MIOPIA
MIOPIA
La miopia è un'anomalia rifrattiva, a causa della quale i raggi luminosi provenienti da un oggetto a grande distanza non si focalizzano sulla retina ma davanti ad essa.
AMETROPIE VISIVE
Miopia
La conseguenza è che gli oggetti osservati tendono ad apparire sfocati, e la visione è migliore o nitida a breve distanza.
Teorie patogenetiche
Le prime ipotesi proposte sulla patogenesi e sulla evoluzione della miopia sono riportate nella tabella seguente.
Autore
Ipotesi proposta
Boerhave
difetto di curvatura della cornea o aumento di lunghezza del globo oculare .
Prangen
fattore endocrino ed l'ereditarietà
Donders
la pressione dei muscoli estrinseci dell'occhio durante la convergenza determina un allungamento del bulbo oculare.
Incze
posizione viziata e secrezioni ormonali come causa di ischemia del tessuto sclerale.
Koster
aumento della pressione intraoculare.
Levinsohn
una congestione venosa con malnutrizione oculare determinata dalla inclinazione della testa in avanti.
Negli ultimi trent’anni sono state proposte numerose teorie patogenetiche ottenute con indagini sperimentali; presentiamo quelle che hanno orientato le attuali impostazioni:
Ipotesi dell’aumento volumetrico del vitreo e della resistenza sclerale (di Curtin)
La lunghezza assiale dell'occhio é condizionata da un incremento della pressione intraoculare, che derivava da un aumento volumetrico del vitreo, ed una forza di resistenza della tunica sclerale, da studi su embrioni di pollo. Agli stessi risultati è arrivato anche Tokoro con esperimenti su occhi di coniglio. Altri autori hanno ipotizzato che le alterazioni vitreali presenti nella miopia non sarebbero la conseguenza della miopia, ma la causa. Nell’occhio operato di vitrectomia, rispetto al controlaterale non operato, nell’animale da esperimento è stato notato che l'occhio operato mostrava una minor crescita rispetto all'occhio non operato. Quindi una eccessiva crescita del volume del vitreo determinerebbe un aumento della pressione intraoculare con corrispondente aumento della pressione esercitata sulla sclera, con conseguente lenta deformazione permanente.
Ipotesi dell’aumento della pressione oculare e della cedevolezza della sclera (Pereira; Barraquer)
Con studi sulla idrodinamica degli occhi miopi, è stata verificata una relazione tra alta miopia ed ipertensione oculare e Barraquer dimostrò una correlazione statistica tra ipertensione e miopia, consigliò la terapia della miopia basata su sostanze ipotensive. Anche altri autori notarono la correlazione tra tensione oculare e lunghezza assiale, facilitata dalla debolezza della parete sclerale determinata da uno stato meiopragico dell'epitelio pigmentato. Un alterato epitelio pigmentato potrebbe indurre la formazione di una sclera e di una coroide anomala, e quindi più deboli all'azione della pressione intraoculare, che ne determina lo sfiancamento.
Teoria dell’anomalo input ai centri della visione (Raviola ; Wiesel)
In scimmie allevate al buio e con palpebre chiuse chirurgicamente prima che la crescita oculare fosse completata, si sviluppava un alto grado di miopia, causata da un allungamento del bulbo oculare; mentre in scimmie allevate nell'oscurità dopo la chiusura palpebrale monoculare, la miopia non si sviluppava. Le prime ipotesi degli autori sui meccanismi che determinavano l’allungamento del bulbo erano che le palpebre suturate potessero influenzare la lunghezza per la pressione esercitata o per un aumento della temperatura orbitaria.
Succassivamente gli autori ipotizzarono che fosse il sistema nervoso a determinare la miopia, perchè le palpebre suturate formano una barriera traslucida, che determina un anomalo input , confermato dal fatto che la chiusura delle palpebre in epoca neonatale non ha alcun effetto nelle scimmie allevate al buio, inoltre si sviluppa subito una miopia se l'animale è trasferito in ambiente illuminato Quindi sembra che la anomala rappresentazione del mondo esterno attraverso le palpebre chiuse possa influire in qualche modo sul sistema nervoso.
Ulteriori studi degli stessi autori hanno suggerito che solo l'immagine retinica anomala è il fattore essenziale nell’allungamento del bulbo e nello sviluppo della miopia sperimentale. Sembra che sia nella foveola, regione retinica più suscettibile all'immagine sfuocata, a verificarsi la deprivazione dell'immagine. Quindi la foveola potrebbe essere coinvolta nel processo di emetropizzazione.
A conferma di questa ipotesi troviamo il fatto che la miopia è frequentemente associata a condizioni patologiche che riguardano la trasparenza dei mezzi diottrici dell'occhio del bambino (fibroplasia retrolentale, opacità corneali, la sindrome di Marfan, ptosi primitiva o secondaria.
