Parto cesareo: rischio o sicurezza?

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Parto cesareo: rischio o sicurezza?

16-02-2010 - scritto da Viviana Vischi

Un dibattito sempre aperto, quello sul parto cesareo. In Italia lo sceglie una mamma su tre

Considerazioni sul parto cesareo

03/04/2006 - Parto cesareo: rischio o sicurezza? E' un tema dibattuto da decenni, anche in Italia. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità non si dovrebbe superare la soglia del 10-15% del totale, ma con una media del 35% (con punte dell'88% in strutture private della Campania), il nostro Paese è secondo solo al Brasile nel ricorso all’intervento chirurgico. Terzi gli Stati Uniti. E i casi obbligati, quando a dettarlo sono complicazioni nella salute del bambino o della madre, sono ormai la minoranza. Il grosso riguarda quelli “elettivi”.
“Too posh to push”, “troppo eleganti per spingere”: in Gran Bretagna le hanno ribattezzate così, in maniera derisoria. Mamme che, pur di non soffrire, preferiscono farsi tagliare, o che lo chiedono perché è stato loro suggerito dal medico perché è più pratico e perché, fissando l'intervento chirurgico invece che affidarsi al caso dell'avvio delle doglie naturali, è programmabile.
A leggere tutto questo e a vedere le statistiche si potrebbe dunque pensare che sia la soluzione più sicura. Ma c'è una sterminata letteratura internazionale di tutt'altro avviso, secondo la quale sarebbe quattro volte più rischioso del naturale quanto a mortalità della madre, perché è pur sempre un intervento chirurgico che può portare lesioni successive e infezioni. E perché priverebbe la donna del piacere di veder nascere il proprio figlio, cosa che potrebbe generare una iniziale sensazione di estraneità dal piccolo o un leggero senso di inadeguatezza.
Oggi a dire la loro arrivano gli scienziati del prestigioso Istituto nazionale per la salute americano (Nih), secondo i quali il cesareo non sarebbe di per sè più rischioso del parto naturale e quindi non andrebbe né consigliato nè sconsigliato, nemmeno alle donne che hanno già subito un cesareo e alle mamme “attempate”.
E’ infatti convinzione comune che sia necessario ricorrere al cesareo per il solo fatto di averne già subito uno con il figlio precedente. Falso – dicono gli esperti del Nih -. Tutto dipende dalla motivazione per cui si è state costrette la prima volta all’intervento e non dall’intervento in sé per sé. Se le motivazioni della volta precedente non si verificano più si può sempre tentare il parto naturale, seguito con maggiore attenzione dagli operatori. Nel caso invece in cui la futura mamma abbia più di 40 anni, soprattutto se al primo figlio, si ritiene spesso che si debba ricorrere al cesareo perché la sua muscolatura è meno in grado di sostenere un eventuale parto naturale. Anche in questo caso si tratterebbe di concezioni superate.


A cura di Viviana Vischi, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico.
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