Morire per allergie alimentari? È più probabile un omicidio

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Morire per allergie alimentari? È più probabile un omicidio

17-12-2013 - scritto da Patrizia Frattini

Con un po’ di ironia, per tranquillizzare i tanti allergici ansiosi, uno studio rivela che per le allergie alimentari si può morire, ma che questo accade molto raramente

Le probabilità di rimanere rimanere vittima di una reazione allergica letale sono inferiori a quelle di venire assassinati, lo dimostra una ricerca britannica

Morire per allergie alimentari? È più probabile un omicidio In media, dicono le statistiche, un bambino su dieci è affetto da allergie alimentari. In media, dicono in molti, due genitori su due di un bambino allergico convivono con la costante paura che il pargolo assuma cibi proibiti sviluppando reazioni allergiche letali. Proprio con lo scopo di tranquillizzare questa categoria di genitori (e pazienti) apprensivi un team di ricercatori dell’Imperial College di Londra ha condotto e pubblicato sulla rivista scientifica Clinical and Experimental Allergy una ricerca che dimostra quanto sia raro perdere la vita a causa di shock anafilattico dovuto a reazioni allergiche agli alimenti.

Lo studio inglese ha infatti provato a quantificare questo pericolo attraverso l’analisi di dati presi da ben tredici diverse indagini internazionali e analizzando quanto frequentemente gli esiti di una reazione allergica ad un alimento si dimostrino letali.

I risultati ottenuti dai ricercatori sono chiari: le probabilità di rimanere vittime di una allergia alimentare si aggirano intorno alle 1,81 su un milione l’anno (per i bambini al di sotto dei 19 anni le probabilità salgono a 3,25 su un milione). Per avere un termine di paragone basti dire che le probabilità di essere la vittima di un omicidio sono ben 11 su un milione, senza parlare delle morti per cause accidentali, che raggiungono quota 324 su un milione.

Robert Boyle, uno dei ricercatori che ha condotto lo studio, ha spiegato lo spirito con il quale sono stati diffusi i risultati della ricerca: “Non vogliamo sminuire le preoccupazioni degli allergici o dei loro familiari e sottolineiamo che è indispensabile prendere le dovute precauzioni ma l’intento della ricerca è quello di sottolineare che la paura di uno shock anafilattico può incidere negativamente sulla qualità della vita dei pazienti, anche più di quanto non incida la presenza stessa di una allergia”.

Bando dunque alle ansie immotivate, fermo restando che le giuste precauzioni e le terapie prescritte dal medico non devono mai essere abbandonate.

Foto: Flickr. com
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A cura di Patrizia Frattini aka Rockcopy, copywriter e Giornalista pubblicista iscritta all'Albo dal 2012, da anni attiva (anche, ma non solo) nel settore dell’informazione scientifica e divulgativa.
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