Teoria del livello sierico dello zinco e del rame (Silverstone)
Nei soggetti miopi è risultato un aumento del livello di zinco nel siero ed una diminuzione dei livelli di rame.
Teoria biochimica, ormonale e dismetabolica (Awetissow; Balacco Gabrieli)
Le anomalie della sclera degli occhi miopi potrebbero essere secondarie ad una incompleta fibrillogenesi, forse legata ad un alterato metabolico dei mucopolisaccaridi.
Secondo altri autori la luce avrebbe una azione stimolante sulle funzioni biologiche , tramite l'asse diencefalo-ipofisario. In molti pazienti con miopia evolutiva sono state evidenziate alcune anomalie ormonali:
- cortisolemia basale aumentata;
- basso livello di testosterone sierico nei maschi;
- alterata produzione di 17-ß-estradiolo, FSH e LH nelle donne;
- aumento dei mucopolisaccaridi urinari;
- riduzione di 17-chetosteroidi urinari.
Teoria dell’alterata produzione di neurotrasmettitori (Stone)
Il polipeptide intestinale vasoattivo (VIP) è uno dei tanti trasmettitori sintetizzati dalla retina ed è noto, inoltre, che tale peptide ha effetti sui vasi e sulla muscolatura liscia dell'occhio. Negli occhi con le palpebre chiuse è riscontrato un aumento del VIP e non in quelli controlaterali. Questo dimostrerebbe che l’alterato dell'input visivo modificherebbe la produzione di neurotrasmettitori da parte dei neuroni retinici e che potrebberro modificare la crescita del bulbo nel periodo post-natale. Lo stesso autore ha osservato una ridotta concentrazione di dopamina e dei suoi metaboliti in occhi miopi e che una somministrazione locale di apomorfina, agonista della dopamina, riduce l’allungamento del bulbo in conseguenza della sutura delle palpebre; mentre con la somministrazione di alloperidolo (antagonista della dopamina) determina nuovamente l’allungamento del bulbo. Quindi è possibile ipotizzare una stretta relazione tra dopamina e sviluppo della miopia.
La miopia si può distinguere, sulla base dell'entità del difetto, in lieve (fino a 4 diottrie), media (da 4 a 9 diottrie), elevata (oltre le 9 diottrie).
La miopia è il difetto della vista più frequente al mondo e in Italia ne è affetto circa il 25% della popolazione. In genere insorge in età scolare, aumenta nel periodo dello sviluppo corporeo e tende a stabilizzarsi intorno ai 20-25 anni.
In una piccola percentuale di soggetti il difetto visivo si presenta nella forma degenerativa della retina, che provoca scarsa visione: insorge nei bambini piccoli, a 2-3 anni di età, progredisce col passare degli anni, arrivando anche a valori elevati (30 diottrie).
Classificazione della miopia
La miopia può essere classificata utilizzando diversi criteri. In base alla tipologia del difetto le miopie possono essere assiali (il difetto prevalente è l'allungamento del bulbo oculare), di curvatura (eccessiva curvatura di cornea o cristallino), di indice (aumento dell'indice di rifrazione del cristallino).
Un'altra classificazione è relativa alla gravità del difetto; la miopia si misura in diottrie, esse indicano il potere che devono avere le lenti negative per riuscire a compensare il difetto rifrattivo. Fino a 3 diottrie si ha miopia leggera, da 4 a 6 diottrie si ha miopia media, da 7 a 8 si ha miopia forte, oltre le 8 diottrie si parla di miopia elevata.
In base al periodo di insorgenza la miopia viene distinta in congenita (presente alla nascita) e acquisita (non presente alla nascita).
La principali cause della miopia sono da ricercarsi nell'abnorme lunghezza del bulbo oculare, nell'eccessiva curvatura della cornea o del cristallino, nell'eccessivo potere di rifrazione dei mezzi diottrici. Altre cause possono essere le alterazioni della coroide e le contusioni del globo oculare. Sicuramente una percentuale di miopie ha causa genetica; studiando oltre 4.000 gemelli (2010), i ricercatori del King's College (Londra) hanno trovato che alcune versioni del gene RASGRF1 sono associate alla miopia. La ricerca è stata confermata dall'Erasmus Medical Center di Rotterdam con un altro studio su 13.000 persone.
Talvolta la miopia è transitoria e può essere provocata da determinati farmaci, da iperglicemia, da spasmi accomodativi(ASTENOPIA ACCOMODATIVA) o da CATARATTA.
La diagnosi di miopia viene fatta sulla base di dati ispettivi, oftalmoscopici e schiascopici.
Dati ispettivi – Nei soggetti affetti da miopia, gli occhi appaiono essere più grandi e sporgenti; inoltre il soggetto miope tende a strizzare spesso gli occhi per migliorare la visione.
