Quale dieta per gli anziani

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Quale dieta per gli anziani

08-09-2011 - scritto da Viviana Vischi

Consigli dietetici ed alimentari per chi ha superato una certa età

Quali alimenti e quali pasti durante la giornata se si è anziani?

Quale dieta per gli anziani

Non esiste nessuna dieta speciale per l’anziano. Tuttavia, mentre nei primi anni di vita fino al completamento della crescita, è necessario un apporto calorico certamente più elevato rispetto a quello di un adulto, al contrario nella vecchiaia, a causa della una riduzione delle attività metaboliche e della maggiore sedentarietà, i bisogni calorici vanno sicuramente ridotti.

Tenendo conto di questo, un individuo sano (che non presenti quindi particolari patologie, obesità compresa), di età >60 anni, ha un fabbisogno calorico pari a circa 1700 calorie per il sesso femminile e a 2400 calorie per il sesso maschile. Oltre i 70 anni si consiglia di abbassare la quota calorica del 10%.

Quali alimenti? 

La quota calorica deve ripartirsi in un 15-16% di proteine, 28-30% di grassi e 54-57% di zuccheri.
La quota proteica consigliata nell’anziano è in media più elevata del 3% rispetto a quello dell’età adulta, per garantire l’apporto di sostanze plastiche indispensabili per prevenire il decadimento dei tessuti.

Al contrario è opportuno limitare la introduzione dei grassi, sia per evitare un affaticamento del fegato, sia per prevenire la comparsa di alcuni malattie tipiche dell’età senile legate al metabolismo dei lipidi (es. arteriosclerosi).

L’apporto di zuccheri in genere varia di poco come percentuale; tuttavia è opportuno operare una scelta qualitativa, preferendo quelli composti (amido) a quelli semplici (saccarosio). L’amido è lo zucchero contenuto in alimenti quali pane, pasta, riso, patate, ecc.. Quindi un piatto di pasta o di riso ed un giusto apporto di pane (meglio integrale in caso di problemi intestinali), permetteranno di coprire gran parte del fabbisogno di zuccheri. Tale fabbisogno potrà esser coperto anche dalla frutta (molto utile per il suo elevato contenuto di vitamine).
Lo stesso discorso qualitativo va applicato ai grassi ed alle proteine.

Per i primi sarà preferibile l’uso di olio di origine vegetale (oliva-semi), meglio se crudi, che contengono sostanze, dette acidi grassi, essenziali per l’organismo; controllato invece deve essere l’impiego di grassi di origine animali (burro-lardo-strutto) che contengono un’elevata percentuale di colesterolo, fattore di rischio per l’arteriosclerosi.

Per quanto riguarda le proteine, utili sono quelle di origine vegetale contenute principalmente nei legumi, ma indispensabili sono gli alimenti che contengono quelle cosiddette proteine nobili o ad alto valore biologico: carne, pesce, uova, latte, formaggi.

Quindi un pasto normale costituito da un primo piatto a base di riso o pasta, condito con pomodoro o verdure, un secondo piatto a base di carne, pesce, uova o formaggio, un contorno di verdure preferibilmente fresche ed un frutto, rappresenta un apporto calorico ben equilibrato e bilanciato tra i costituenti alimentari.

Mangiare variato 

Un buon equilibrio tra i costituenti alimentari non è però sufficiente per permettere all’anziano di nutrirsi al meglio.

E’ necessario infatti che esista molta varietà nella scelta degli alimenti per non cadere in quelle classiche diete proibitive, dove regna il santificato "pasto in bianco". Un anziano che non abbia particolari patologie può assumere qualsiasi alimento in relazione alla sua soggettiva tollerabilità, ovviamente senza mai esagerare nella quantità. Prendiamo il vino ad esempio: è utile o dannoso? Sicuramente utile, se non ci sono controindicazioni a tale assunzione e se la quantità non supera i 2-3 bicchieri al giorno, perché ha una funzione stimolante sulla secrezione di enzimi digestivi, perché ha una blanda azione sedativa sui centri nervosi e perché, infine, determina una sensazione di benessere e di sicurezza che riduce le tensione emotive.
Anche i dolci, assunti in giusta misura (una pastarella o una fetta di torta una tantum), possono rientrare in una dieta equilibrata (fatta eccezione per i diabetici). Attenzione però agli eccessi, purtroppo frequenti, in quanto molti anziani diventano golosi soprattutto per motivi psicologici, facendo un eccessivo consumo di un alimento che nelle epoche passate non faceva parte della dieta abituale, appartenendo a quella categoria di cibi un po’ particolari usati soltanto nelle feste e nelle ricorrenze.

Il consiglio quindi è quello di praticare una alimentazione molto variata, evitando la monotonia spesso frequente e dipendente dalla mancanza di fantasia in cucina, dall’abitudine, da problemi legati alla masticazione, da mancanza di entusiasmo. Una dieta che non tenga conto di una buona varietà di alimenti provoca a lungo andare una stanchezza nei confronti del cibo: ecco allora l’anziano che mangia controvoglia, che rifiuta addirittura il cibo, che non si siede più a tavola con conseguenti notevoli squilibri: ad esempio astenia fisica e psichica e minore resistenza alle malattie infettive e carenza di qualche specifico costituente.

Quanti pasti nella giornata? 

Ad una alimentazione variata è necessario abbinare una razionale distribuzione del cibo nell’arco della giornata, suddividendoli in tre pasti principali ed in due spuntini. La vita attuale con impegni lavorativi spesso frenetici costringe spesso ad assumere i pasti in orari irregolari, in maniera frettolosa ed inadeguata (panino, pizzette, snack, ecc.). Per l’anziano in pensione ed in generale non gravato da impegni pressanti, è più facile rispettare quella regolarità che è il fondamento di una sana alimentazione. Inoltre occuparsi razionalmente della propria nutrizione può rappresentare anche un impegno che si traduce sia nell’acquisto degli alimenti, sia nella preparazione, in una parola può aiutare l’anziano a tenersi occupato. Egli potrà, senza essere pressato da orari, consumare tranquillamente la prima colazione, che dovrà coprire circa 400-500 calorie dell’intero apporto giornaliero, a base di latte, pane, biscotti, marmellata, tutte sostanze energetiche che servono ad affrontare con grinta la giornata; spezzare con un piccolo spuntino a metà mattina a base di frutta o yogurt che permette di arrivare all’ora di pranzo senza languori o crisi ipoglicemiche, così come la merenda del pomeriggio consente di cenare frugalmente, senza che un pasto troppo abbondante appesantisca il riposo notturno, spesso difficile in età senile.

Per concludere è importante ricordare che qualsiasi pasto, dalla colazione alla cena, dovrà essere coperto il più possibile da alimenti semplici e genuini, come vuole la tanto pubblicizzata "dieta mediterranea", che rappresenta la più moderna scoperta in fatto di semplicità e genuinità, consigliata a tutti per mantenersi in forma, ma che sicuramente da molti degli anziani di oggi è stata già ampiamente praticata non perché di moda o perché pubblicizzata, ma perché dettata dai reali bisogni di un’epoca risalente a soli 50-60 anni fa, in cui il benessere era ancora lontano.

www.aging.it



A cura di Viviana Vischi, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico.
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