Latte vaccino o bevande vegetali? Fai una scelta consapevole

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Latte vaccino o bevande vegetali? Fai una scelta consapevole

19-07-2018 - scritto da Paola Perria e Viviana Vischi

Latte vaccino o bevande vegetali alla soia, alla mandorla ecc.: qual è il latte più nutriente e sano? Questa risposta è importante, perché solo una scelta informata può essere davvero libera.

Latte e derivati o “latti” veg: parola all'esperto Gastroenterologo e Docente di Nutrizione Umana.

 

Sono molto di moda, gustosi ma anche parecchio più costosi del latte vaccino: i diversi tipi di bevande vegetali in commercio (chiamati impropriamente latti vegetali) stanno conoscendo in questo periodo un grandissimo successo non solo tra i vegani e gli intolleranti. Le mode alimentari, come sappiamo, sono spesso discutibili, effetto combinato di sapiente marketing e di imponderabili convergenze di gusti e preferenze alla cui origine ci possono essere, però, esigenze nutritive molto diverse. 

 

Il latte vaccino è attualmente sotto la lente di ingrandimento di molti consumatori perché accusato di non essere quell’alimento buono, sano e completo che ci è sempre stato presentato fin da piccoli. I sempre più numerosi casi di intolleranza al lattosio (lo zucchero del latte) o di allergia alle proteine del latte, ci spiegano solo in parte le ragioni che stanno portando una fetta di consumatori a lasciare bottiglie e brick sugli scaffali. E si tratta di una fetta evidentemente molto sostanziosa, se è vero che il latte alimentare ha perso circa un terzo del mercato in soli 5 anni (fonte: Assolatte, 2018) e c’è grande preoccupazione per i consumi interni tra gli addetti ai lavori del settore lattiero-caseario che, lo ricordiamo, è un comparto molto importante per l’economia del nostro Paese.

 

Le linee guida italiane raccomandano un consumo di circa 400-500 ml di latte e yogurt al giorno, mentre lungo la nostra penisola i consumi quotidiani si attestano sui 120 ml, ovvero circa un terzo in meno.

 

Ma è proprio vero che il latte vaccino fa male? Quanto sono attendibili le notizie che circolano in rete sulla presunta dannosità di questo alimento? E’ giusto scegliere di rinunciare al latte sulla base di convinzioni salutistico-nutrizionali, prima ancora che etiche? Lo abbiamo chiesto al Prof. Luca Piretta, Gastroenterologo e Docente di Nutrizione Umana all'Università Campus Biomedico di Roma.

 

Video intervista al Prof. Luca Piretta, Gastroenterologo e Docente di Nutrizione Umana all'Università Campus Biomedico di Roma.

 

Senza entrare nel merito delle scelte etiche, personali di ciascuno, noi di ForumSalute, da parte nostra, ci limitiamo a dire che non si può arrivare a demonizzare un alimento che è sempre stato presente sulle nostre tavole e il cui consumo viene raccomandato da chi, di alimentazione, se ne intende davvero. E’ vero che si può rinunciare al latte, ma con la consapevolezza che così facendo si rinuncia alla più importante fonte di calcio che esista.

 

E' infatti vero che c’è calcio nell’acqua, ma questo arriva a coprire il 10% del fabbisogno. C’è calcio anche in molti alimenti vegetali, ma in genere l’assorbimento di quel calcio è molto basso per la presenza di ossalati o fitati. Con gli attuali consumi di vegetali si riesce a coprire solamente l’11% del fabbisogno. Occorre un quantitativo elevatissimo di alimenti vegetali per eguagliare l’apporto di una tazza di latte, a meno che non si ricorra ad alimenti supplementati (succhi di frutta, tofu ecc.)

 

Non solo: sono sempre maggiori le evidenze scientifiche sulla bontà di latte e derivati ai fini dell’equilibrio del peso corporeo, della crescita di un sano microbiota intestinale, da cui dipende buona parte del benessere dell’intero organismo, ma anche a fini protettivi nei confronti di alcune patologie, dalla sindrome metabolica, all’ipertensione, dalle malattie cardiovascolari fino ad alcuni tipi di tumore.