Dati oftalmoscopici – L'esame oftalmoscopico permette di valutare con buona approssimazione il numero di diottrie mancanti; inoltre consente, basandosi sulle alterazioni del fondo oculare, di evidenziare se la miopia è di tipo semplice oppure degenerativo.
Dati schiascopici – Attraverso la sciascopia è possibile valutare con grande precisione l'entità del vizio rifrattivo.
La miopia, come tutte le ametropie, si misura in diottrie: per la correzione si può ricorrere a lenti negative, grazie alle quali le immagini arrivano a fuoco sulla retina. Infatti, immaginiamo che la retina sia lo schermo sul quale arriva l'immagine proveniente da un proiettore. Nel miope l'immagine è come se risultasse sfocata sullo schermo, per cui è necessario spostare il fuoco all'indietro con un'opportuna regolazione, così che si riesca a vedere nitidamente.
La lente che permette di quantificare la miopia non è detto però che sia la lente che viene poi effettivamente prescritta, in quanto vengono effettuati piccoli aggiustamenti in base alle esigenze soggettive della persona e alla tipologia del mezzo correttivo (occhiali o lenti a contatto). Per la normativa in vigore in Italia, la valutazione e correzione della miopia è effettuata dagli ottici o dai medici oculisti (si stima che ciascuna professione valuti, in Italia, circa la metà dei casi).
Cause
La miopia è dovuta generalmente a una lunghezza eccessiva del bulbo oculare. Un'altra causa può essere un'alterata curvatura delle superfici rifrattive dell'occhio. Nelle fasi iniziali e intermedie della CATARATTA oppure a seguito di alterazioni metaboliche si può manifestare miopia a seguito di alterazione dell'indice di rifrazione dei mezzi oculari, in particolare del cristallino.
Oltre a questa classificazione prevalentemente ottica possiamo citarne altre in base alla causa ereditaria oppure evolutiva: l'eccessivo sforzo e protrarsi del lavoro prossimale provoca o concorre a sviluppare miopia.
La gravità della miopia si misura in diottrie (indicano il potere delle lenti correttive necessario a compensare il difetto): fino a -3.00 diottrie si tratta di miopia lieve e si considera un difetto visivo in un occhio altrimenti sano, da -3.00 a -6.00 diottrie si tratta di miopia media, mentre una miopia maggiore di -6.00 diottrie è considerata di grado elevato. La miopia è definita patologica, quando si associa a patologie corio-retiniche o oculari quali DISTACCO DI RETINA o GLAUCOMA. Vi sono però molti criteri e le classificazioni possono variare anche notevolmente.
La visione del miope
I raggi luminosi che passano attraverso i mezzi ottici oculari (cornea, cristallino, ecc.) vengono messi a fuoco all'interno del bulbo oculare, ma davanti alla retina anziché sulla retina. La conseguenza è che il punto remoto, cioè il punto più lontano dell'occhio a cui vi è una visione nitida senza l'utilizzo di accomodazione, è posto ad una distanza finita rispetto all'infinito come invece avviene in un occhio senza difetti di vista, detto emmetrope. La distanza massima a cui un soggetto riesce a vedere nitidamente è inversamente proporzionale al grado della miopia. Ad esempio, un miope di -2.00 diottrie riesce a vedere nitidamente al massimo a 50 centimetri (ossia 1/2 metro) e non oltre. Invece, il soggetto miope sarà in grado di ottenere una messa a fuoco per punti ancora più vicini rispetto ad un soggetto emmetrope.
Trattamento della miopia
Al termine della correzione è preferibile l'utilizzo del termine più idoneo e adatto alle diverse richieste visive. La compensazione della miopia prevede l'utilizzo di lenti biconcave o divergenti e negative, che riportano il piano immagine sulla retina. Le lenti possono essere oftalmiche e quindi montate su occhiali oppure si possono utilizzare a contatto. La correzione della miopia può anche essere effettuata con tecniche chirurgiche, solitamente tramite laser, che modificano la curvatura della cornea, diminuendo il potere rifrattivo della cornea, compensando la miopia. Le tecniche più utilizzate sono la PRK e la LASIK.
http://drsiravoduilio.beepworld.it/c...refrattiva.htm
Altri trattamenti chirurgici in uso oggi sono gli impianti di lenti fachiche e la sostituzione del cristallino. Occhiali o lenti a contatto permettono di variare facilmente il potere necessario e adattarlo alle esigenze della persona (che variano con il tempo) e sono i sistemi più usati anche in forme innovative comeORTOCHERATOLOGIA ORTOCHERATOLOGIA
Un caro saluto
Prof.Duilio Siravo
siravo@supereva.it
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Cell.:3385710585
PROF.DOTT. DUILIO SIRAVO
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