Demenza senile: una piaga che si allarga

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Demenza senile: una piaga che si allarga

16-02-2010 - scritto da Viviana Vischi

Triplicato il rischio di insorgenza della patologia nelle persone affette da deficit cognitivo lieve. La prevenzione parte anche dalla lotta all’ipertensione

In aumento la demenza senile, ecco come intervenire

Demenza senile: una piaga che si allarga

L’Italia è un Paese che invecchia. Vero: siamo il popolo più longevo del pianeta. Basti pensare che negli ultimi 50 anni il numero dei nostri ottantenni è aumentato di quasi cinque volte, passando dai circa 500 mila soggetti del 1950 ai due milioni e mezzo del 2000.

Il fatto che ci siano così tanti nonnini ci riempie di gioia, è indiscutibile, tuttavia apre nuovi scenari patologici, un tempo a diffusione limitata, cui è necessario porre rimedio in tempi rapidi.

Una delle patologie sempre più diffuse tra gli anziani è la demenza senile, che ogni anno colpisce circa 150 mila persone. Ad aprire la strada verso una malattia così invalidante è sempre più spesso il cosiddetto “deficit cognitivo lieve”. Ne soffrono circa tre milioni di ultrasessantacinquenni: un anziano su quattro. Non tutti, ovviamente, sono destinati ad una progressione verso la vera e propria demenza, ma il rischio di patologia conclamata nei quattro anni successivi è triplicato rispetto agli anziani con funzioni cognitive normali.

L’allarme è stato lanciato dall’Istituto di Neuroscienze del Cnr, dall’Università di Firenze e dall’Iss, in base ai risultati di una ricerca pubblicata sulla rivista Neurology. Gli esperti sono preoccupati soprattutto perché un aumento così significativo del rischio si somma al tasso già elevato di incidenza della demenza che, nella popolazione anziana generale, è di circa l’1% annuo.
E’ chiaro – concludono gli scienziati - che la prevenzione diventa un’arma indispensabile per garantire ai nostri vecchietti una terza età in salute. E la prevenzione deve cominciare dalla lotta all’ipertensione, al diabete e al fumo, tutti importanti fattori di rischio di demenza.

Solo per citare l’ipertensione arteriosa, che colpisce circa il 60% dei vecchietti nostrani ed è dunque una delle malattie più diffuse nel nostro Paese, oltre un terzo degli attempati ipertesi non è trattato, e circa la metà dei pazienti trattati non ha un controllo soddisfacente della pressione. E dire che il trattamento dell’ipertensione è ancora oggi tra i più efficaci provvedimenti di medicina preventiva!

La pressione alta può essere tenuta sotto controllo grazie ai farmaci, ma prima ancora - nei casi meno gravi - da un corretto stile di vita: si comincia dalla tavola! Aumentiamo dunque il consumo di pesce, frutta e verdura fresche, consumiamo carne non più di tre volte la settimana, evitiamo il sale, non concediamoci più di due bicchieri di vino al giorno, limitiamo i dolci, le bevande zuccherate, gli insaccati e i prodotti affumicati, non esageriamo con i formaggi e impariamo ad utilizzare farina e cereali integrali.

L’ipertensione mette a rischio cervello, cuore, reni e altri organi del nostro corpo. Teniamola d’occhio! La pressione arteriosa ha due valori: massima (che corrisponde al momento della contrazione cardiaca) e minima (cioè il momento di riposo del cuore). Per essere ottimali, i valori massimi devono essere inferiori a 120 mmHg, quelli minima inferiori a 80 mmHg.

Categorie correlate:

Malattie, cure, ricerca medica




A cura di Viviana Vischi, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico.
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