Di epatite si muore; anche in ospedale

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Di epatite si muore; anche in ospedale

17-02-2010 - scritto da Viviana Vischi

Gli episodi del San Giovanni di Roma ci fanno riflettere su un nemico silenzioso. E dall’AIFA il decalogo per la salute del fegato

Riflessioni sull’epatite, un nemico di cui si parla troppo poco

19/03/2007 - Di malasanità purtroppo sentiamo parlare quasi tutti i giorni nel nostro Paese. Gli ultimi episodi hanno riaperto una questione che sembrava finalmente essere chiusa: quella della trasmissione del virus dell’epatite B in ambito ospedaliero. Al San Giovanni di Roma sono stati infatti riscontrati tre casi di donne che nel 2006, a distanza di diversi mesi l’una dall’altra, avevano subito un auto-trapianto di midollo osseo e che successivamente si erano infettate con il virus dell’epatite B. Una delle pazienti qualche giorno fa è morta.
Va detto che il virus dell’epatite B è ancora relativamente frequente nella popolazione generale, e che casi sporadici di pazienti ospedalizzati possono tuttora verificarsi. Tuttavia, la magistratura ha aperto un’inchiesta per capire come sia potuto accadere.
L’episodio del San Giovanni ci offre lo spunto per riflettere sull’epatite, un nemico di cui si parla troppo poco: eppure, tra i tanti primati dell’Italia, quello più triste riguarda proprio l’incidenza delle malattie del fegato che, quando diventano croniche, comportano serie conseguenze come la cirrosi, l’insufficienza epatica, fino al tumore. Oggi in Italia 2 milioni e mezzo di persone sono affette da epatite B e C, e i decessi si calcolano nella misura di 21 mila all’anno. Le malattie epatiche sono la principale causa di morte nella fascia d’eta tra i 35 ed i 44 anni!
Le malattie del fegato da un lato sono legate a stili di vita e comportamenti a rischio, dall’altra sono asintomatiche e dal decorso lento: in questo quadro risultano fondamentali una corretta educazione e una maggior sensibilizzazione alla prevenzione. Ecco perché l’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato (AIFA), che riunisce i maggiori specialisti italiani del settore, propone un decalogo per tenere in salute il fegato, soprattutto in vista dell’estate.
1. Fai attenzione all’igiene di quello che mangi quando sei fuori casa: l’epatite A si trasmette tramite alimenti infetti come frutti di mare, verdure e acqua
2. Stai attento a quando utilizzi forbicine, rasoi e altri strumenti appuntiti in comune con persone che non conosci: le epatiti B e C si trasmettono attraverso il sangue infetto
3. Segui un’alimentazione corretta e svolgi una regolare attività fisica: il controllo del peso e dell’accumulo di grassi nel fegato permette di prevenire malattie epatiche. Approfitta dell’estate per assumere frutta e verdura in abbondanza e riduci i cibi grassi o fritti
4. Consuma moderatamente vino e bevande alcoliche
5. Non eccedere nell’uso dei farmaci: tutti i medicinali passano attraverso il fegato e quantità in eccesso potrebbero essere dannose
6. Non assumere droghe: quelle sintetiche possono provocare danni permanenti al fegato; se avviene uno scambio di siringhe è possibile contrarre l’epatite B e C, così come l’AIDS
7. Fai attenzione a piercing e tatuaggi: moltissime infezioni si trasmettono per colpa di strumenti non sterilizzati
8. Evita rapporti sessuali a rischio non protetti. Le malattie a trasmissione sessuale sono molte: tra queste è inclusa l’epatite B
9. Esegui controlli periodici del sangue
10. Vaccinati contro l’epatite B e contro l’epatite A. Dal 1991 la vaccinazione contro il virus B è obbligatoria per i bambini: chi ha meno di 25 anni è gia immunizzato, tutti gli altri possono comunque effettuarla. Nel caso dell’epatite A, se non ci si è immunizzati spontaneamente, è opportuno vaccinarsi in occasione di viaggi in Paesi esotici.
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A cura di Viviana Vischi, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico.
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