmici, rimane il problema che i conservanti tradizionali determinano marcati effetti tossici sulla superficie oculare.
Possiamo parlare del benzalconio cloruro (BAK), il conservante più utilizzato in oftalmologia e quindi può essere un pattern esplicativo per tutti gli altri.
E’ un derivato ammonico quaternario. In soluzione acquosa si dissocia in un complesso cationico cui si deve l’attività, ed in un anione inattivo (Cl-). Il suo impiego in oftalmologia è stato favorito dalla sua inerzia nei confronti dei materiali plastici di cui sono composti molti flaconi di colliri. E’ un detergente cationico: questa proprietà chimico-fisica lo fa rapidamente legare a superfici con carica negativa (proteine, batteri, ecc., ma anche la cornea). La sua elevata attività detergente induce una denaturazione delle proteine con cui viene a contatto e provoca modificazioni enzimatiche irreversibili a carico delle membrane cellulari. Il meccanismo d’azione antibatterico del BAK è quindi legato alla sua capacità di alterare la membrana cellulare modificandone la permeabilità, con perdita di enzimi, coenzimi e conseguente inattivazione del microrganismo.
  • altera il film lacrimale precorneale (riduce significativamente il BUT)
  • è un agente proinfiammatorio (determina un’aumento di alcuni marker dell’infiammazione (per es. ICAM-1, HLA-DR, ecc.).
  • è epitelio-tossico (determina cheratite puntata) e ritarda la riepitelizzazione. [La figura, tratta da Review of Ophthalmology - June 2001 mostra i danni dei derivati ammonici quaternari sull'epitelio della cornea]
  • riduce il numero di cellule caliciformi nella congiuntiva
  • a lungo termine determina una metaplasia squamosa della congiuntiva
  • è’ tossico per lo stroma corneale (non va usato in caso di estese disepitelizzazioni): può indurre sia apoptosi che necrosi (a secondo della quantità somministrata) dei cheratociti
  • è estremamente tossico per le strutture intraoculari, pertanto non deve mai essere usato in presenza di aperture (traumatiche o chirurgiche) della camera anteriore.
  • può determinare allergie
La concentrazione di BAK consigliata per la conservazione dei prodotti oftalmici è 0.005% (0.05 mg/100 ml), ma si può ritrovare in alcuni colliri, per particolari motivi formulativi, fino allo 0.02% (0.2 mg/100 ml).

Un caro saluto
Prof.Duilio Siravo
siravo@supereva.it
http://drsiravoduilio.beepworld.it
Cell.:3385710585
PROF.DOTT. DUILIO SIRAVO
http://drsiravoduilio.beepworld.it



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