GLAUCOMA E CANNABIS

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GLAUCOMA E CANNABIS

16-11-2011 - scritto da siravoduilio

La cannabis contro il glaucoma

CANNABINOIDI

 

 

 

  • Si estraggono dalla cannabis sativa o canapa indiana, arbusto dalle foglie frastagliate, coperte da peluria e con inflorescenze maschili e femminili.

 

 

 

 

  • Principio attivo della cannabis sativa o delta 9 THC o tetraidrocannabinolo, i cui principi attivi si trovano specialmente nelle inflorescenze alla sommità della pianta femmina, cresce nelle zone tropicali e nella calabria, albania ecc.

 

 

  • Uso in aumento: nelle scuole degli USA il 60% dei ragazzi fuma, l’11% ne abusa tutti i giorni
  • Nei SERT su 2 soggetto positivi di eroina, 1 risulta positivo di cannabinoidi
  • 2-3% dei "fumatori" passa ad esperienze con droghe pesanti.

[/SIZE][/FONT]. Prodotti:

 

 

  • marijuana a potenza relativa che sta a 1;
  • hashish, charar, una resina pura con THC 3-7 % che vale 5;
  • l’olio di hashish con 20-30% di principio attivo che vale 30;


. Effetti farmacologici

 

 

  • per inalazione picco dopo 7-8 minuti. Per os gli effetti sono minori. Il metabolismo è epatico e si trasforma in mono-di e triidrossi, 11 idrossiTHC, quindi è coniugato ed escreto , però l’eliminazione è lenta perchè essendo una sostanza altamente liposolubile, si lega ai grassi e si elimina lentamente con positività nelle urine anche dopo 15 -30 gg nel fumatore cronico, 5-6 gg in quello non inveterato. Dosaggi tra 20 e 30 mg di principio attivo sono efficaci per dare gli effetti, dose psicotossica 20-250 mg. Fino agli anni 80 si pensava che agissero sulle membrane neuronali, essendo la sostanza con scarsa specificità nella forma levo e destrogira,
  • nel 1987 è stato dimostrato un recettore, un bersaglio per i cannabinoidi detto CB 1, con 7 subunità proteiche o domìni, associato ad una proteina G con effetto inibitorio, la cui azione è quella di bloccare un adenilato ciclasi. Il CB1 è stato isolato anche nei testicoli, si trova nel cervello del ratto e nell’uomo.E’ stata scoperta una sostanza che si lega sul recettore CB1, della famiglia degli ac. grassi, la arachidoniletanolamide (anandamide). Esiste un’azione anche sul reuptake della dopamina e della serotonina con incremento nel vallo sinaptico.

 

 

  • Tolleranza, dipendenza e astinenza non è dimostrata, la tolleranza ci può essere ma scompare subito; l’astinenza è più che altro presente nei soggetti compulsivi e regolari che fumano ed hanno la paura di smettere.

 

 

  • Effetti biologici conseguenti all’attivazione dei recettori per i cannabinoidi: analgesia, atassia statica, inibizione sul rilascio della prolattina, gonadotropine, stimolazione di corticotropina, riduzione della temperatura, aumento della frequenza cardiaca, riduzione della pressione oculare, quindi riduzione dell’FSH (fattore stimolante i follicoli), riduzione dell’attività macrofagica, riduzione dell’ansia.

 

 

  • Col fumo: angoscia e paura, dopo 10-30’, poi segue un periodo di rilasciamento e benessere, con sonno profondo; si hano sinestesie: il soggetto "vede" la musica e "sente" i colori; a dosaggi maggiori a 30 mg e dopo 4 ore il soggetto è depresso, avverte il suo corpo estraneo, "depersonalizzazione", secchezza delle fauci, tachicardia, ipermemia congiuntivale, incoordinazione motoria

 

 

  • Fattori che influenzano l’azione farmacologica:

dose, aspettativa del soggetto, sensibilità individuale, tecnica del fumare, contenuto, combustione, via di somministrazione; dapprima effetti psichedelici: euforia, sonnolenza, o sedazione, alterata funzione del tempo, poi continuando a fumare: riduzione del tempo di reazione, incordinazione motoria, riduzione deficit di attenzione Reazione di panico, stato di depersonalizzazione, cioè il soggetto si osserva mentre vive questo stato.

