MICROPERIMETRIA
MICROPERIMETRIA
La Microperimetria combina la retinografia (fundus photography) con la perimetria computerizzata (computerized perimetry) in un unico strumento creando una nuova tipologia di esame (microperimetry o fundus-related perimetry).
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Consente di valutare la capacità del paziente di vedere stimoli luminosi di diversa intensità in varie posizioni della regione retinica esaminata. Lo studio microperimetrico fornisce delle informazioni importanti (da integrare con la misurazione dell’acuità visiva) per valutare in maniera più precisa la funzionalità maculare. Infatti la microperimetria è stata introdotta nella pratica clinica proprio per lo studio funzionale di patologie maculari, che determinano più o meno precocemente uno scotoma centrale (zona di non visione).
Tale tecnica consente di effettuare uno studio della fissazione (stabilità e localizzazione) e della soglia di sensibilità retinica (microperimetria) con assoluta precisione topografica, stabilendo con esattezza i punti retinici stimolati (scelti dall’esaminatore) mediante un sistema di visualizzazione diretta della retina ed il tracking dei movimenti oculari. L’MP1 consente anche l’acquisizione di immagini a colori dei 45° centrali del fondo oculare, non è invasivo e soprattutto è ripetibile . Offre inoltre la possibilità di personalizzare il pattern, così da poter essere adattabile ad ogni tipo di patologia ed a ogni tipo di acuità visiva, e di eseguire esami in modalità: automatica, semi-automatica o manuale. La microperimetria in particolare è stata introdotta nella pratica clinica per lo studio funzionale di soggetti affetti da maculopatie, considerato che queste malattie determinano più o meno precocemente uno scotoma centrale alterando la fissazione. Lo scotoma centrale infatti (prima relativo e poi denso) comporta la perdita della fissazione retinica foveale e lo sviluppo di un’ area retinica preferenziale eccentrica (PRL) al fine di potere garantire un’area di fissazione indispensabile alle attività visive quotidiane. Infatti la valutazione microperimetrica evidenzia una correlazione significativa tra la dimensione dello scotoma denso e la velocità di lettura e l’acuità visiva per vicino . I pazienti sottoposti ad un training microperimetrico per spostare superiormente ed inferiormente il PRL (preferred retinal locus) migliorano significativamente la loro velocità di lettura.
Microperimetria SLO (scanning laser ophthalmoscope)
Rieducazione mediante bio-feedback?
La prima fase prevede l’esecuzione di una microperimetria. Vengono poi effettuate una serie di sedute in cui il paziente, guidato da uno stimolo sonoro e visivo, impara a riconoscere e a utilizzare al meglio il proprio PRL (possono anche essere più di uno) e a stabilizzarlo nel tempo, con un successivo miglioramento sia della capacità e velocità di lettura sia della sicurezza nello svolgere le comuni attività quotidiane. Il paziente, quindi, mediante un pulsante dovrà riconoscere gli stimoli luminosi di intensità variabile proposti dallo strumento.
Un caro saluto
Prof.Duilio Siravo
siravo@supereva.it
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Cell.:3385710585
PROF.DOTT. DUILIO SIRAVO
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