Fibrillazione atriale: la storia del mio cuore matto

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Fibrillazione atriale: la storia del mio cuore matto

15-12-2017 - scritto da Apollonia e Viviana Vischi

Grazie a un'ablazione al cuore, all'intervento di aritmologi competenti e al supporto di altri pazienti come me, oggi posso guardare al futuro con speranza.

Mi chiamo Apollonia, soffro di fibrillazione atriale e questa è la mia storia.

 

I guai con il mio cuore un po’ matto si sono accentuati dopo i 30 anni, quando ho cominciato ad avere crisi notturne di tachicardia parossistica sopraventricolare: si verificavano come un fulmine a ciel sereno, e con la stessa velocità con cui arrivavano poi passavano da sole, ma in quei momenti in cui il battito accelerava all’impazzata… mi sembrava di morire!

 

Fin da piccola avevo visto mia madre subire le stesse crisi: insomma, non mi erano nuove, anche le sue arrivavano e sparivano all'improvviso. Ma io onestamente speravo di averla fatta franca.

 

A dirla tutta la mia storia clinica parte da molto prima. Non ho avuto un'infanzia facile e neanche un'adolescenza normale. Tutto questo ha avuto una ripercussione sulla mia sfera psicologica e lo stress continuo per le varie situazioni che ho vissuto probabilmente hanno contribuito a rendere il mio cuore un po' matto. Ma, appunto, è solo la mia opinione.

 

E’ stato attorno ai 40 anni che la situazione si è complicata. Una crisi più acuta del solito mi condusse in ospedale. I medici la risolsero in un paio d'ore con un carico di betabloccante. Il farmaco che mi diedero si chiamava Corgard e per me fu una benedizione.

 

 

Da quel momento assunsi quel meraviglioso betabloccante, in dose minima, ogni volta che ne avevo bisogno per i successivi 11 anni. Ma quel periodo di benessere fu spazzato via, anche lui all’improvviso un po’ come la mia tachicardia, dalla decisione di non produrre più la sostanza che aveva cambiato la mia vita, oltre a quella di molte altre persone e soprattutto di bambini.

 

Il farmaco era stato ritirato dal commercio per essere sostituito da altri più “moderni”, che però con me non funzionavano. Mi ritrovai a vivere momenti di vera disperazione e sofferenza.

 

Fu così che una sera ebbi l’ennesima crisi, fu molto forte, mi vengono ancora i brividi se ci penso. Fu una notte bruttissima, il cuore non si calmava, io ero agitata come mai prima di quel momento. Chiamai il mio medico nel cuore della notte, gli dissi:

 

Temo di avere una crisi di fibrillazione atriale.

 

Alle sei del mattino arrivò il medico che dopo un'attenta visita mi condusse con sé in ospedale e, dopo vari esami, tra cui gli enzimi cardiaci, mi confermò che si trattava di fibrillazione atriale.

 

La stessa malattia di mia madre.

 

 

La crisi fu superata con riconversione farmacologica e dopo 36 ore fu ripristinato il ritmo normale del mio cuore matto. Il mio medico mi consigliò allora di eseguire uno studio elettrofisiologico del cuore per capire l'origine di queste aritmie. Fu durante questa indagine mininvasiva che mi fu praticata l'ablazione transcatetere della via anomala per debellare la tachicardia parossistica da rientro nodale. Se il mio cuore poteva essere paragonato ad un impianto elettrico, in pratica venne “bruciato” quel filo scoperto che lo mandava in corto circuito.

 

Avevo 55 anni ed ero molto spaventata. Ma capire che le mie aritmie a cuore sano potevano essere curate grazie all'aiuto di aritmologi bravi e competenti fu il pensiero che mi permise di non abbattermi e di reagire con forza alle avversità che la vita mi aveva riservato.

 

Il momento della svolta coincise anche con l’iscrizione a ForumSalute nel 2009: avevo bisogno di confronto, supporto e condivisione con altre persone nella mia stessa situazione, e qui lo trovai. In seguito conobbi anche alcuni membri di un'associazione che sostiene tutte le persone che soffrono della mia stessa aritmia e, tenendoci per mano, oggi tutti noi guardiamo al futuro con speranza.

 

 

Così eccomi qui, oggi, a 63 anni. Sono una moglie, una mamma e una nonna di 4 nipoti meravigliosi, aiuto nella gestione degli alberghi di famiglia, ma soprattutto mi sento meglio. Certo, la fibrillazione atriale ogni tanto torna a bussare. Ma io cerco di tenerla sotto controllo con farmaci la cui dose viene adattata al bisogno, e finora ci sto riuscendo abbastanza bene.

 

Se guardo al futuro vedo probabilmente un'altra ablazione al cuore, ma ancor di più vedo i miei nipotini diventare grandi e vedo la realizzazione dei sogni che ho ancora nel cassetto: guarire dalla fibrillazione atriale, riprendere presto a correre, la mia passione, e cominciare a viaggiare senza più timori.

 

So che ci riuscirò. Ne sono certa.

 

 

Dal canto mio, mi renderò sempre disponibile e ce la metterò tutta per aiutare coloro che non riescono a trovare una soluzione, o perché delusi dalle cure o perché non vengono indirizzati sulle giuste strade per risolvere i problemi cardiaci. Soprattutto quelli, come le aritmie, che nella maggior parte dei casi hanno origini ignote e fanno tanta paura.

 

Se anche tu sei in cerca di aiuto, conforto o consigli, visita la sezione di ForumSalute dedicata al cuore, moderata da Apollonia, protagonista di questa storia.



A cura di Apollonia (moderatrice della sezione di Cardiologia di ForumSalute) e Viviana Vischi (Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico).

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ATTENZIONE: le informazioni che ti proponiamo nei nostri articoli e nelle nostre storie, seppur visionate dal team di medici e giornalisti di ForumSalute, sono generali e come tali vanno considerate, non possono essere utilizzate a fini diagnostici o terapeutici. Il medico deve rimanere sempre la tua figura di riferimento.



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