 

Insomma, se non esistono reali problemi di allergia o intolleranza alle sostanze in essi contenute (e in quest’ultimo caso si potrebbe comunque ricorrere ai prodotti delattosati), chi sceglie di non consumare latte e derivati dovrebbe farlo in modo consapevole, sapendo che il latte è un alimento prezioso per la sua salute, e non perché influenzato dal dilagare di fake news alimentari che di scientifico hanno poco.

 

Ma focalizziamoci, ora, sugli omologhi vegetali. Tra i tanti disponibili ormai anche nei supermercati più forniti, ne troviamo alcuni particolarmente graditi non solo a vegani e intolleranti, ma anche a tanti altri consumatori che per ragioni di gusto o dietetiche li preferiscono.

 

Latte di soia. E’ il più venduto e reclamizzato. Contiene molte proteine ma nella versione pura è del tutto privo di calcio. Per questo la maggior parte delle bevande di soia che troviamo in commercio sono arricchite con calcio e vitamina D. Va detto, però, che qualunque oligoelemento che sia presente naturalmente in un cibo viene assorbito meglio dal corpo rispetto ad un supplemento integrativo. Nel latte di soia ci sono anche dei grassi buoni, quei fitosteroli in grado di  regolare i livelli di colesterolo nel sangue e pertanto efficaci in una dieta ipocolesterolemica. Attenzione, però, a non abusarne. Infatti nella soia ci sono anche i fitoestrogeni, sostanze simili agli ormoni che possono diventare un po’ pericolosi per categorie e a rischio di sviluppare tumori ormono-sensibili, ovvero uomini over 60 con problemi di prostata e donne in menopausa. Attenzione anche ai bambini. E’ bene non dare loro la bevanda di soia prima dei 2 anni di età, perché si tratta di un alimento fortemente allergizzante.

 

Latte di cocco. E’ dolce e buono, tanto da potersi considerare quasi come un dessert. Attenzione, però, alle calorie: sono circa 230 per 100 grammi. Il latte di cocco è ricco di zuccheri e di grassi ma del tutto privo di proteine e di calcio. E’ però fonte di altri oligoelementi come il ferro, il magnesio, il fosforo e il potassio, i suoi grassi sono di eccellente qualità, sono quei grassi buoni che fanno bene alla salute e abbassano il colesterolo. E che dire delle vitamine? In questa dissetante  bevanda troviamo anche le preziose vitamine B ed E, che stimolano il sistema immunitario e hanno un buon effetto anti-age.

 

Latte di mandorla. Questa bevanda è di antichissima origine, in Sicilia, ad esempio, si ricava alla maniera araba direttamente dalle mandorle sgusciate e spremute. E’ un buon sostituto del latte di vaccino? Nel latte di mandorla troviamo il calcio, e  anche altri minerali con potere antiossidante come il magnesio, lo zinco, il ferro. Sono poi presenti gli acidi grassi omega 6 benefici per il cuore, e le vitamine E e A che proteggono vista, pelle e ossa. Il latte di mandorle senza aggiunta di zuccheri (controllate l’etichetta quando lo acquistate), ha un basso indice glicemico e poche calorie (25 per 100 ml), inoltre contiene fibre che mantengono regolare l’intestino. E’ molto digeribile perché è del tutto privo di lattosio e di glutine. Ma le mandorle sono in minima parte cibi antagonisti dello iodio, sostanza indispensabile per la funzionalità della tiroide. Per tale ragione è importante non abusarne e soprattutto evitarlo se si soffre di disfunzioni tiroidee.

 

Il consiglio è quello di scegliere il latte vegetale con oculatezza, preferendo le bevande meno manipolate con aggiunte e additivi, ovvero zuccheri o aromi. Variare, poi, è un alto segreto di salute. Fissarsi con pochi cibi, sebbene graditi, non è mai una buona idea, perché il corpo ha bisogno di assumere sostanze diverse da cibi diversi.

 

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A cura di Paola Perria (Giornalista pubblicista iscritta all'Albo dal 2009, Master in Gender Equality-Strategie per l’equità di Genere con tesi sulla medicina di genere) e Viviana Vischi (Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico).
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