Anchilostomiasi
L'anchilostomiasi è una parassitosi diffusa prevalentemente nei Paesi tropicali dal clima caldo-umido, causata da due parassiti, l’Ancylostoma duodenale o il Necator americanus.
I sintomi dell’anchilostomiasi sono difficili da individuare ma in generale possono presentarsi anemia, abbassamento dei valori del ferro, disturbi gastroenterici, tosse, dolori al petto, respiro affannoso, febbre vomito, diarrea, manifestazioni cutanee e turbe nervose.
Le larve dei due tipi di parassiti penetrano nel corpo creando dei microscopici tunnel nella cute e provocando vesciche ed eruzioni cutanee che determinano prurito intenso, solitamente localizzato a gambe e piedi. Il parassita si stabilizza poi nell’intestino dove inizia a succhiare il sangue danneggiando gravemente la mucosa intestinale.
Poiché le larve infettive si sviluppano in ambienti sporchi e umidi, in particolare nella sabbia e nei terreni argillosi, per evitare di contrarre l’anchilostomiasi è sufficiente rispettare semplici regole igieniche come non defecare in luoghi diversi dai servizi igienici e non camminare a piedi nudi su terreni che non si conoscono .
La terapia consiste nell’assunzione di benzimidazolici, dei farmaci vermicidi come l’albendazolo o il mebendazolo: il rischio di recidiva è molto elevato, anche a distanza di 30-36 mesi dal primo trattamento farmacologico, per cui è consigliabile eseguire trattamenti regolari per evitare il rischio di cronicità.
I sintomi dell’anchilostomiasi sono difficili da individuare ma in generale possono presentarsi anemia, abbassamento dei valori del ferro, disturbi gastroenterici, tosse, dolori al petto, respiro affannoso, febbre vomito, diarrea, manifestazioni cutanee e turbe nervose.
Le larve dei due tipi di parassiti penetrano nel corpo creando dei microscopici tunnel nella cute e provocando vesciche ed eruzioni cutanee che determinano prurito intenso, solitamente localizzato a gambe e piedi. Il parassita si stabilizza poi nell’intestino dove inizia a succhiare il sangue danneggiando gravemente la mucosa intestinale.
Poiché le larve infettive si sviluppano in ambienti sporchi e umidi, in particolare nella sabbia e nei terreni argillosi, per evitare di contrarre l’anchilostomiasi è sufficiente rispettare semplici regole igieniche come non defecare in luoghi diversi dai servizi igienici e non camminare a piedi nudi su terreni che non si conoscono .
La terapia consiste nell’assunzione di benzimidazolici, dei farmaci vermicidi come l’albendazolo o il mebendazolo: il rischio di recidiva è molto elevato, anche a distanza di 30-36 mesi dal primo trattamento farmacologico, per cui è consigliabile eseguire trattamenti regolari per evitare il rischio di cronicità.