Bulimia

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Bulimia

La bulimia è un disturbo del comportamento alimentare e insieme all’anoressia fa parte dei Disturbi Alimentari Psicogeni (DAP). Chi è affetto da bulimia ingurgita una quantità di cibo eccessiva per poi ricorrere a diversi metodi per evitare di metabolizzarlo e quindi di ingrassare.

Si distinguono due tipi di bulimia:
Bulimia con condotte di eliminazione, che vede la persona fare regolarmente ricorso a vomito autoindotto o all'uso inappropriato di lassativi, diuretici ed enteroclismi.
Bulimia senza condotte di eliminazione, che la persona fare regolarmente ricorso a comportamenti compensatori inappropriati come digiuni o intensa attività fisica, senza praticare il vomito autoindotto o ricorrere all'uso di lassativi, diuretici o enteroclismi.

La bulimia è frequente negli adolescenti e nei giovani adulti: di solito compare intorno ai 12-14 anni o nella prima età adulta, verso i 18-19 anni, e colpisce in prevalenza soggetti di sesso femminile.
Diagnosticare la bulimia è più complesso rispetto all'anoressia perché manca la condizione di sottopeso patologico, comunque si può ritenere che un soggetto sia affetto da bulimia se compie abbuffate con frequenza almeno settimanale, in cui vengono assunti alimenti in quantità elevate provando la sgradevole sensazione di non riuscire più a fermarsi e provvedendo poi a compiere comportamenti autolesivi per impedire l’aumento di peso.

Per curare la bulimia si fa ricorso ad un approccio terapeutico pluridisciplinare che contempli anche la psicoterapia e la neuropsichiatria. Vengono somministrati farmaci antidepressivi, in particolare quelli appartenenti alla categoria degli inibitori selettivi del ricaptazione della serotonina (SSRI), come la fluoxetina e in casi particolari la sibutramina.


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