La trichinellosi o trichinosi è una zoonosi parassitaria causata da nematodi appartenenti al genere Trichinella che si contrae per ingestione di carne cruda o poco cotta proveniente da un ospite infetto. Il parassita, di cui oggi si conoscono otto specie diverse, all’inizio si localizza a livello intestinale per poi dare origine a una nuova generazione di larve che migrano verso i muscoli, dove provocano la formazione di cisti. Il periodo di incubazione è generalmente di circa 8-15 giorni, ma può variare anche da 5 a 45 giorni a seconda del numero di parassiti ingeriti. Anche i sintomi variano in base alla carica infettante, alla suscettibilità del singolo individuo e al ceppo di Trichinella.

La malattia è caratterizzata da due fasi, quella enterica e parenterale, associate allo sviluppo dei vermi rispettivamente nell’intestino e nei muscoli. Durante la fase enterica, che dura in genere qualche giorno, la sintomatologia è a carico dell'apparato gastro-intestinale, per cui si manifestano diarrea e dolori addominali. Dopo un paio di settimane, ma in alcuni casi anche dopo un mese, subentra la fase parenterale, dovuta al passaggio in circolo delle larve, caratterizzata da miosite, mialgia, mal di testa, febbre, edemi localizzati soprattutto al volto (in particolare edema periorbitale) e sfoghi cutanei macro-papulari. In alcuni casi si possono anche manifestare emorragie congiuntivali e subungueali e nel caso di complicazioni possono presentarsi infarto miocardico ed encefaliti a seguito della migrazione delle larve nella muscolatura cardiaca o nel sistema nervoso centrale.

La terapia è basata sulla somministrazione di corticosteroidi e di antielmintici come metendazolo o tiabendazolo efficaci solo all’inizio dell’infestazione. La trichinellosi può essere prevenuta osservando alcune misure igienico-sanitarie ricordandosi soprattutto di consumare carne ben cotta o sottoporla preventivamente a congelamento prolungato.