Linfoma

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Linfoma


Il linfoma di Hodgkin è una neoplasia maligna che colpisce i linfociti B ed è relativamente raro, anche se la sua incidenza è in aumento infatti rappresenta il 30-40% di tutti i linfomi maligni. I soggetti considerati più a rischio sono i giovani di età compresa fra i 20 e 30 anni e gli anziani con età superiore ai 70 anni.

Il linfoma è un tumore che prende origine dalle ghiandole linfatiche, ovvero dalle cellule contenute nei tessuti che hanno la funzione di difendere l’organismo dagli agenti esterni e dalle malattie. Esistono fattori genetici e fattori infettivi, ad esempio alcuni tipi di virus come l'Epstein-Barr, che predispongono alla nascita di tale neoplasia.

Secondo la classificazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) del 1997 si distingue il linfoma di Hodgkin a predominanza linfocitaria nodulare dal linfoma di Hodgkin classico, a sua volta distinto in quattro sottotipi (a sclerosi nodulare, ricco in linfociti, a cellularità mista, a deplezione linfocitaria).

Durante lo stadio I il tumore si ritrova in un'unica sede linfatica o in un solo organo extra-linfatico. Nello stadio II la massa tumorale invade due o più regioni linfatiche riguardanti lo stesso lato del diaframma. Nello stadio III la neoplasia si estende sia sopra che sotto il diaframma, coinvolgendo i linfonodi sopra i vasi renali oppure i linfonodi inferiori come i para-aortici, gli iliaci e i pelvici o un organo extra-linfatico o la milza. Nello stadio IV il tumore si diffonde al midollo osseo, al fegato o a più di due organi extra-linfatici.

Il linfoma di Hodgkin si presenta con un ingrossamento dei linfonodi, soprattutto di quelli della regione cervicale oppure possono essere colpite altre zone linfatiche più profonde come quelle mediastiniche e quelle lombo-aortiche.
Se lo stadio è avanzato compaiono febbre alta, sudorazioni notturne, perdita di peso e prurito in tutto il corpo associati ad astenia e mancanza di appetito.

Il trattamento del linfoma di Hodgkin consiste in una terapia multidisciplinare che prevede la combinazione di radioterapia e chemioterapia dopo un eventuale intervento chirurgico per asportare i linfonodi coinvolti. La guarigione si ottiene nell’80% circa dei casi: in caso di recidiva i pazienti possono guarire con autotrapianto delle cellule staminali.


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