Il varicocele

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Il varicocele

07-01-2014 - scritto da Dr. Maurizio Di Giacomo



varicoceleIl varicocele è una patologia che colpisce le vene del testicolo e dell'ovaio trasformandole in varici tutto sommato non molto diverse da quelle degli arti inferiori di cui abbiamo già trattato. In questo caso sono le vene del testicolo, o dell'ovaio, a perdere, o non aver mai posseduto, la funzione valvolare e quindi a non essere più dotate di alcuna struttura che impedisca al sangue di scorrere nella direzione opposta alla norma e tornare al testicolo. La conseguenza è una dilatazione del plesso pampiniforme (il circolo venoso più prossimo al testicolo) e delle vene spermatiche o delle vene ovariche.

Il varicocele nella donna costituisce una malattia che solo raramente provoca disturbi mentre nell'uomo può portare ad infertilità; è opportuno, pertanto, approfondire la malattia nel sesso maschile.

Il varicocele è causa di infertilità, con figure statistiche che gli addebitano fino al 70% di probabilità. Le ragioni della ridotta fertilità possono essere varie e ne sono state descritte moltissime nella letteratura medica ma resta ancor valida la teoria “più antica” che necessita di una premessa anatomofisiologica.

Il testicolo, una ghiandola con funzioni riproduttive ed ormonali, abita lo scroto, una sacca molto elastica che adatta la propria superficie al calore. Mi spiego meglio: gli scambi di calore con l’ambiente per mantenere la temperatura interna del corpo costante (intorno ai 37°C) avvengono attraverso la cute tramite meccanismi di vasodilatazione e vasocostrizione, la prima in caso di aumento della temperatura, la seconda nell’eventualità opposta. Rossore e sudore sono i segni della vasodilatazione mentre impallidimento e cute fredda lo sono della vasocostrizione.

I testicoli sono ancor di più avvantaggiati in questo senso perché lo scroto si dilata a sua volta, aumentando la superficie di scambio, in condizioni di caldo mentre si contrae se fa freddo. Tale meccanismo ha una sua funzione ben precisa, ossia di mantenere sempre a una temperatura un po’ più bassa i testicoli affinché gli spermatozoi possano formarsi e maturare. Il sangue che refluisce, ovvero al torna indietro al testicolo, viene da dentro l’addome ed è quindi ad una temperatura più alta del dovuto e così inibisce le attività riproduttiva della ghiandola ma non quella ormonale. Essendo, quindi, inibita la prima, gli spermatozoi sono pochi e immaturi e non adatti appunto alla riproduzione.

Il varicocele colpisce nella massima parte dei casi il testicolo sinistro per ragioni anatomiche: le vene spermatiche da questo lato si gettano nella vena renale sinistra con un angolo retto mentre a destra terminano nella vena cava inferiore con un angolo molto acuto e quindi più “controcorrente” e meno facilmente coinvolgibili nel reflusso.
Fatta questa lunga premessa, che dovrebbe far meglio comprendere le basi della patologia, passiamo a considerazioni più strettamente cliniche.

Il varicocele è spesso un “riscontro casuale” nel corso di una visita effettuata per altre ragioni dato che i disturbi (senso di peso e dolore al testicolo) sono raramente percepiti. Essendo venute meno la medicina scolastica e la visita dei "3 giorni" del servizio militare, oggi si deve attuare una sorveglianza più stretta per scoprire il varicocele e trattarlo.

Come diagnosticarlo quindi? I giovani, al giro della pubertà, dovrebbero essere sottoposti ad una visita che, se la patologia è di grado elevato, può già rivelarne la presenza; l’eventuale ausilio di un ecocolordoppler fa sì che vengano diagnosticati varicoceli subclinici, ossia asintomatici ma pur sempre perniciosi. L’ecocolordoppler è un’ecografia un po’ più avanzata e quindi non comporta alcun fastidio e può precisare l’entità della malattia suddividendola in 4 gradi, dal I al IV che comportano differenti orientamenti terapeutici: in caso di I grado non si deve fare nulla, nel III e IV è necessario prendere provvedimenti mentre nel II ci si deve basare sullo spermiogramma.

Quest’ultimo consiste in un’analisi quantitativa e qualitativa dello sperma che consente di valutare numero, vitalità e mobilità degli spermatozoi. Tale esame non deve essere effettuato in tutti i casi per due ragioni: primo perché qualità e quantità degli spermatozoi variano e si può trovarlo normale in un dato momento mentre a distanza di poco tempo può risultare alterato; secondo perché in caso di varicocele di III e IV grado l’intervento è sempre indicato e quindi l’esame diventa superfluo se non a distanza di sei mesi dall’intervento.

Le opzioni chirurgiche sono varie e vanno dall'intervento per via addominale in anestesia generale (open o laparoscopica - i tre buchi per intenderci) a quello per via inguinale in anestesia locale a quello per via radiologica interventistica con l'uso di un catetere che entra in una vena, arriva alle vene da trattare e le chiude con un liquido.
Il mio preferito, e quello che pratico da anni di routine, è quello per via inguinale: consiste in un'incisione di due-tre cm all'inguine in anestesia locale e regime ambulatoriale di modo che il paziente possa tornare alle proprie attività in breve tempo, come dopo un’estrazione dentaria per intenderci. Si richiede solo l'astensione dall'uso di mezzi a due ruote e di attività fisica pesante o traumatica per un paio di settimane.

In conclusione voglio sottolineare che vale davvero la pena far vedere sé stessi, il proprio figlio/nipote, etc. per una visita che dura pochi minuti e non è assolutamente invasiva. Il risultato a distanza porta benefici enormi ed evita problemi altrettanto grandi.

Categorie correlate:

Malattie, cure, ricerca medica




Profilo del medico - Dr. Maurizio Di Giacomo

Nome:
MAURIZIO DI GIACOMO
Comune:
ROMA
Professione:
Medico specialista attività privata
Occupazione:
Chirurgo Generale e Vascolare
Specializzazione:
Chirurgia Generale, Full Training in Chirurgia Vascolare (Glasgow - GB)
Contatti/Profili social:


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