Dipendenza da cibo: ecco le sostanze che non riusciamo a smettere di mangiare

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Dipendenza da cibo: ecco le sostanze che non riusciamo a smettere di mangiare

02-12-2013 - scritto da Paola Perria

Cibi dolci o salati, cosa ci induce alla dipendenza?

Ci sono alimenti che più di altri abbiamo bisogno di mangiare, quasi fossero una droga. Ma cosa contengono di così "stimolante"?

Dipendenza da cibo: ecco le sostanze che non riusciamo a smettere di mangiare Ciascuno di noi sa che esistono dei cibi "pericolosi" perché capaci di indurre dipendenza, esattamente come una droga. Alimenti dolci o salati che non riusciamo a smettere di mangiare finché non abbiamo consumato tutte le scorte casalinghe. Può essere un certo tipo di biscotti farciti, quella crema spalmabile alla nocciola così irresistibile, le patine fritte industriali, quei favolosi gelati multi-gusto, o le barrette al cioccolato, mou e cereali che ci "illudiamo" essere "solo" energetiche, ma che invece ci riempiono di calorie. Insomma, sappiamo tutti di cosa stiamo parlando, e sappiamo come "disintossicarci" sia un'impresa titanica non esente da numerose ricadute.

Ebbene, vi siete mai domandati esattamente perché questi cibi ci inducano al consumo smodato? Eppure esistono, se ben ci pensiamo, altri alimenti che pure amiamo moltissimo, ma che nessuno mangerebbe a dismisura, di cui non facciamo scorta, che non inducono dipendenza. Ad esempio, per quanto passiamo trovare squisiti i frutti di mare, difficilmente ne mangeremmo più di una porzione, per quanto abbondante. E una volta "tolto lo sfizio", siamo a posto per un po'.

Per quanto ci faccia impazzire la pastasciutta, non siamo in grado di mangiarne 10 piatti al giorno, e anche se siamo gradi estimatori delle castagne arrosto, dopo una bella mangiata ci sentiamo sazi e magari non stiamo lì a tornarci con il pensiero in attesa di poterne rimangiare di nuovo. Se ci riflettiamo, ad indurre dipendenza sono soprattutto i cibi industriali confezionati. E soprattutto gli snack dolci e salati. Come mai? Perché a creare una dipendenza sono soprattutto tre sostanze che "lavorano" sugli equilibri biochimici del cervello creando degli scompensi anche a livello endocrino: sale (sodio nascosto in varie forme, ad esempio nei biscotti confezionati), glucosio (zucchero raffinato presente anche nelle preparazioni salate) e grassi trans e saturi.

Queste sostanze non sono benefiche per il nostro organismo, hanno degli effetti sui recettori ormonali cerebrali e favoriscono infiammazioni, pressione alta, alterazioni dell'umore (i famosi "alti e bassi" legati alla produzione di insulina), e sono i maggiori responsabili della diffusione di diabete e obesità con malattie associate. Ci apportano spesso solo calorie "vuote", prive di reale contenuto nutrizionale e pertanto inutili per la nostra salute. Spesso sono cibi disidratati, che quindi ci sottraggono acqua e inducono ritenzione idrica, sottoposti a processi di cottura e conservazione che distruggono qualunque sostanza nutritiva di partenza, con un gusto manipolato e modificato attraverso l'aggiunta di additivi sintetici.

Eliminare questi cibi - incluse molte merendine dei bambini - o limitarne il consumo è un buon passo verso un reale miglioramento delle condizioni di salute generali. Disintossicarci non è facile, ma è importante. Se vi rendete conto che di certi cibi non riuscite a fare a meno, che quello snack è irrinunciabile a quell'ora del giorno, che la merendina al cioccolato dopo cena ci sta proprio bene... è tempo di fare un bel lavoro di ripulitura tra frigo e dispensa. Anche la dipendenza da cibo si può combattere, ma si comincia essendone consapevoli.


Foto| via Pinterest

A cura di Paola Perria, Giornalista pubblicista iscritta all'Albo dal 2009, Master I livello in Gender Equality-Strategie per l’equità di Genere con tesi sulla medicina di genere.
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ATTENZIONE: le informazioni che ti propongo nei miei articoli, seppur visionate dal team di medici e giornalisti di ForumSalute, sono generali e come tali vanno considerate, non possono essere utilizzate a fini diagnostici o terapeutici. Il medico deve rimanere sempre la tua figura di riferimento.



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