Lotta dura agli eccessi dell’alcool

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Lotta dura agli eccessi dell’alcool

17-02-2010 - scritto da Viviana Vischi

Al via il “Piano nazionale alcool e salute” del Ministro Livia Turco, per una maggior consapevolezza dei rischi del bere e meno incidenti stradali

Dieci azioni mirate per sconfiggere l’alcool, ridurne i consumi e prevenire i danni per chi ne fa abuso

10/04/2007 - Dieci azioni mirate per sconfiggere l’alcool, ridurne i consumi e prevenire i danni per chi ne fa abuso. E’ quanto prevede il “Piano nazionale alcool e salute”, voluto dal Ministro Livia Turco, che prende il via dopo l’approvazione definitiva della Conferenza Stato Regioni. Con il coinvolgimento di varie strutture del Sistema Sanitario Nazionale (ma un ruolo particolare assumeranno anche il mondo della scuola e dello sport, i sindacati, i centri ricreativi per gli anziani, le Forze dell’Ordine e le imprese del settore), il Piano stabilisce una serie di azioni strategiche per:
- aumentare la consapevolezza del danno provocato dall’alcool sulla salute e sul benessere individuale, familiare e sociale in alcune fasce di popolazione particolarmente esposte (anziani, giovani, donne), attraverso programmi di informazione, comunicazione e promozione della salute
- ridurre i consumi: soprattutto quelli in eccesso e al di fuori dei pasti
- ridurre la percentuale degli under 18 che assumono bevande alcoliche, nonché l’età della prima bevuta, tramite l’educazione a stili di vita più sani e una maggior protezione dalle pressioni sociali al bere
- ridurre il numero degli incidenti stradali imputabili all’alcool, nonché del numero di morti e feriti, in particolare tra i giovani
La patologia alcol-correlata è tra le maggiori cause di decesso nel nostro paese: si parla di circa 30 mila morti l’anno! E pensate che il 20% dei ricoveri ospedalieri è da mettere in relazione ai bicchieri di troppo: patologie internistiche, neurologiche, psichiatriche e traumatologiche.
L’elemento più allarmante è il coinvolgimento dei giovani: l’indagine Espad 2003 (European School Survey Project on Alcohol and other Drugs), condotta in Italia su un campione di studenti fra i 15 e i 16 anni, rileva che il 13% dei giovani italiani beve per ubriacarsi; è il fenomeno del “binge drinking”, ovvero il consumo contestuale di 5 o più bevande alcoliche, più di 3 volte al mese. Ok, l’Italia presenta la minor frequenza di abusi e il più basso consumo medio giornaliero di alcool ma è il Paese dove è più tenera l’età dell’approccio al bicchiere: 12,2 anni rispetto ai 14,6 dell’Unione Europea! E a livello nazionale si assiste a un incremento degli eccessi soprattutto tra le ragazze.
L’uso di sostanze alcoliche è un comportamento a rischio, e infatti l’Organizzazione Mondiale della Sanità ne “consente” circa 30-40 grammi al giorno per l’uomo e 20 per la donna. Un dosaggio superiore aumenta le probabilità di contrarre gravi patologie come la cirrosi epatica e riduce la performance psicofisica; soprattutto tra i ragazzi, quest’ultimo aspetto si traduce in maggiori incidenti stradali, che costituiscono tuttora la causa primaria di decesso tra i 15 e i 24 anni. Una constatazione che non può lasciare indifferenti.
L’alcol assorbito dai tessuti entra nel sangue e da questo è trasportato al cervello secondo tempi e quantità determinati da costituzione fisica, età e struttura corporea. Ma per non rischiare la vita al volante e non incorrere in sanzioni, la legge stabilisce un limite uguale per tutti, indipendentemente dalla capacità di “reggere”: 0,5 (ovvero 0,5 grammi di etanolo in un litro di sangue). Ecco una tabella che può essere utile per capire quando stiamo esagerando col bicchierino, e cosa rischiamo se ci mettiamo alla guida.

A cura di Viviana Vischi, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico.
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ATTENZIONE: le informazioni che ti propongo nei miei articoli, seppur visionate dal team di medici e giornalisti di ForumSalute, sono generali e come tali vanno considerate, non possono essere utilizzate a fini diagnostici o terapeutici. Il medico deve rimanere sempre la tua figura di riferimento.



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