n vendita negli USA dal 6 novembre, promette di bruciare tra le 60 e le 100 calorie. E’ l’ultima di una serie di iniziative per combattere l’obesità

Lotta all'obesità: sul mercato una bevanda che fa scattare il cosiddetto effetto calorico negativo

24/10/2006 - La lotta all’obesità, dilagante in America, ha una nuova arma nel suo arsenale: Enviga, la prima bevanda “mangia calorie”. Piena di bollicine e con tre gusti diversi tra cui scegliere (tè verde, fragole e pesca), Enviga è stata ideata da una partnership tra Coca-Cola e Nestlè e creata dagli scienziati in Svizzera. Il prodotto contiene estratti di foglie di tè verde e caffeina: oltre a dare energia, la miscela dovrebbe accelerare il metabolismo e fare scattare il cosiddetto effetto calorico negativo. Tre lattine al giorno promettono di “succhiare via” da quanto ingerito durante la giornata tra le 60 e le 100 calorie. Il costo? Un po’ più di una Coca-Cola: tra 1,29 e 1,49 dollari a lattina.
A provare per primi la bevanda saranno i newyorchesi: Enviga arriverà sugli scaffali dei supermercati e dei bar della Grande Mela il 6 novembre. Poi toccherà al New Jersey, a Philadelphia e alla Pennsylvania. Il resto del mondo grasso dovrà aspettare l’anno nuovo.
Le aspettative, e soprattutto lo scetticismo sul nuovo prodotto, non mancano. Altro che tre lattine, sostengono i critici: per bruciare una bella fetta di calorie bisognerebbe berne dieci, con una spesa di oltre 13 dollari (almeno 10 euro) al giorno! E poi sappiamo quanto possa essere dannoso l’effetto delle bollicine sullo stomaco. Per rendere l’idea: dall’anno prossimo potremmo essere tutti magrissimi, ma con un pallone aerostatico al posto della pancia…
Per combattere l’obesità, dilagante anche in Europa e in Italia, per il momento è meglio concentrarsi su altre proposte. A proposito di bevande e dintorni, una l’ha lanciata Confida, l’associazione italiana di distribuzione automatica: per intenderci, i produttori delle macchinette utilizzate da quasi un italiano su due per i pasti o gli spuntini fuori casa. L’idea è quella di utilizzare i circa 800 mila distributori automatici di alimenti sparsi per tutta l’Italia per veicolare informazioni e consigli sulle caratteristiche nutrizionali e le giuste quantità, educando i cittadini a una corretta alimentazione. Molto bene, ma forse un’idea migliore potrebbe essere quella di sostituire un po’ del cibo “spazzatura” in vendita nei distributori con una gamma più vasta di alimenti freschi e salutari. Cosa che accade già in un Paese Ue come la Lettonia, dove è stata proibita la vendita nelle scuole di bibite zuccherate, patatine, caramelle e cibi contenenti coloranti. Una decisione accolta con interesse in Gran Bretagna, dove un quarto della popolazione adulta è considerata obesa e il Primo Ministro Tony Blair ha minacciato il bando alla pubblicità sui cibi spazzatura se l’industria non adotterà un codice di autoregolamentazione.
La preoccupazione che si sta diffondendo in Europa coinvolge direttamente anche l’Italia, dove - rileva la Coldiretti - la cultura alimentare fondata sulla dieta mediterranea non ha salvato i giovani: il 36% dei ragazzi attorno ai 10 anni è sovrappeso o, peggio, obeso: si tratta del valore più alto tra i Paesi Europei.

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A cura di Viviana Vischi, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico.
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