 

 

  • ORGANI INTERESSATI

Danni sul SNC : disturbi della memoria a breve termine e a lungo termine, psicosi dopo l’uso; sul sistema cardiovascolare, aumento della frequenza cardiaca, vasodilatazione e ipotensione, sull’apparato riproduttivo si avrà riduzione della spermatogenesi e cicli anovulatori, sull’apparato respiratorio, c’è broncodilatazione ed irritazione bronchiale, sul sistema immunitario si riduce l’attività killing dei macrofagi, sull’occhio, si riduce la pressione intraoculare;
sul DNA ---> mutagenesi, per cui in corso di gravidanza rischi sull’embrione e rischio di carcinogenicità. Alterazioni di pertinenza psichiatrica: sindrome amotivazionale: apatia, ottundimento, impoverimento al giudizio, della concentrazione e della memoria, perdità dell’interesse per il proprio aspetto, disinteresse per gli obiettivi convenzionali.


Circa 30 anni fa è stato osservato per la prima volta che fumare marijuana determina un abbassamento della pressione endoculare .
Questo effetto è stato successivamente confermato da molti studi, sia con il semplice “fumo” di marijuana, che con la somministrazione di THC puro .
Sfortunatamente, questo effetto dura solo due-tre ore: per garantire una copertura nelle 24 ore, il paziente sarebbe costretto ad assumere la cannabis 10-12 volte al giorno, con marcati effetti sul sistema nervoso centrale, che possono interferire con il lavoro o essere sgraditi o mal tollerati, specie dai pazienti anziani.
Il meccanismo di azione dei cannabinoidi sulla pressione endoculare non è ancora del tutto chiarito. La recente scoperta di recettori CB1 nel corpo ciliare del ratto e successivamente anche nell'uomo , fanno pensare che l'effetto principale dei cannabinoidi sia a livello locale, sul flusso dell'umor acqueo. Ma non trascurabile sembra anche essere l'effetto neuroprotettivo e antiossidante dei cannabinoidi nella prevenzione e nella riduzione del danno al nervo ottico, danno che si può a volte manifestare anche in presenza di una pressione endoculare non elevata (glaucoma a pressione normale).

 

 

Sfortunatamente, i cannabinoidi naturali non sono solubili in acqua e non è stato finora possibile realizzare con essi un collirio. Solventi come l'olio di sesamo o l'olio minerale non si sono rivelati adatti.
L'uso di anandamide (il cannabinoide endogeno meglio conosciuto) ha dato qualche risultato, ma anche in questo caso siamo lontani dalle applicazioni pratiche.
Alcuni analoghi di sintesi dei cannabinoidi sono idrosolubili e sono stati sperimentati in studi clinici controllati. Per esempio, un collirio a base di un agonista sintetico dei recettori CB1 chiamato WIN 55212-2, in uno studio clinico aperto su pazienti glaucomatosi [8], si è rivelato efficace a dosi minime (25-50 milionesimi di grammo). La pressione endoculare dei pazienti trattati con il WIN 55212-2 si è abbassata fino al 30% dopo un'ora dalla somministrazione. Purtroppo, questo effetto, come accade anche con i cannabinoidi naturali, non si è dimostrato abbastanza duraturo, e quindi non è ancora sfruttabile nella pratica clinica

I dati definitivi sull’efficacia di un collirio alla marijuana per la cura del glaucoma derivano da un gruppo di oculisti dell’università dell’Arizona ha individuato negli occhi il recettore del tetraidrocannabinolo (Thc), uno dei principi attivi della canapa. Secondo i ricercatori da questi recettori dipende la pressione endoculare, il cui aumento è causa di danni alla retina. La sostanza di base del collirio, la WIN 552122 è un agonista sintetico del recettore centrale dei cannabinoidi, un "facilitatore" d’ingresso dei derivati della canapa nella nelle cellule di origine nervosa e sembra che abbia ottenuto risultati promettenti nei pazienti refrattari alle terapie convenzionali. Risultati importanti, visto che solo in un caso su 10 si riesce ad evitare la cecità per neuropatia ottica. Secondo gli stessi ricercatori che hanno individuato i recettori CB1 nella retina, nell’iride e nei corpi ciliari, l’ipertensione intraoculare degli 8 pazienti glaucomatosi resistenti ad altre terapie è scesa del 15 per cento e del 23 per cento a mezz’ora dall’applicazione dei colliri contenenti, rispettivamente, 25 o 50 milionesimi di grammo di principio attivo. Questi dati confermano un coinvolgimento diretto dei recettori cellulari per i cannabinoidi nella regolazione della pressione intraoculare e rafforzano le possibili proprietà antiglaucoma della marijuana, suggerendo ulteriori approfondimenti anche in Italia sia farmacologici che clinici

 



Un caro saluto
Prof.Duilio Siravo
siravo@supereva.it
http://drsiravoduilio.beepworld.it
Cell.:3385710585
PROF.DOTT. DUILIO SIRAVO
http://drsiravoduilio.beepworld.it



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