Come curare il colon irritabile

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Come curare il colon irritabile

27-11-2018 - scritto da Paola Perria e Viviana Vischi

Spesso per il colon irritabile la cura migliore è agire su se stessi, tenendo a bada lo stress, l’ansia e le tensioni emotive. Ma anche la dieta gioca la sua parte.

Colon irritabile per stress? Ecco i rimedi.

 

Viene impropriamente definita colite, ma il suo vero nome è colon irritabile, o meglio, sindrome dell’intestino irritabile o IBS, una alterazione delle funzioni intestinali che colpisce milioni di persone nel mondo, di ogni età, di entrambi i sessi e con i più disparati stili di vita. Può colpire – e, anzi, accade spesso – anche chi segue una dieta controllata e pratica regolarmente attività fisica. Vediamo come si manifesta e come curarla.

 

Colon irritabile: sintomi

Dolore addominale ricorrente, che migliora dopo l'evacuazione, stitichezza e/o diarrea e cambiamento nell’aspetto delle feci sono i sintomi del colon irritabile che permettono una diagnosi precisa in base alle nuove linee guida internazionali, a cui si aggiungono fitte e crampi al basso ventre, una grande produzione di gas intestinale che spesso provoca aria nella pancia, coliche dolorose e… stress e ansia che schizzano alle stelle. Chi è costretto a subirli lamenta un generale peggioramento della qualità della vita, essendo anche costretto a limitare la propria vita di relazione e interazione sociale.

 

Colon irritabile per stress? Questa causa è più frequente di quanto si possa pensare

L’intestino viene anche definito il nostro “secondo cervello”, ed è ricco di neuroni (ebbene sì, proprio come quelli cerebrali), cellule staminali, batteri buoni (che compongono il microbiota, o flora intestinale), enzimi digestivi e neurorecettori. Si tratta, a ben vedere, di un grande organo complesso che svolge molteplici funzioni e reagisce a tanti stimoli endogeni ed esogeni.

 

Quando siamo stressati, una condizione naturale per la quale siamo biologicamente programmati, ma che quando si prolunga per troppo tempo può seriamente alterare la funzionalità dei nostri organi interni, il cervello produce grandi quantità di un ormone chiamato cortisolo.

 

Questo si intromette nel meccanismo fisiologico legato alla nutrizione, producendo effetti a cascata. Sentiamo, ad esempio, fame quando siamo già sazi, soprattutto di alimenti dolci che producono un temporaneo effetto euforizzante, e tendiamo ad ingrassare.

 

Ma lo stress altera anche la motilità intestinale, di qui stipsi e diarrea. Senza contare che il timore di provare dolore e malessere, la paura della loro insorgenza in un momento delicato, l’uscire di casa senza sapere se si dovrà correre in bagno lungo la strada, sono tutti fattori che aumentano lo stress e, come in un circolo vizioso, si ripercuotono sull’intestino.

 

La sindrome dell’intestino irritabile, quindi, può avere molto a che fare con uno stato di stress mentale ed emotività accentuati. Anzi, più spesso di quanto si creda è proprio il risultato di una complessa interazione fra il cervello e l’intestino. 

 

 

Colon irritabile: dieta e cibi da evitare

Un’alimentazione per il colon irritabile dovrebbe prevedere un taglio ai cibi processati e troppo ricchi di sale e di grassi saturi, ai dolci, alle bevande gassate e alcoliche. Ma questo dovrebbe valere per tutti…

 

Recentemente, poi, è stato dimostrato che un’alimentazione ricca di alcuni cibi di difficile assimilazione e che vengono fermentati dalla flora batterica, determinando la formazione di gas, può scatenare i sintomi del colon irritabile. Questi sono chiamati FODMAPs (Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides and Polyols) e costituiscono un ampio gruppo di zuccheri fermentabili, principalmente di origine vegetale. Comprendono ad esempio: mele, pere, cipolle, asparagi, carciofi, frumento, lenticchie, cavoli, prugne e dolcificanti artificiali.

 

Dunque cosa mangiare in caso di colon irritabile? Il consiglio dei gastroenterologi è quello di ascoltarsi molto bene per decidere cosa sia meglio mangiare, perché non per tutti valgono le stesse regole. Tenere un diario dei sintomi, dove annotare anche gli alimenti consumati, potrebbe essere d’aiuto.

 

In generale, comunque, una dieta FODMAPs, o meglio low FODMAPs, cioè che elimini o riduca drasticamente tutti questi cibi, può attenuare i sintomi gastrointestinali dell’IBS. Lo confermano diversi studi, che dimostrano l’efficacia di una dieta a basso contenuto di FODMAPs per i soggetti con sintomatologia gastrointestinale di tipo “funzionale”, ovvero in assenza di documentate allergie o lesioni organiche.

 

Una dieta di questo tipo, se condotta rigidamente, potrebbe essere seguita per sempre? Difficile dirlo: purtroppo non sono ancora noti gli effetti a lungo termine di una dieta povera di FODMAPs e le sue possibili conseguenze negative. Di certo si è visto che, già dopo sole 4 settimane, comincia ad impoverirsi la flora batterica intestinale, e in particolare a ridursi la presenza di lattobacilli. Il che non è mai un bene.

 

Allora, come si cura il colon irritabile?

Visto che l’intestino è intelligente almeno quando il cervello, e  ci parla, una buona idea potrebbe essere quella di ascoltarlo. Esso stesso potrebbe fornirci indicazioni utili. Tornando al fattore stress, per prima cosa dobbiamo ridurlo, o per lo meno accettarlo.

 

Spesso chi soffre di IBS tende ad opporsi ai cambiamenti della vita, ha la mania del controllo, soffoca le emozioni meno accettabili (rabbia, frustrazione, paura ecc.), e sembra sempre avere qualche grossa grana che lo turba. Ma sono predisposizioni mentali soggettive che imbrigliano dentro una gabbia del tutto superflua. L’intestino dice: stop, così ti fai del male. Ecco perché le sue alterazioni si rivelano salvifiche, perché ci avvisano che stiamo sbagliando atteggiamento nei confronti della vita  e che prima di averne qualche vero guaio di salute, possiamo e dobbiamo fermarci, domare la mente e cambiare rotta.

 

Colon irritabile: rimedi

Detto dell’alimentazione, stornare l’attenzione dalla routine quotidiana ogni tanto può rivelarsi un toccasana, così come modificare regolarmente i propri ritmi introducendo cambiamenti positivi, che rompano le barriere autoprodotte e aiutino a sentirsi più liberi e spensierati.

 

Bene anche le risate (un consiglio: provare lo yoga della risata!), meglio della meditazione zen se questa non è nelle corde.

 

La soluzione, quindi, seppur non definitiva, è sempre frutto di una ricerca personale che deve però partire dall’ascolto attento e rispettoso dei segnali del corpo, in questo caso del colon. Talvolta un pasto abbondante in allegra compagnia si rivela più salutare di uno salutare consumato da soli a rimuginare pensieri negativi.

 

Pensiamoci su :-)

 


 

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A cura di Paola Perria (Giornalista pubblicista iscritta all'Albo dal 2009, Master in Gender Equality-Strategie per l’equità di Genere con tesi sulla medicina di genere) e Viviana Vischi (Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico).
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