Olio di palma: i rischi reali per la salute

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Olio di palma: i rischi reali per la salute

22-06-2015 - scritto da Paola Perria

Lo troviamo in quasi tutti i prodotti confezionati, ma l’olio di palma è davvero così dannoso?

Troppi grassi saturi: olio di palma e rischio cardiovascolare.

Olio di palma: i rischi reali per la salute

Tutto cominciò negli anni settanta, quando le industrie dolciarie iniziarono a cercare, per abbattere i costi di produzione, delle materie prime economiche che garantissero una massima resa. Fu allora che l’olio di palma fu “scoperto” e valorizzato, possedendo esattamente le caratteristiche di gusto e consistenza perfette per sostituire il molto più costoso burro. Infatti l’olio di palma, pur partendo liquido, solidifica facilmente, rimanendo stabile, può quindi essere trasportato in comodi panetti pronto per l’uso e diventare mezzo perfetto per mantenere fragranti e morbidi biscotti e merendine confezionate, per dare quella giusta spalmabilità alle creme al cioccolato e alla nocciola, per non far irrancidire e seccare fette biscottate e cracker. Che dire… se diamo un’occhiata alla lista degli ingredienti di tutti questi prodotti alimentari industriali che troviamo nelle dispense di ogni casa – e intendiamo di tutte le marche, italiane e non – l’olio di palma campeggia tra i primi.

 

Ora, la cosa sarebbe passata sotto silenzio e non avrebbe certo generato clamore, del resto stiamo parlando di un olio vegetale del tutto edibile, se non fossero cominciate a circolare notizie a dir poco allarmanti sugli effetti nocivi di questo derivato della palma sia sulla salute che sull’ambiente. Se il problema della deforestazione (necessaria per impiantare i palmeti in molte zone dell’Africa equatoriale, dell’Asia e dell’America centrale) forse ci tocca un po’ meno (colpevolmente), quello relativo alla nostra salute ci fa subito drizzare le orecchie.

 

Cosa c’è di vero a proposito degli effetti dannosi di quest’olio? In effetti, stando alle tante indagini scientifiche che ormai da qualche anno studiano le conseguenze di un massiccio consumo di questo grasso, l’olio di palma non fa proprio bene alla salute, in particolare a quella del cuore.

Secondo i dati diffusi dall’Istituto CRa-Nut (ex INRAN, Istituto nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione) e relativi ad un corposo studio revisionale italiano pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition, consumare molto olio di palma (ovvero prodotti che ne contengano), aumenta il rischio cardiovascolare perché fa innalzare i livelli di colesterolo totale.

Un altro studio pubblicato sula rivista Lipidics informava che l’olio di palma ha un effetto tossico perché favorisce la proliferazione di sostanze infiammatorie nel sangue, il che, a sua volta, ha ricadute negative su tutta la salute in generale.

Tranne qualche sospetta eccezione, tutte le ricerche scientifiche sull’olio di palma ne hanno rilevato un effetto negativo sull’apparato cardiovascolare perché, trattandosi di uno dei pochi oli vegetali a contenere grassi saturi, promuove la formazione di placche aterosclerotiche nelle arterie.

 

Queste evidenze, quindi, ci devono indurre come minimo alla prudenza, alla moderazione, la stessa che, però, ci deve portare a mangiare meno carne rossa, meno burro, meno insaccati e vi discorrendo. Tutti alimenti non tanto dannosi di per sé, quanto pericolosi quando se ne abusa. Se ci rimpinziamo di merendine confezionate, biscotti, gelati industriali e creme spalmabili ogni giorno, oltre ad ingrassare, verosimilmente andremo anche ad aumentare i nostri livelli di colesterolo, soprattutto quello LDL più nocivo per la salute. Per tale ragione cerchiamo di farci guidare dal giudizio, come in ogni cosa. Consumiamo pure le nostre crostatine o e le nostre fette biscottate preferite senza timore, ma non facciamoci delle scorpacciate di questi cibi confezionati, che sarebbe peraltro del tutto inappropriata dal punto di vista nutrizionale. Ricordiamoci che la quantità di grassi totali da consumare ogni giorno è pari al 30% di tutto il fabbisogno calorico giornaliero, con un rapporto di 2-1 a “sfavore” di quelli saturi. Facciamoci i nostri conti!

 

Foto | via Pinterest 

Fonti: ilfattoalimentare.it - fondazione veronesi.it



A cura di Paola Perria, Giornalista pubblicista iscritta all'Albo dal 2009, Master I livello in Gender Equality-Strategie per l’equità di Genere con tesi sulla medicina di genere.
Profilo Linkedin di Paola Perria
 

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ATTENZIONE: le informazioni che ti propongo nei miei articoli, seppur visionate dal team di medici e giornalisti di ForumSalute, sono generali e come tali vanno considerate, non possono essere utilizzate a fini diagnostici o terapeutici. Il medico deve rimanere sempre la tua figura di riferimento.



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