Quando la colite dipende da uno zucchero, non dal glutine

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Quando la colite dipende da uno zucchero, non dal glutine

24-04-2018 - scritto da Viviana Vischi

L’assunzione di alcuni zuccheri chiamati fruttani può scatenare, insieme ad altri fattori ma più ancora del glutine, i sintomi del colon irritabile. Ma eliminarli è davvero la soluzione?

Colite, meteorismo e alimenti incriminati.

 

La "colite" (termine improprio ma molto diffuso con cui si indentifica, in realtà, la sindrome dell’intestino irritabile o IBS) è una delle più comuni disfunzioni intestinali funzionali, ovvero non causate da allergie, patologie vere e proprie o lesioni organiche. E ha molto a che fare con cibo, nel senso che mangiare alcuni alimenti può esacerbarne sintomi come il dolore addominale e il gonfiore.

 

Da questo punto di vista, il grano è considerato uno dei fattori scatenanti dell’IBS più rilevanti, non tanto per il glutine in esso contenuto ma - secondo gli ultimi studi scientifici - soprattutto per i suoi fruttani, zuccheri abbondantemente presenti in pane, crackers, dolci, couscous, pasta, ma anche in molta frutta e verdura, dai carciofi agli asparagi, dai broccoli ai cavoli, dalla cipolla alla cicoria.

 

In chi ha una sensibilità al glutine, e non una vera e propria celiachia, una dieta a ridotto contenuto di fruttani potrebbe insomma consentire un’attenuazione dei sintomi della "colite", a favore di un generale miglioramento della qualità della vita.

 

Ma cosa si intende per "colite" e cosa sono i fruttani?

 

La sindrome dell’intestino irritabile è un’alterazione della funzione del colon caratterizzata da una sensazione di fastidio a livello addominale e, talvolta, anche da irritazione alla regione ano-rettale, accompagnata da gonfiore, alterata funzione intestinale e disturbi dell’evacuazione.

 

I suoi sintomi possono arrivare a compromettere in maniera rilevante la qualità della vita di chi ne soffre. Stiamo parlando in particolare di gonfiore e dolore addominale, specialmente dopo i pasti, distensione e crampi alla pancia, meteorismo, diarrea alternata a stitichezza, sensazione di incompleto svuotamento, urgenza all'evacuazione dopo i pasti e presenza di muco nelle feci.

 

Per quanto riguarda i fruttani, sono una categoria di carboidrati poco assorbiti nell’intestino - chiamati FODMAP, dall’inglese Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides and Polyols – che possono determinare e stimolare la formazione eccessiva di “aria” nella pancia. Perché? Perché anziché essere completamente digeriti dagli enzimi preposti, subiscono un processo di fermentazione da parte della flora batterica, che induce la formazione e la liberazione di azoto, ossigeno, idrogeno, anidride carbonica e metano.

 

Una curiosità: è vero che certi alimenti che fermentano possono scatenare una grande quantità di gas, ma a causare gonfiore e crampi all’addome potrebbe essere anche la sua distribuzione. Ne parla uno studio scientifico per il quale, nelle persone che soffrono di "colite", il transito delle sostanze gassose all’interno dell’intestino sarebbe rallentato, con un ristagno non nel colon ma nell’intestino tenue. Di qui il dolore. Negli individui sani, invece, quello stesso volume di gas è di solito ben tollerato e induce al massimo una distensione non dolorosa dell’addome.

 

Ma torniamo ai nostri zuccheri. Può una dieta priva di fruttani, e in generale di FODMAP, essere seguita per sempre, o comunque per un lungo periodo, senza ripercussioni sulla salute? In effetti qualche contro sembra esserci: alcuni studi hanno infatti messo la comparsa di una possibile alterazione della flora batterica intestinale, con una riduzione di lattobacilli, già dopo un mese dall’inizio della dieta. E dunque cosa fare? Meglio scegliere il male minore?

 

Probabilmente una strada percorribile contro la sintomatologia gassosa potrebbe essere, anche per chi soffre di colon irritabile, quella dell’integrazione di un pool di enzimi che possa contribuire a una digestione completa di alimenti indigeribili a livello intestinale – tra cui anche i FODMAP – e dunque a ridurre la sindrome meteorica.

 


 

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A cura di Viviana Vischi, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico.
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ATTENZIONE: le informazioni che ti propongo nei miei articoli, seppur visionate dal team di medici e giornalisti di ForumSalute, sono generali e come tali vanno considerate, non possono essere utilizzate a fini diagnostici o terapeutici. Il medico deve rimanere sempre la tua figura di riferimento.



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