Il cioccolato rende davvero felici?

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Il cioccolato rende davvero felici?

15-03-2010 - scritto da Viviana Vischi

Il cioccolato è un alimento unico e salutare, ma secondo uno studio australiano le sue virtù antidepressive sarebbero solo un luogo comune

Il cioccolato migliora il tono dell'umore: sarà vero?

12/06/2006 - Se c’è qualcuno a cui non piace il cioccolato alzi la mano. Come non apprezzare un gusto e un profumo così intensi, un piacere anche per gli occhi, per le mani, per le orecchie. Il cioccolato coinvolge tutti i sensi, è un vero seduttore e, come tutte le cose belle, che lo sono tanto di più quanto più sono fugaci, rende felici prima ancora di averlo messo sotto i denti. In più fa bene alla salute: contiene la serotonina, che rilassa, ma anche la caffeina e la teobromina, che fanno sentire più attivi, la feniletilamina e l’andammide, capaci di dare sprint e favorire la concentrazione. Il cacao apporta all’organismo più fosforo del pesce e riduce il livello di colesterolo nel sangue. Secondo uno studio americano è anche amico del cuore perché contiene flavonoidi, importanti antiossidanti che rendono elastici i vasi sanguigni e più fluido lo scorrere del sangue. Infine, come sostiene Michael Liebowitz, studioso dello State Psychiatric Institute, stimola gli stessi ormoni secreti nell’organismo durante l’atto sessuale…tanto che c’è chi lo preferisce al sesso. Insomma, il cioccolato è un alimento davvero unico in grado di creare una situazione di benessere psico-fisico. Magari non ideale per la linea, ma completo certamente sì.
Da anni, poi, c’è un dibattito aperto: la cioccolata funziona come antidepressivo oppure è una colossale bufala? E’ vero che crea dipendenza come una droga? Secondo l’ultimo studio in materia si tratterebbe di luoghi comuni senza alcuna prova scientifica. Anzi: divorare una tavoletta rischierebbe di aggravare i malumori. “Ogni effetto sull’umore è effimero quanto la sua permanenza in bocca - ha dichiarato Gordon Parker, che ha guidato la ricerca australiana - La cioccolata può fornire un suo proprio piacere emotivo soddisfacendo il desiderio di mangiarla, ma quando viene consumata per risolvere uno stato emotivo, è più probabile che allunghi, invece di abbreviare, una condizione di depressione”. Tra le prove offerte dalla ricerca, il fatto che molti degli ingredienti “benefici” si trovano anche in altri alimenti che però non desideriamo così ardentemente, come la carne bianca, i fagioli, le nocciole (serotonina), il tè e il caffè (caffeina), il formaggio e il salame (feniletilamina). Oppure, che la maggior parte delle persone preferisce il cioccolato al latte, che ha molte meno componenti psicoattive rispetto al fondente. Secondo questi studiosi, il solo effetto positivo della tavoletta sta nel piacere di mangiarla.
Lo studio australiano rimette tutto in gioco e smentisce i lavori che avevano invece portato alla luce aspetti fino ad allora inediti del cioccolato come le sue virtù antidepressive e la sua capacità di generare dipendenza, proprio come una droga. Mai sentito parlare di “cioccolismo”? E’ un termine coniato a metà degli anni ’90 dai ricercatori italiani dell’Università di Cagliari, fra i primi a parlare di una dipendenza dalla cioccolata. Tutta colpa, secondo loro, di principi attivi contenuti anche nella marijuana e del fatto che la feniletilamina è un parente dell’anfetamina. Quattro anni fa una ricerca dimostrava che mangiare cioccolato fa scattare la stessa risposta chimica nel cervello dei potenti farmaci anti-ansietà.
Insomma, il dibattito resta aperto. In attesa della prossima puntata, ci rimane una certezza: che un cioccolatino ogni tanto non ha mai fatto male a nessuno e che rinunciarvi non ne vale proprio la pena…


A cura di Viviana Vischi, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico.
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